Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

venerdì 29 maggio 2009

La politica delle due scarpe


Quando Massimo Russo ha proposto alla sua candidata sindaco Vinnuccia di Giovanni di includere nella squadra degli assessori designati il suo amico ex calciatore Fabio Rustico, certo non si aspettava che nella città di Donizzetti il dibattito politico si facesse più acceso, non fosse altro perché l’ex magistrato ignorava (? ) che Rustico era candidato anche al consiglio comunale di Bergamo in una lista civica .Il quotidiano on line“Bergamo news” riporta le accuse che i suoi avversari politici gli rimproverano:” Questo vuol dire tenere il piede in due scarpe e disorientare gli elettori che l’hanno appoggiato in questi anni. La coerenza e la fedeltà del proprio elettorato è un valore che non si può tradire” Devo ancora approfondire al meglio le regole per le amministrative che sono in vigore in Sicilia - dice Rustico -. La verità è che l’assessore regionale alla Sanità della Sicilia, il mio carissimo amico ed ex magistrato antimafia Massimo Russo (Movimento per le Autonomie), mi ha chiesto di sostenere un progetto che va oltre gli schemi destra e sinistra e che infatti a Mazara si concretizza in un’alleanza anche tra il Pd e lo stesso Mpa. Ma dico con forza che non ho mai dato alcuna disponibilità per eventuali assessorati, nè orale nè tantomeno scritta. Se poi vi siano state leggerezze nell’indicazione del programma e del candidato sindaco di Mazara questo non lo so, di sicuro dovrò chiarire. Mi dicono che voglio tenere il piede in due scarpe. Non è possibile. Ho rinunciato al mio lavoro per dedicarmi alla città di Bergamo e i cittadini bergamaschi vedono con che passione ed entusiasmo sto facendo campagna elettorale. Sono accuse ingrate”.Queste dichiarazioni sono state fatte da Fabio Rustico allo stesso giornale il 15 Maggio 2008, ovvero due giorni dopo la presentazione delle liste e degli assessori designati da Vinnuccia Di Giovanni. Si evince che all’atto della presentazione delle liste, Fabio Rustico non aveva ancora accettato. Se Rustico dovesse essere eletto a Bergamo, rinuncerebbe all’impegno politico di consigliere comunale nella sua città per venire a fare l’assessore a Mazara?

Qualcuno dovrà anche dare spiegazione agli elettori mazaresi. Vuole incominciare la candidata Di Giovanni e l’assessore designato Rustico?


giovedì 28 maggio 2009

La Piazza dei Misfatti

Particolare di Piazza della Repubblica a Mazara del Vallo.

Si tratta di:
A) centopiedi
B) Barbecue fotovoltaico per le grigliate in piazza
C) Scaldaglutei
D) Lettino per far dormire i funzionari della soprintendenza per la tutela dei Beni artisti e storici.

martedì 26 maggio 2009

Uno scatto di dignità

Molte sono le motivazioni che portano, questa volta, ad andare a votare, e nessuna di esse è ideologica Chi scrive, avendo accumulato esperienza e conoscenza, presume di appartenere a quella categoria di persone disincantate, parzialmente immuni da pulsioni ideologiche, conoscitori della realtà politica, culturale e socio economica locale. La nostra generazione non è esente da colpe: tra queste vi è quella di avere abdicato troppo presto alla politica, quella piccola, locale, che nella sua limitatezza rappresenta gran parte del cosmo esistenziale di ciascuno di noi. La riflessione si fa ancora più amara se si considera che tale generazione è stata testimone e attore dei grandi cambiamenti epocali rispetto alle generazioni precedenti o alle più giovani attuali; essa è stata, la più felice, quella che si è inserita agevolmente nel mercato del lavoro, risultando la meno esposta alle incertezze della globalizzazione. Una condizione di privilegio che forse ci ha reso distanti, elitari rispetto all’odierna omologazione dei comportamenti e della cultura. Ci siamo tanto rinchiusi nel guscio della nostra condizione di assoluta agiatezza e ci siamo talmente estraniati dalla vita politica attiva da non accorgerci di avere abdicato ai nostri doveri fondamentali. Così facendo, abbiamo delegato al governo della città politici privi di progettualità e di fantasia, inadeguati e impreparati ad affrontare problematiche serie e di grande prospettiva, i quali hanno sacrificato e sostituito l’armonia con la dissonanza, la volgarità con la discrezione, la diligenza con la mediocrità, la cultura con l’oscurità. Tutt’ora assistiamo indifferenti e rassegnati al procedere della nostra società verso l’omologazione, fenomeno che riguarda molti livelli dell’esistenza, dai consumi di massa alla cultura di massa, senza preoccuparci delle condizioni di graduale perdita di identità e di valori che lentamente la nostra società stava dissipando. Occorre: riacquistare la dignità e il senso dell’orgoglio smarrito se si vuole recuperare ciò che ancora non è irrimediabilmente perduto; riconquistare quell’autonomia politica che da troppo tempo è stata carpita; risvegliare le energie sopite; stimolare e far sognare le giovani generazioni attraverso idee e progetti ambiziosi. Solo le menti aride non sognano, ma è con i sogni che si dà un senso al futuro. Ad analizzare uno per uno i candidati alla carica di primo cittadino, fatta eccezione di uno solo, si scopre un vuoto culturale enorme. Progetti improvvisati ed estemporanei, privi di studi di fattibilità, non strutturati, non ancorati ai reali bisogni della collettività. Un insieme caotico di proposte fumose, appiattite nella genericità più disarmante, contraddittorie tra le loro premesse e le loro finalità. La scelta non può più essere ideologica, ma autenticamente culturale. Siamo chiamati a scegliere tra la cultura che dà speranza e l’incultura che sviluppa disastri, tra l’originalità e la piattezza, tra le proposte indeterminate e quelle circostanziate. Occorre che ciascuno di noi ritrovi il coraggio di liberarsi dai condizionamenti incancreniti e dai retaggi vetero -ideologici; occorre riscoprire la capacità di indipendenza di giudizio derivante dalla propria onestà intellettuale. E’ in ragione di tale analisi che ritengo l’On. Nicola Cristaldi un candidato autonomo e autenticamente“originale”: originalità che non deve essere concepita come una stramberia, amore estetizzante per se stesso, ma come capacità di dare inizio, origine ad un progetto, ad un rinnovamento che produce vita nuova e combatte la passiva e ignorante ripetitività quotidiana.

martedì 19 maggio 2009

“Una città immobilizzata nel ricordo della sua storia”

Non è usuale postare un articolo scritto in risposta ai commenti. La regola da seguire è quella della moderazione. L’eccezione è dovuta ad una frase che Francesca Petruccelli ha scritto in un suo commento e che costituisce il titolo della presente riflessione. La città è Mazara, non intesa come “inclita Urbs” ma in senso socio antropologico, in cui i cittadini vivono di ricordi, sognano il passato , non si accorgono del trascorrere del tempo e del sopraggiungere degli eventi. E’ questo il vero problema, cara Francesca. Chi è che immobilizza la Città non sono gli intellettuali nostrani, come tu li definisci. Al contrario. Essi amano la città, conoscono la storia di ogni suo angolo. di ogni sua pietra, di ogni sua viuzza, di ogni suo vicolo, e soffrono nel vederla avviata lungo un declivio. Non faccio nomi, ma qualcuno è ben noto a Francesca; nei loro confronti nutro una profonda stima. Semmai è il contrario. Questa città, nel corso del suo sviluppo economico, non ha conosciuto fasi di transizione, soltanto repentini cambiamenti di status economici finalizzati alla trasformazione del profitto in beni futili, la villa al mare, la seconda casa ai figli, la macchina di grossa cilindrata, il fuoristrada, la cementificazione incontrollata, l’acquisto in via dei Condotti, a Roma, di abiti griffati, tutto all’insegna del “ carpe diem”.Nessun progetto, nessun investimento che portasse occupazione e sviluppo. Una classe armatoriale in gran parte responsabile dell’impoverimento ittico del Mediterraneo attraverso la continua costruzione, attingendo ai fondi pubblici, di pescherecci d’altura di grande stazza inadeguati ad un mare che al contrario diventa sempre meno pescoso. Una evasione fiscale della quale se ne sconoscono le proporzioni, una produzione ittica di cui non esistono certificazioni,( non per niente è il più grande centro peschereccio del Mediterraneo privo di un mercato ittico).Una città dove pastori e vaccari sono diventati titolari di imprese edili, dove imbianchini sono diventati imprenditori o consociati a interessi legati alla sanità, dove infermieri con lo stipendio di 1000 Euro al mese girano in mercedes, dove ex impiegati di concetto sono diventati imprenditori miliardari, albergatori, palazzinari, tutto nella piena legittimità: Una città che è stata e continua ad essere, la campagna elettorale in corso lo conferma, meta di scorrerie politiche, di neocolonialismo clientelare, di assistenzialismo, responsabile principale dell’arresto delle dinamiche produttive, della diseducazione delle menti all’esercizio della fantasia, delle abilità, della creatività .Altro che città immobilizzata nel ricordo della storia. Paradigmatico a tale proposito il controllo della politica da parte di personaggi privi di cultura, i quali hanno sacrificato e sostituito l’estetica con la bruttura, la diligenza con la mediocrità, la competenza con l’ignoranza. Francesca accusa implicitamente gli intellettuali di stare a guardare, di trincerarsi in silenzio nel guscio del proprio snobismo culturale autoimmunizzante e che li fa sentire in una condizione di estraneità e di isolamento a casa propria, allo stesso livello di una casta di paria. E’ forse alla cultura che bisogna addebitare la smodatezza dei comportamenti, la disattenzione alle regole, la omologazione dei costumi, l’appiattimento del pensiero creativo, oppure ai modelli sociali imposti dalla mass- medializzazione che la politica, attraverso menti illuminate, dovrebbe correggere? Come correggere simili distorsioni? Non certo facendo venire da fuori persone aliene alla città o che di essa hanno una conoscenza parziale, seppure pregni di affetto e amore per la terra dei loro genitori. Non sono le idee che mancano ma la volontà di affrontare, capire e risolvere i problemi. Cosa possono fare gli intellettuali? Certamente non starsene da parte ma partecipare al dibattito; per far ciò devono avere il coraggio di liberarsi dai tentacoli del pregiudizio ideologico. In questo momento il loro silenzio è assordante. A Luciana mi limito a dire che quelle persone a noi tanto care, non solo nel ricordo, non tollererebbero una mancanza di posizione netta e sincera da parte nostra. Essendo da tempo disincantato dalle ideologie, non posso non fare una scelta, l’unica possibile al momento per questa città .


lunedì 18 maggio 2009

La Sfida

Cristaldi sfida Miccichè e Russo.

L’on. Cristaldi chiede all’On. Gianfranco Miccichè e all’assessore Massimo Russo un confronto diretto sul progetto politico che li vede come i veri registi della politica mazarese. Lo stesso Cristaldi, per rispetto personale verso i candidati avversari, ma soprattutto per rispetto verso tutta la comunità mazarese, invita i veri responsabili che hanno trasformato Mazara in un teatrino di opera di pupi, ad uscire allo scoperto, ad avere il coraggio e l’onestà politica di confrontarsi con il candidato ufficiale del PDL, ad armi pari. Un confronto tra Cristaldi e i comprimari messi in scena da Miccichè e Russo sarebbe in se stesso impari, non essendo questi ultimi nelle condizioni di potere sostenere un dibattito politico di alto livello. Il dialogo, per essere tale , deve essere paritario. Se uno solo sa parlare, conosce la parola meglio degli altri, la vittoria non andrà all’argomento, al logos migliore, ma alla persona più abile con le parole. Solo accettando un confronto politico tra i veri protagonisti della scena politica, si permetterebbe alla cittadinanza di essere messa a conoscenza di questioni che rimangono molto oscure e che necessitano di avere risposte chiare sui percorsi politici intrapresi, sulle ambiguità di determinate alleanze con personaggi chiacchierati della politica e su una campagna di delegittimazione, condotta con livore, nei confronti dell’on. Cristaldi. La democrazia impone il confronto attraverso il quale si potranno conoscere le vere motivazioni che hanno portato Miccichè e Russo a giocare, sulla pelle dei mazaresi, una partita che niente ha a che vedere con i problemi della Città. Rifiutarlo significa continuare a prendere in giro tutti i cittadini.




venerdì 15 maggio 2009

ALIENS !


Se non si rischiasse di essere irrispettosi verso una delle arti della nostra cultura popolare più amata, non esiteremmo a definire quel che sta avvenendo nella politica mazarese: “ Un’Opera dei Pupi”. C’è un limite nella politica che tutti devono rispettare, superato il quale si sprofonda nella sfera dell’indecenza: offendere una comunità nella sua dignità e ferirla nel proprio orgoglio. Nessuno ha il diritto di dileggiare una città e considerarla indegna di percorrere autonomamente, con le proprie energie, la strada dell’auto determinazione e della democrazia; tantomeno si ha il diritto di disistimare una comunità ponendola allo stesso livello di persone incapaci e bisognose di essere accudite. Mazara sarà per l’assessore Massimo Russo “ una piccolissima città di provincia”, ma non può essere relegata, secondo il suo “ innovativo progetto” a pensionato ricreativo per ex generali e ex calciatori. Se l’ex magistrato e la sua candidata sindachessa hanno scarsa stima delle qualità amministrative, etiche e politiche dei loro concittadini, se li ritengono incapaci e inidonei a portare avanti il loro progetto, lo dicano apertamente; spieghino le motivazioni che li hanno portato a fare tali scelte, e soprattutto dicano chiaramente quali qualità e quali esempi di buona amministrazione, rettitudine morale, professionalità, esperienza, capacità politiche,conoscenza della cultura e delle tradizioni della realtà locale, radicamento nel territorio, amore per questa città hanno riscontrato in questi ex generali ed ex calciatori chiamati a governare il destino di una intera comunità e tracciare il futuro delle giovani generazioni. L’assessore Massimo Russo dica in modo chiaro, senza giri di parole né metafore né iperbole , se in questa città esistono persone, giovani o mature, dotate di qualità quanto meno non inferiori a quelle che Lui e la sua candidata a sindaco hanno individuato in questi personaggi alieni .Se la politica ha anche una finalità educativa , questo non è un bel modo di educare e valorizzare le energie, le intelligenze, le professionalità del luogo. Questa piece teatrale rappresenta il colpo di coda di un progetto improvvisato, vuoto, evanescente, il cui esito sarà il definitivo disamore della gente verso la politica. Non meno colpevole può ritenersi l’altro candidato, on Scilla, se in dispregio ad ogni forma di trasparenza e chiarezza politica indica nella sua squadra assessoriale ben due candidati improbabili, ovvero l’on. Adamo e l’on Miccichè, quest’ultimo risulta essere designato nella rosa degli assessori anche dal candidato sindaco di Termini Imerese, Buffarato, area PD. L’on. Scilla avrebbe fatto bene, per correttezza e per rispetto verso la sua città, a non coinvolgerla in meschini e piccoli giochi di potere per il controllo di un partito: Mazara e i mazaresi non meritano simili dispetti.

mercoledì 13 maggio 2009

La politica ha ancora un senso?

Cristaldi-Scilla-Marino-Di Giovanni


Non so se quella che ci aspetta nei prossimi giorni sarà una strana campagna elettorale, essendo chiamati ad esprimerci per l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale di Mazara. Di certo, le premesse ci sono tutte, a cominciare dalle strane alleanze , forse sarebbe meglio definirle cordate, che si sono create in barba ad ogni logica politica. Se la politica ha ancora un senso, esso rimane arcano per l’incapacità degli attori di spiegarne in maniera chiara e intellegibile gli intrecci e le finalità. In mancanza del senso della politica, essa si fa teatro in cui le comparse si improvvisano attori, registi, tecnici, fonici, costumisti, scenografi, suggeritori e direttori di scena. Un bel casino, insomma. I politici di professione dovrebbero tenere alto il livello della politica, e in quanto tali, dovrebbero dare un ruolo e uno spessore ai partiti; al contrario, essi formano e si alleano con liste civiche la cui finalità è quella di essere alternativi ai partiti nei quali svolgono il loro mandato politico. E’ il caso del neo deputato regionale del PDL, on. Scilla, il quale, ammaliato e travolto dalla sarabanda di apprezzamenti adulatori nei suoi confronti da parte dell’on. Giulia Adamo, della gens di Lilibeo, si lascia candidare a sindaco della propria città contro colui al quale deve le sue fortune politiche, ma non solo. Quest’ultima , fedele alla corrente dell’on Miccichè, potente satrapo siciliano del PDL, ha il vezzo di sabotare nella provincia di appartenenza qualsiasi candidatura ufficiale del partito alla quale la stessa fa parte, soprattutto se il candidato da contrastare appartiene alla corrente avversaria, ovvero quella del presidente del senato sen. Schifani e del guardasigilli on. Alfano. La diva Giulia è esperta sabotatrice di candidature politiche, il suo curriculum e le sue credenziali sono di tutto rispetto. La sua acribia nell’ordire trame e complotti la pongono saldamente nella hit parade dei sabotatori più efficienti della politica siciliota. Memorabile la sua azione devastatrice nelle precedenti elezioni amministrative, sempre a Mazara, in cui riuscì a compiere il miracolo di far perdere il candidato, dato per vincente, della coalizione alla quale lei stessa apparteneva. Questa volta ci riprova con il candidato ufficiale del PDL, On. Cristaldi, mazarese doc, il cui unico difetto, per la diva Giulia, è quello di non averla mai tenuta in grande considerazione politica, e si sa come sono fatte le donne. Non c’è niente di più pericoloso che far pesare ad una donna la sua pochezza politica. Una donna ferita nell’orgoglio è capace di allearsi anche con il diavolo se necessario. Il diavolo in questione è rappresentato dalla più qualunquista e antipartitica lista civica del territorio, la lista Ulisse. Così i due deputati del Popolo della libertà, l’on Adamo e l’on. Scilla tramano perché il candidato del PDL, on. Cristaldi, esca sconfitto assieme al partito di appartenenza. Più che paradosso siamo alla follìa.

Dalla follìa alla schizofrenia il passo è breve. Questa volta siamo all’annichilimento della politica, e contro ogni legge di natura si cerca di far coesistere, in senso metaforico, materia e antimateria, pellirosse e cacciatori di bisonti, giubbe rosse e trappers. Succede che un magistrato di quelli duri che più duri non si può, convertito sulla via dell’Autonomia Trinacriota , riceve l’ordine di recarsi nella sua città natale e cercare di raccogliere il maggior numero di consensi a favore del partito del suo referente, al fine di gettare le fondamenta per un controllo politico di un territorio privo di una vera signorìa. L’obiettivo è duplice: accaparrarsi il maggior numero di voti, indispensabili per superare lo sbarramento del 4% alle elezioni europee; impedire che ad essere eletto sindaco sia il deputato del PDL on. Cristaldi. Per ottenere il suo scopo, il duro magistrato non disdegna alleanze chiacchierate sotto il profilo politico, e inopportune , secondo i suoi critici, sotto l’aspetto della coerenza, non essendosi del tutto spogliato dalla sua duplice veste di ex magistrato e neofita della politica. Avviene che partiti alleati sul piano nazionale, regionale e provinciale, si trovino avversari su una competizione locale che si rivela frastornante sotto l’aspetto della correttezza e della trasparenza politica. L’azione dell’ex magistrato è talmente sconquassante da scardinare facilmente i precari equilibri della politica locale, gestita da personaggi pronti a farsi del male da soli. Affinché il progetto abbia una probabilità di successo, l’integerrimo assessore regionale si allea, con aria candida e serafica, con il monarca dell’UDC provinciale dal cui assenso dipende la riuscita del progetto. Il nostro, riesce anche a far ritirare la candidatura del PD, Avv. Truglio, attorno alla quale l’amministrazione uscente aveva lavorato e costruito tutte le sue strategie di vittoria ( rimangono tuttora oscuri e poco decifrabili i punti dei vari compromessi politici stipulati). L’ex magistrato realizza una atipica coalizione formata da MPA, (partito alleato in campo regionale al PDL e UDC) e dalla corrente giammarinariana dell’UDC ( partito che esprime il presidente della provincia il quale è sostenuto dal PDL e MPA) e dal PD ( partito di opposizione al PDL, MPA, UDC). Ancora più inspiegabile appare la scelta della candidata a sindaco, Vinnuccia Di Giovanni, molto vicina a Giammarinaro, le cui capacità e competenze politiche sono ancora tutte da scoprire, la quale viene imposta dall’assessore Russo alla sua frantumata coalizione. Sorprende, a tal proposito l’assordante silenzio dell’On. Baldo Gucciardi, PD, il quale poco tempo fa era stato promotore di una violenta censura politica nei confronti di alcuni consiglieri alcamesi che avevano avuto dei contatti con il sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi. In quell’occasione il coraggioso On. Gucciardi ebbe a manifestare tutta la sua critica nei confronti del progetto politico di Giammarinaro a Salemi: Il PD, per scelta degli elettori, rimarrà opposizione chiara e netta, per un ineludibile dovere etico e politico che attiene alle regole più elementari della democrazia. Il PD è incompatibile ed alternativo a Giammarinaro ed alla sua parte politica”. Per Mazara, l’on. Gucciardi e il sen. Papanìa non hanno niente da ridire? Se la politica ha un senso, come interpretare le parole: “Siamo pentiti di avere candidato Raffaele Lombardo alla presidenza della Regione Siciliana. Mai mi ero pentito di una scelta politica come quella di sostenere Lombardo”, ha detto il segretario regionale dell’UDC Saverio Romano, criticando “l’azione disgregante che il presidente della Regione ha condotto finora nei confronti, ad esempio, dell’azione dei nostri due assessori e di altri componenti della sua Giunta”. Alla luce di quanto sopra, come giustifica il segretario dell’UDC Saverio Romano, lo strano intreccio tra una parte del suo partito con il PD, partito di opposizione e l’odiato MPA di Lombardo e Russo, contro il PDL, suo fedele alleato in Sicilia e a Trapani ?

Se la politica ha un senso, bene ha fatto il candidato del PDL a restare coerente con quelle che sono gli indirizzi nazionali e regionali, scegliendo di andare da solo, con il suo partito, alle elezioni amministrative, supportato da una frangia coerente dell’UDC, in piena trasparenza e senza intrecci poco chiari. Se la politica ha un senso, bene ha fatto anche l’altro candidato sindaco il geologo Giuseppe Marino, con la sola lista dell’I.d.V sostenuta da alcuni dissidenti del PD. In caso contrario sono i partiti a non avere senso. In questo caso ci avviamo verso la morte della politica e della stessa democrazia.


venerdì 8 maggio 2009

La Politica e la cura delle parole

lezione di politica

Francamente ci si aspettava di più. Il battesimo televisivo della neo nominata candidata sindaco di Mazara, Dott.ssa Vinnuccia Di Giovanni, non solo ha lasciato perplessi, ma addirittura ha sconsolato coloro che, persino tra i suoi fan, si aspettavano dalla pupilla dell’ass. Russo elementi di novità originali in termini politici e progettuali. Una grande delusione per i curiosi, una conferma per chi non aveva fatto mancare critiche sulla scelta della persona imposta dall’ex magistrato. Le fanfare e le grida di giubilo che hanno accompagnato la discesa in campo dell’assessore Russo, nella politica della” sua piccolissima città”, vanno affievolendosi via via che lo stesso presenta i punti cardini del suo progetto. In verità nessuno ha ancora capito il progetto, il programma, le motivazioni politiche né le buone intenzioni di questa anomala ed estemporanea coalizione. Ancora più sconosciute rimangono le qualità di competenza, di esperienza politica, di professionalità e di capacità progettuale certificate, a scatola chiusa, dall’assessore alla sanità nei riguardi della sua candidata. Sembra che l’ex magistrato stia per giocare, sul tavolo da poker, una mano a buio, se arriva addirittura ad affermare che “sul progetto e sulla candidata è pronto a rimetterci la faccia”. La candidata dell’ex P.M è apparsa impacciata, incapace di esprimere con compiutezza e con chiarezza concetti elementari di programmazione e ragionamenti politici. Molto scarno, incerto,vuoto e generico il suo linguaggio. In difficoltà nel dare risposte alle domande semplici dell’intervistatore, ha dovuto cedere quasi sempre la parola al suo mentore, apparso anch’egli fumoso nell’illustrare il suo progetto politico, impacciato e infastidito allorquando gli si è fatto notare l’incomprensibile e strana alleanza con la potente corrente giammarinariana. L’assessore Russo è sembrato arrampicarsi sugli specchi nel descrivere le capacità della sua pupilla, nel richiamarsi, questo si che è disarmante, alle sue qualità di buona madre di famiglia, alle di lei capacità dimostrate nel gestire la farmacia dell’ospedale, ai ricordi della brava e affettuosa compagna di classe. Si è trovato più a sua agio, l’assessore, a parlare di febbre suina e di riforma sanitaria. Ma non si può impostare un dibattito politico su questi temi. L’uso delle parole è essenziale in politica, chi non ne fa un buon uso o un uso limitato interrompe il filo di comunicazione con la gente. Le parole rappresentano il mezzo che permette il dialogo tra le persone; è attraverso di esse che vengono mandati messaggi che possono essere recepiti o respinti. Delle parole non se ne può fare a meno e pertanto il loro uso deve essere oggetto di particolare attenzione e cura: per numero e qualità. Il numero delle parole conosciute dai candidati ne identificano l’immagine, le capacità, le idee: più sono le parole che essi conoscono maggiore è la loro capacità di dialogo politico; da esse dipende anche l’assegnazione degli incarichi di responsabilità nel governo della cosa pubblica. Meno parole si conoscono, meno idee si hanno, minori sono le capacità di cogliere i bisogni e le possibilità di dare loro una soluzione. Il secondo aspetto è la qualità della parola. Le parole non devono essere ingannatrici, evanescenti, fumose, generiche, esse devono essere dirette, precise, chiare, univoche, prive di emozioni. Bisogna lasciar parlare le cose , quello che si intende fare, attraverso le parole. Esse devono rispettare il concetto, non lo devono corrompere, tanto da far sentire tuttora attuale l’ammonimento di Socrate:”Sappi che il parlare impreciso non è soltanto sconveniente in se stesso ma nuoce anche allo spirito” (Fedone). Ha molto da studiare e da imparare la candidata sindaco insieme a qualche suo candidato avversario, ma il tempo scorre implacabile.


domenica 3 maggio 2009

Massimo Russo: antinomie di un progetto politico

Non so che concetto della politica abbia l’assessore regionale alla sanità Massimo Russo, non vorrei sbagliarmi, ma credo che Egli intenda la politica, quella con la P maiuscola, come un nobile servizio a favore della comunità. Sono dell’opinione che tutti si devono interessare di politica, ma l’onere di guidare la città, di capire, farsi carico e cercare di risolvere i problemi di una comunità, tanto più numerosa e articolata essa si presenta tanto più complessi questi si rivelano, debba essere esercitato da coloro ai quali sono riconosciute, senza ombra di dubbio, qualità, capacità, competenze ed esperienze politiche, senza alcun pregiudizio sul genere di persona. A ragione, occorre serietà, rigore e ponderatezza nella scelta dei candidati, soprattutto in questa città, luogo in cui il disamore per la politica sembra avere contagiato la collettività, anche a causa di eventi recenti che ne hanno ulteriormente ferito l’immagine. Non sono da se sufficienti l’irreprensibilità morale e un livello culturale medio alto o cattedratico della persona, se ad essa vengono a mancare quei requisiti senza i quali non si può essere buoni amministratori: sapere conoscere la macchina burocratica, sapere orientarsi nella politica, e soprattutto quello di avere consapevolezza delle proprie capacità politiche senza le quali si rischia di creare disastri. In assenza di questi canoni elementari ma non comuni, la politica rischia di somigliare a un gioco di società o da club service; ed esercitarla non è come giocare a Monopoli, costruire alberghi in viale Colombo o acquistare case in Largo della Vittoria. La storia politica mazarese degli ultimi dieci anni, a partire da quel famoso Luglio 1999 quando fu eletto sindaco della città un giovane ricercatore universitario, assolutamente privo di quelle qualità richieste, avrebbe dovuto insegnare qualcosa, quantomeno la cautela nelle scelte. Alla luce delle ultime iniziative dell’ass. Russo, devo ritenere che l’ex magistrato ha un concetto molto riduttivo della politica. Quando l’on. Vincenzino Culicchia propose un nuovo progetto politico incardinato proprio sul dott. Massimo Russo come candidato a sindaco di Mazara, fu lo stesso magistrato a far cadere quella proposta non ritenendo di doversi impegnare in prima persona alla guida della sua città, considerandosi un tecnico momentaneamente prestato alla politica. Adesso lo stesso Russo inventa un progetto politico designando, bontà sua, una figura femminile, alla quale, con tutto il rispetto umano e professionale della candidata, non vengono unanimemente riconosciuti quei prerequisiti indicati dallo stesso assessore. Qualità assenti anche all’altro designato vice sindaco. Non vi è antinomia con le premesse di cui sopra? Inoltre, non vi sarebbe antinomia nel raggiungere compromessi e accordi politici con frange di partito legate a personaggi politici potenti e determinanti, senza i quali, non sarebbe neanche ipotizzabile la realizzazione del progetto? La gente comune ha difficoltà sia a comprendere sia ad accettare simili incongruenze, non fosse altro per la stima che essa ripone nella persona dell’attuale responsabile della sanità siciliana. Anche queste non sono domande da poco. Non so che idea abbia il dott. Massimo Russo della sua Città e dei suoi concittadini se arriva a definire Mazara “ una piccola città”, e il dibattito politico che avviene all’interno dei partiti attorno al suo progetto come“ chiacchiere da cortile”. Queste esternazioni mostrano una certa spocchioseria e alterigia che male si addicono a un neofita della politica. Per non uscire dalle chiacchiere da cortile rimane alquanto inspiegabile l’accodamento entusiastico dell’attuale maggioranza uscente al progetto dell’assessore regionale, quando quest’ultima, da anni, aveva preparato in modo scientifico il cambio di cavallo alla guida della città con l’attuale amministratore unico dell’ATO, tanto da essere pronta a schierare le proprie truppe a scendere in campo. Quale contropartita in cambio di questa conversione politicamente inspiegabile ? Come definire una simile ipotesi? ”Un voto basato sul do ut des, per quanto giustificabile politicamente, è espressione di morale bassa e volgare” ebbe a scrivere Tocqueville. Il progetto Russo, basato principalmente sulla legalità e trasparenza, ( parole vuote in se stesse, a meno che l’assessore non sia convinto del contrario riguardo i progetti degli altri candidati), significa anche contestare implicitamente l’assenza di tali principi alle amministrazioni politiche precedenti, compresa quella uscente, con la quale si va a stipulare una alleanza. Anche questa è una antinomia. Per questi motivi faccio fatica a capire questo nuovo progetto politico dell’ ex Pubblico .Ministero.