Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

martedì 15 settembre 2009

Ma questa è cultura?



L’invito lo ricevo così come appare, per e.mail. Assieme a mia moglie decidiamo di andare alla presentazione, essendo l’orario non impegnativo. La terrazza dell’Alhambra è scarna, alcune file di sedie già occupate, una ventina di persone al massimo. Al centro un tavolo e due tre poltroncine. Dopo i convenevoli informali, il vice sindaco, per delega ricevuta porta il saluto dell’amministrazione e in particolare quelli personali del sindaco, impegnato in altra manifestazione precedentemente calendarizzata ( leggesi marmotte ambientali), rimarcando che “la cultura è uno dei punti fondamentali del programma elettorale del sindaco, e che l’amministrazione è sempre disponibile a patrocinare avvenimenti culturali”.. Inizia la prolusione Maria Pia Sammartano, elogiando la figura di Mazarese verace dell’autore, uno dei tanti figli di Mazara, costretti ad emigrare agli inizi degli anni sessanta, verso il continente, portando con se ricordi carichi di nostalgie che ne temprano, a lungo andare, la sensibilità. Autore privo di un titolo di studio, che scopre la lettura e la letteratura leggendo i classici e gli autori stranieri, francesi, russi e americani. Un autore operaio, sindacalizzato, (fortemente ideologizzato rifletto da me), innamorato della sua terra, tanto innamorato e ammaliato dai suoi ricordi di bambino del suo paese di origine che ad un certo punto della sua vita decide di lasciare tutto, il lavoro,( le lotte operaie penso io), la fabbrica dell’interland milanese per rifugiarsi nell’isola( a ritrovare se stesso?) Non la sua Sicilia, ma la Corsica.( un’altra malìa?) L’autore viene annoverato per la spontaneità della sua scrittura semplice e genuina, con quel suo fraseggiare dialettale stretto, nientemeno tra i grandi autori siciliani contemporanei, affiancato a Camilleri per intenderci. Il romanzo, secondo la relatrice,rappresenta uno spaccato di vita nei ricordi di un bambino di otto , nove anni; poi scopro,leggendolo, che si tratta di stupide divagazioni non sense, di quelle che a dire dell’autore sono segmenti di vita vissuta, senza un senso logico, e che alla fine risultano soltanto aspetti insignificanti, romanzati, di labili ricordi, per lo più inventati o esagerati nella loro descrizione noiosa, stucchevole, artefatta, e priva di un nesso tra ambientazione e struttura narrativa,.di un ragazzino di strada. Il libro viene presentato come esempio di letteratura mediterranea per la semplicità narrativa, per il realismo descrittivo, per la rappresentazione sociale di un ambiente emarginato, in cui la condizione della donna è comune alle donne dei paesi della sponda sud del mediterraneo.( noto che la presentatrice cerca di arrampicarsi negli specchi nel dare un senso al libro che la stessa sta proponendo). Decido di comprarlo; lo leggo in due pomeriggi. Alla fine mi accorgo di avere sprecato del tempo. Inutile dilungarsi nella ricerca di un filo logico. Cerco solo di individuare queste antiche malìe, non le trovo. Non c’è una descrizione di un quartiere, di una strada, di un luogo. Solo noiosi e artefatti dialoghi infarciti di un linguaggio e di una terminologia scurrile, spesso improbabile, attraverso il richiamo alla memoria di qualche termine desueto, ( queste le malìe?).Sembra che l’autore goda dell’eccessivo ricorso dialettale a termini sessuali (anche queste antiche malìe?), tuttavia egli, arrampicandosi in ricordi simili a flash-back, dimostra tutti i suoi limiti nella descrizione, soprattutto in riferimento alla sua casa, il suo quartiere,la sua città. Una descrizione superficiale, approssimativa, disordinata, raccogliticcia. Un libro di non ricordi inventati e fatti passare per uno spaccato di società alquanto irreale. Un libro inutile. Basta osservare la stampa, pagina per pagina. E’ questo un esempio di letteratura mediterranea? Alla cara Maria Pia consiglio di leggerli i libri prima di presentarli. Si rischia di fare brutta figura.


mercoledì 9 settembre 2009

Mazara capitale del degrado ambientale


la fontana della villa comunale

Avere il desiderio di far decollare Mazara tra le principali località turistiche della Sicilia, aspirare a farla diventare la capitale del Mediterraneo, non importa se con la ci maiuscola o minuscola, avere l’ambizione di volare alto con progetti di spessore e di grande respiro, mette tutti d’accordo, amministrazione e cittadini, politici di tutti gli schieramenti, di destra,di sinistra, di centro. Volare alto significa soprattutto dare una dimensione quanto meno vivibile e dignitosa alla città sotto il profilo non solo dell’arredo e del decoro urbano, ma soprattutto sotto l’aspetto della presentabilità. Ma non è così, se a tutt’oggi i maggiori monumenti cittadini sono in pieno degrado per l’incuria e l’abbandono o la scarsa manutenzione di chi ha competenza in materia o per gli atti vandalici cui sono stati oggetto di oltraggio.


la fontana di Pietro Consagra

Se il centro urbano sembra assumere gradualmente un aspetto quanto meno civile nella pulizia delle strade, lo stesso non si può affermare per la periferia che appare una discarica a cielo aperto, anzi a strade a circolazione limitata.

Via Ignazio Buttitta, viadotto A 29

Appaiono strumentali i proclami e le dichiarazioni dell’amministrazione e della società Ato” Belice Ambiente” in merito a supposte interventi di pulizia straordinaria in alcune zone periferiche di comodo, o la formazione di improbabili mini volontari gruppi di “.marmotte ambientali” che insieme al trenino richiamano alla mente categorie disneyliane, se poi si assiste al degrado del territorio senza che si approntino, da parte dell’amministrazione o da parte della società di ambito ATO TP 2, progetti di intervento e di bonifica mirati.
Non basta procedere alla parziale discerbatura di alcune strade interne se altre presentano, per colpevole disattenzione della politica negli ultimi decenni, aspetti che costituiscono un pericolo per l’ambiente e per la salute dei cittadini.

Via Ignazio Buttitta
In nessuna parte della Sicilia è presente una tale incivile umiliazione del territorio,corroborata da una colpevole tolleranza da chi lo stesso ha il compito di tutelare. Che si aspetta a prendere drastici provvedimenti nei confronti di coloro i quali si rendono responsabili di tali delittuosi comportamenti ? E’ dal risanamento ambientale che passa il rilancio della città attraverso il rispetto del territorio e dei suoi abitanti, per non far si che una parte di essi possa percepire la propria condizione di “figli di un dio minore”.
















venerdì 4 settembre 2009

La doppia morale della Chiesa

Se vogliamo essere franchi, di questo affaire Berlusconi +escort +Avvenire+ Boffo+ vescovi + querele ne abbiamo piene le bisacce. Gli italiani hanno votato perché l’attuale premier, governasse per conoscendone vizi e virtù. Nei rapporti tra Chiesa e Governo Berlusconi, la vita privata del premier, nota a tutti, comprese le sue esternazioni e i suoi comportamenti goliardici e goderecci non hanno mai inficiato il naturale feeling che ha visto in perfetta sintonia la Chiesa e il Governo italiano su questioni di rilevanza fondamentale sotto l’aspetto della tutela e dei diritti della persona, vedi caso Englaro, vedi testamento biologico,vedi pillola Ru 486,vedi tutela dei diritti delle coppie di fatto, vedi insegnanti di religione. Perché allora tutta questa baldoria? Un turbinio di moralismo poco convincente che se da un lato ha il sapore di strumentalizzazione politica dall’altro nasconde messaggi poco chiari pur trincerati dietro apprezzabili richiami alla morale pubblica e alla sobrietà dei comportamenti, vedi gli interventi dei vescovi, in particolare di Mons. Crociata e Mons. Mogavero. Perché questa riscoperta dello Stato Etico, per cui l’etica privata deve soggiacere a quella pubblica? Chi deve essere a dettare le regole del buon comportamento privato nella sua intimità più profonda? A nessuno è mai venuto in mente che la differenza tra un animale biologico e l’animale uomo biologico è che quest’ultimo è dotato di libero arbitrio, e che dei suoi comportamenti privati può renderne conto soltanto alle persone a Lui più vicine, ovvero i propri familiari, e non alla collettività? Ho apprezzato e apprezzo gli interventi di Mons. Mogavero in tema di immigrazione contro leggi che violano i più elementari diritti umani, ovvero quello di avere diritto al soccorso in mare e di censura contro gli irragionevoli respingimenti dei clandestini Le sottoscrivo senza riserve. Rimango perplesso quando una personalità ecclesiastica prestigiosa quale il vescovo di Mazara del Vallo, interviene su aspetti che riguardano comportamenti nella vita privata di una persona, quantunque questa possa essere il Presidente del Consiglio. A che titolo? Ancor perplessità lascia il fatto che lo stesso vescovo, nell’auspicare, sebbene con le dovuta delicatezza , un passo indietro del direttore dell’Avvenire, fino a ipotizzare eventuali dimissioni, “ per il bene del giornale e della chiesa”, non si sbilanci più di tanto nell’affrontare il vero nodo della questione che riguarda gli orientamenti sessuali del direttore dell’organo della CEI. L’accertamento dei quali non è poca cosa, al di là dell’indubbie e unanimemente riconosciute qualità morali del direttore attaccato in maniera poco nobile dal quotidiano di Feltri A meno che la risposta non sia implicitamente contenuta nelle dimissioni date da Boffo per la condizione di disagio in cui si è venuta a trovare una parte della Chiesa per questo nuovo affaire non previsto. Però, la stessa presa di posizione fortemente etica ci saremmo aspettati dai vescovi nei confronti di un Presidente del Consiglio che abbraccia Muammar Gheddafi, uno dei dittatori più efferati dell’ ultimo mezzo secolo, altrettanta indignazione morale avremmo voluto sentire da questa chiesa nella negazione delle esequie religiose a PiergiorgioWelby mentre la stessa non ha avuto remore di ordine etico- dogmatico nell’officiare esequie religiose al suicida Avv. Libero Corso Bovio; non ricordo indignazioni e prese di posizione di natura morale nella partecipazione di ben 4 cardinali ai funerali religiosi di Pinochet, il dittatore macellaio, o dell’abbraccio tra papa Giovanni Paolo II e lo stesso dittatore cileno; nessuna presa di posizione moralistica è venuta da parte della chiesa quando, Pierre Bergé, compagno di lavoro e di vita di Yves Saint Laurent, l’ha commemorato durante le esequie religiose, mentre abbiamo ancora presenti gli interventi a gamba tesa dell’intero vertice Cei sui Dico. Che anche nella chiesa vi sia una doppia morale?



martedì 1 settembre 2009

Giunta Cristaldi: limiti e punti deboli

Tutto si può dire dell’on. Cristaldi, tranne che sia a prova di errori, lo conferma la composizione della sua giunta, apparsa agli osservatori più attenti in parte inadeguata rispetto alle aspettative, soprattutto tenendo in considerazione la levatura politica e l’autorevolezza del sindaco. Si nutrono perplessità sia sul metodo seguito dal primo cittadino nell’individuare e nominare gli assessori, sia sulle effettive esperienze politiche e sulle capacità tecniche e amministrative possedute da alcuni di questi. Riserve che vengono ulteriormente accentuate dall’impronta esclusivamente maschilista della squadra assessoriale che dovrebbe aiutare il neo sindaco nell’attuazione del suo programma. Se durante la campagna elettorale era apparso quanto meno propagandistico l’avere messo a capolista del PDL una ragazza tunisina di Mazara, tuttavia, nella formazione della sua giunta tutte le premesse venivano smentite; non solo nessuna donna era ritenuta adeguata alla realizzazione del progetto Cristaldiano, ma nel presentare una nuova immagine e un nuovo corso politico, nessun giovane veniva preso in considerazione. Eppure, nella recente campagna elettorale, nel PDL, se non ci si vuole allontanare dalla politica dei partiti, ha fatto spicco qualche giovane di talento con buona preparazione politica e culturale, e soprattutto con tanta voglia di fare e di potere dare il proprio contributo con l’entusiasmo giovanile di cui si sente tanto bisogno. Invece si è preferito ricorrere al vecchio, seguendo strade più lineari, comode e meno stressanti dal punto di vista politico, pur se noiose e poco stimolanti. I criteri di formazione attraverso i quali il neo sindaco ha fatto le sue scelte, avranno delle ragioni, che rimangono note soltanto a chi li ha fatte, ma presentano dei limiti soprattutto politici. Una svolta apprezzabile sarebbe stata quella di individuare anche degli assessori esterni ai partiti, delle facce nuove, tale da dare maggiore credibilità all’azione di governo per la realizzazione del suo ambizioso progetto. Un limite non indifferente è rappresentato dal non eccelso livello culturale della giunta; lo stesso Cristaldi sembra essersene reso conto sin dall’assegnazione delle varie deleghe al punto che ha ritenuto trattenere per se quella alla cultura. La cultura non è solo un pallino del sindaco parlamentare, ma rappresenta un punto centrale da cui far ripartire il rilancio della città. E’ sulla cultura che si giocherà non solo la qualità dell’azione amministrativa, ma soprattutto la credibilità del sindaco e dell’intero progetto politico. Credo che l’on. Cristaldi sia sinceramente convinto nell’affidare alla cultura il volano per il decollo non solo della città ma di tutto il territorio, e per realizzare ciò dovrà gioco forza circondarsi di persone di qualità culturali riconosciute, le quali giochino un ruolo fondamentale nei processi di qualificazione e di valorizzazione del patrimonio culturale di questa parte della Sicilia. Non bastano personaggi di levatura, come Fouad Assad Hallam, in funzione di prospettive internazionali, occorre anche reperire nel territorio quelle energie e capacità che sappiano proporre e sviluppare un aspetto culturale più radicato nel territorio e nel contesto della città attraverso la costituzione di un gruppo cultura. Il compito di questo gruppo dovrebbe essere quello di delineare una politica culturale che rilanci in campo nazionale e internazionale Mazara;e se bisogna volare alto, tale politica non può più essere orientata essenzialmente al teatro amatoriale locale. La cultura si avvale di miriadi di sensibilità, alcune più popolari ma non populistici, altre più raffinate, di grande qualità pedagogica e creativa come la musica classica, le attività coreutiche, le artistiche espressive o il recupero dell’arte delle antiche tradizioni;compito del gruppo cultura sarà anche quello di valorizzare e promuovere in modo originale i tanti artisti locali sparsi per il mondo ma sconosciuti agli stessi loro concittadini. Un sindaco, per quanto in gamba, da solo, non ce la può fare. L’avere scelto proprio consulente culturale e coordinatore del gruppo di promozione culturale “in fieri”, l’ex consigliere comunale prof. Di Maria lascia qualche perplessità, non solo dal punto di vista politico, ma nel merito, poiché allo stato dei fatti sono ancora sconosciute le motivazioni e il palmares che hanno indotto il sindaco Cristaldi a preferirlo rispetto ad altri sicuramente più autorevoli e più titolati. Avremo modo, in futuro, di approfondire l’argomento.