Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

domenica 28 febbraio 2010

Passaggi a livello: la trincea è soluzione?



Sembra un gioco ad eliminazione: posto un problema si individuano le diverse soluzioni, si fa la verifica. Alcune soluzioni sono immaginarie, altre reali; tra queste ultime alcune impossibili altre possibili. Tra le soluzioni possibili alcune possono essere impraticabili. Via via che si procede nella loro discussione, le soluzioni accettabili diventano sempre meno. Il come risolvere il problema dei passaggi a livello del centro di Mazara sembra alla fine dare due soluzioni reali: a) l’interramento dei binari; b) la loro eliminazione. Per quanto riguarda la prima ipotesi, essa può avvenire attraverso l’escavazione di: 1) una trincea a cielo aperto abbassando il livello dell’attuale piano ferroviario di 6 metri rispetto a quello stradale, e nei punti di intersezione con la viabilità urbana costruire dei ponti. Tracciare una trincea a cielo aperto significa, però, generare uno squarcio di tale violenza da deturpare irrimediabilmente l’intera città, non considerando che tale ferita comprometterebbe lo stesso assetto urbano anche dal punto di vista igienico – sanitario, di sicurezza oltre che di estetica. 2) Trincea coperta, tipo una metropolitana leggera.Vedi soluzione adottata a Palermo per il tratto Stazione Centrale – Stazione Notarbartolo.





Quella progettata per Mazara qualche decina di anni fa è ibrida, per buona parte aperta, e per il solo tratto urbano, coperta. Tale progetto è stato anche portato alla conoscenza dell’amministrazione provinciale presieduta dal Sen. D’Alì su richiesta della stessa. Ma il silenzio è calato attorno al progetto. Con essa si eliminerebbero tutti i passaggi a livello centrali, Via Castelvetrano, Piazza Matteotti, Piazza Madonna del Paradiso, Via Roma: si avrebbe una trincea coperta di 1 Km e ben quattro km di trincea aperta dal fiume Delia fino all’Hopps Hotel, e dalla fine del tratto coperto di via Marsala al ponte di Miragliano; inoltre sarebbe prevista la costruzione di una stazione sotterranea al posto dell’attuale. Il passaggio a livello di viale Africa verrebbe eliminato attraverso la costruzione di un ponte,operazione possibile poiché in quel punto il piano ferroviario raggiungerebbe la quota prevista di – 6 mt indicata dalle ferrovie. Costi e tempi non quantizzati: per ammissione dello stesso progettista “ Il costo di compatibilità dell’opera sarebbe inaccettabile da parte di RFI” Tale soluzione, se da un lato eliminerebbe definitivamente i passaggi a livelli centrali, dall’altro provocherebbe un danno ambientale, attraverso la costruzione di questa faglia – trincea , di notevole impatto e le cui conseguenze sarebbero disastrose per lo sviluppo del territorio. Inoltre la carenza di risorse finanziarie pubbliche renderebbero questa via non percorribile. A questo punto, l’unica soluzione reale potrebbe essere il progetto Russo adottato dall’amministrazione Cristaldi. A suo favore l’economicità e soprattutto la rivalutazione ambientale del territorio interessato. Essa rimane tuttavia una soluzione dolorosa ma necessaria anche se non da tutti condivisa. Sempre che si voglia risolvere seriamente il problema.


giovedì 18 febbraio 2010

Sottopassi a Mazara? Soluzione impossibile.


I sottopassi non sono una soluzione possibile per eliminare i passaggi a livello. Per essere realizzati hanno bisogna di una vasta area a disposizione. Ecco perchè a Mazara la soluzione è impraticabile. Mi auguro che da questo filmato  possa avere inizio una discussione seria su come liberare  la città dal cappio dei passaggi a livello lasciando da parte pregiudizi o amenità  del genere. Se si vogliono  eliminare i passaggi a livello bisogna rinunciare a qualche cosa. Il non farlo significa lasciare le cose  inalterate per sempre.

mercoledì 17 febbraio 2010

Mazara strozzata dai passaggi a livello.

Mi ero ripromesso di non intervenire sulla questione dei passaggi a livello della ferrovia che taglia Mazara in due, e ciò perché sono convinto che in questa città è impossibile affrontare un problema in modo serio e cercarne le soluzioni senza cadere nella retorica o farsi prendere dalle pulsioni dei pregiudizi. Sulla stessa questione mi sono limitato a postare il master plan così come esso è stato presentato l’estate scorsa, in piena campagna elettorale, e come è stato approvato dall’attuale amministrazione, senza commentarlo. Tenterò di affrontare il problema in modo asettico, anche se ne sono coinvolto in quanto, abitando a pochi metri da uno dei passaggi a livello, sono costretto a convivere, mio malgrado, con il disagio degli ingorghi generati quando essi sono chiusi o guasti. Ciò capita spesso. Quando è stato disegnato il tracciato della ferrovia all’inizio del secolo scorso, Mazara era una cittadina molto raccolta attorno al suo centro storico. Né gli amministratori né i tecnici di allora potevano prevedere, in un futuro prossimo, un suo sviluppo metastatico da deturparne irrimediabilmente volto e territorio. Gli attuali passaggi a livello assieme alla linea ferrata, fagocitati da tale espansione incontrollata e irrazionale, sono diventati un ostacolo e cappio per una città che aspira a candidarsi come polo culturale e turistico di rilievo mediterraneo. A questo sviluppo barbarico della città non ha fatto seguito una seria programmazione del traffico. Il nodo da sciogliere è costituito innanzitutto dai quattro passaggi a livello centrali che sono causa di ingorgo del traffico. La loro presenza è incompatibile perchè chiudono Mazara dentro una serie di attraversamenti che pongono anche un problema di transitabilità in caso di emergenza. Come risolvere il problema? Esistono alternative alla loro eliminazione ? Per far ciò le ipotesi valutabili sono quelle che prevedono: la costruzione di sottopassi o di sopraelevate del piano stradale rispetto a quello ferroviario oppure l’interramento della linea ferrata che attraversi tutto il centro della città. Infine rimane per ultima l’ipotesi di eliminare un tratto dell’attuale ferrovia che va da Campobello a Mazara, con la costruzione, in quest’ultima, di una nuova stazione sita più a nord che ne riprenda il collegamento ferroviario con Trapani. Quest’ultimo è il progetto approvato dall’attuale amministrazione. In tal modo si verrebbe a liberare la città dai passaggi a livello e verrebbe ad essere riqualificata la parte di ferrovia eliminata che va da viale Africa alla nuova stazione. Analizzando le prime due ipotesi, se esse sono fattibili in un contesto periferico, non lo sono per il centro, se non altro per la tipologia dell’assetto urbano della città. In presenza di strade strette e densamente costruite qualsiasi ipotesi di dar vita a sopraelevate o a sottopassi è improponibile, a sentire la maggior parte dei tecnici professionisti. Rimane l’interramento, soluzione però che presenta costi elevatissimi e tempi di realizzazione lunghi, associati ad ostacoli insormontabili sotto l’aspetto tecnico, in considerazione della limitatezza dello spazio a disposizione per l’escavazione e la costruzione di un tunnel; a meno che non si voglia sacrificare l’ intero asse viario, compreso tra Piazza Matteotti e Via Roma, adiacente e parallelo alla ferrovia,. In tal caso i costi sarebbero insostenibili e verrebbe inoltre minacciata la stessa sicurezza statica delle abitazioni adiacenti, tutte densamente abitate. Tale soluzione sarebbe tuttavia parziale, in quanto non eliminerebbe i passaggi a livello a nord lungo il tratto che dalla via Roma porta alla via Mario Fani. Una ipotesi del genere non verrebbe neanche presa in considerazione da R.F.I oltre che dal Ministero per le Infrastrutture, alla luce anche di priorità di intervento in una Sicilia disastrata dal punto di vista idro- geo- morfologico e sui quali bisogna indirizzare la maggior parte delle scarse risorse finanziarie disponibili. Non rimane che la soluzione ultima, sicuramente la più dolorosa, ma l’unica in grado di risolvere il problema dei passaggi a livello, a vantaggio della quale sono l’economicità e la riqualificazione ambientale. Fare opposizione a volte strumentali, non confortata da dati tecnici, con riferimenti a realtà e contesti diversi dal nostro, significa volere continuare a tenere imprigionata la città in un sistema ferroviario obsoleto e di scarsa utilità. Oggi l’attuale ferrovia, così come si presenta, non ha alcun valore né commerciale né turistico né di comunicazione. La ferrovia in questione, relativa alla tratta C/vetrano - Trapani avendo perduto peraltro il suo ruolo strategico commerciale e per l’esigua utenza che la utilizza, è stata esclusa dai piani di potenziamento di R. F. I per la Sicilia occidentale.


 Contro l’eliminazione del tratto ferroviario, peraltro condivisa dalla maggioranza della cittadinanza, la quale a suo tempo si è espressa anche sotto il profilo politico eleggendo Cristaldi e facendo del suo progetto il progetto della città, si schierano: un comitato di pendolari non mazaresi e addirittura la stessa amministrazione di Castelvetrano con in testa il sindaco Gianni Pompeo, il quale, peraltro, è stato dormiente insieme alla sua cittadina quando R.F.I ha eliminato la tratta Castelvetrano-Selinunte-P.Empedocle, vitale per il rilancio turistico e culturale del comprensorio archeologico più bello e più ricco del mondo. Quell’eliminazione è stato un vero schiaffo alla cultura e allo sviluppo turistico di quel territorio, ed il sindaco Pompeo e i suoi predecessori assieme ai loro concittadini avrebbero dovuto difendere  dall’eliminazione il famoso trenino ricorrendo anche alle barricate.
Contestazioni generiche e politicamente fuori luogo quelle del sindaco Pompeo e non condivisibili: “- Nessuno può quindi arrogarsi il diritto di manometterla, senza quanto meno prima discutere il problema in ambiti molto più ampi ed aperti; altro che protocolli a due o a tre !!! E’ innegabile che la linea ferroviaria causa problemi al traffico di Mazara: ma se davvero sta a cuore tale problema, si deve cercare una modernizzazione del sistema, creando opportuni automatismi di chiusura dei passaggi a livello, e laddove indispensabile, eliminandone qualcuno con un sistema universalmente conosciuto e da sempre attuato: la creazione dei sottopassi… Diciamo a chiare lettere: no alla realizzazione del progetto dell’amministrazione Cristaldi di eliminare i passaggi a livello creando in alternativa un trasporto su gomma per il tratto S.Nicola-Miragliano e sì al potenziamento ed ammodernamento della tratta” Per concludere, rivolgendosi direttamente a Cristaldi:” Quando lei mi metterà a conoscenza, come da buon vicino di casa, sulla pianificazione strategica della città di Mazara, le anticipo che sarò disponibile a condividere un percorso strategico, purché non miri, per esempio, a togliere una via di comunicazione della mia città, dei miei cittadini, con la città di Trapani “ Una ingerenza bella e buona quella del primo cittadino belicino che con queste affermazioni dimostra: a) di non avere alcun rispetto dell’autonomia delle scelte politiche di una città viciniora; b) di ignorare che il collegamento ferroviario C/vetrano Trapani esiste attraverso Via Milo, se proprio non si vuole utilizzare l’intermodulo gommato.- A tale proposito potrebbe richiedere il potenziamento attraverso il raddoppio e l’elettrificazione dell’attuale tratto ferroviario, in quanto fattibile in quella direttrice-; c) di non avere alcuna conoscenza del problema arrivando a spararle grosse quando indica nei sottopassi la soluzione palliativa. Forse il sindaco Pompeo ignora che gli automatismi di cui parla sono attualmente regolati da un sistema centralizzato che si è rivelato inidoneo. Viene il sospetto che ancora una volta a decidere il futuro di questa città deve essere la gens di Castelvetrano o di Marsala o di Salemi e non di Mazara. E se decidessero almeno in questo caso i cittadini interessati?

venerdì 5 febbraio 2010

Consagra e il progetto della facciata


Laddove è possibile agli altri realizzare, non lo è a Mazara del Vallo.

Essendo ritornata d'attualità se realizzare o meno la facciata dello scultore Pietro Consagra, ripubblico un articolo da me postato qualche anno fa su Mazaracult.

E’ una strana storia, fatta di proposte, progetti, critiche ,veti, ripensamenti , finanziamenti, impegni politici e delusioni. Tutto ha avuto inizio nel 1983, quando, visitando la sua Città nativa, Pietro Consagra rimaneva infastidito dall’insolente presenza del Palazzo della Città, l’alieno, come usava dire,che nella sua inquietante e anonima bruttezza, devasta tuttora la piazza più bella, ne annichilisce la storia,ne ridimensiona interesse e prospettive culturali per il futuro. L’artista si mostrava ancora più severo con quelli che Lui considerava,ingenuamente, i suoi paesani,i quali con il loro silenzio e la loro indifferenza, retaggio dello smarrimento della cultura del bello, si erano supinamente assuefatti al mostro senza che da costoro venissero prodromi di reazione e manifestazioni di rigetto. E’ al ritorno a Roma e poi a Milano che il maestro inizia a progettare, secondo la sua filosofia della città frontale, una grande opera scultorea che nascondesse l’alieno, e che desse alla piazza e alla sua bellezza architettonica, una prospettiva di affascinante violenza dal punto di vista artistico. Non si trattava di un intervento strutturale sostitutivo, come impropriamente e con una dose di malafede è stato fatto credere dai soliti nientisti, prima assenti ed indifferenti, e poi sbraitanti cultori del niente da fare. A questa roboante mediocrità culturale cui era devota una parte dei così detti tecnici professionisti, con a capo geometri, ingegneri e architetti locali, si associava in mutuo soccorso la Bella Addormentata dell’intelligence della Soprintendenza ai BB.CC. fino ad allora assente, dormiente o distratta nei confronti dell’alieno, la quale, risvegliatasi bocciava seduta stante, con argomentazioni poco convincenti, il nuovo progetto, senza capire di che cosa si trattava. Infatti la cultura artistico architettonica dei funzionari della Soprintendenza ai BB.CC. limitandosi alla sola conservazione dell’antico, dimostrava di non di saper valutare commistioni e relazioni tra antico e contemporaneo. Quanti tra questi creativi esperti hanno mai visto il Louvre e la Piramide di vetro voluta da Mitterand? E ancora a Parigi la Tour Eiffel o il Centre Pompidou? E il progetto per il nuovo complesso museale dell'Ara Pacis redatto da Richard Meier a Roma, la cui cantierizzazione è curata, per l'Amministrazione comunale, dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali e dall'Ufficio Città Storica? Jean Nouvel, uno dei più prestigiosi architetti della scena internazionale, lancia quella che può apparire ad alcuni una provocazione: nei centri storici si può costruire secondo lo stile contemporaneo. «La città non deve essere messa sotto formalina. I nuovi edifici devono testimoniare la cultura di oggi, ovunque siano realizzati.» Che dire, poi della Loggia di Hisozaki progetto per l’uscita degli Uffizi a Firenze, affidato a Arata Isozaki? Fioccano le firme più illustri dell'architettura nazionale e internazionale, di intellettuali e rappresentanti del mondo della cultura e dell'arte a favore della sua realizzazione. Per continuare con Il Ponte di Calatrava a Venezia ovvero il quarto ponte sul Canal Grande. Tutte opere che interessano il campo dell’architettura, ma nulla vieta di considerarle delle vere opere scultoree. Ancor più che l’opera artistica, nota come la Facciata era una scultura architettonica frontale, progettata per essere posta solo in quel contesto,da cui traeva e dava anima, in una sequenza armonica di stili compositivi diversi, producendo una simbiosi tra arte e architettura, tra barocco e informale. Una evoluzione dinamica dell’arte architettonica coerentemente dissonante, ma piena di fascino e di pathos, dirompente nel concepire in visione moderna una parte dell’antico. “Credo che la Facciata di Mazara, il cui progetto è stato ammirato in tante esposizioni costituirebbe un evento internazionale, oltre ad essere un intervento stimolante ed esemplare di una ecologia non distruttiva” dichiarava Consagra durante un intervista, “tempo fa l'ho ancora elaborato e l'ho esposto nella mia mostra personale Darmstadt, nel 1997. In quella occasione, il direttore del museo tedesco ha fatto realizzare al vero due piani alti 11 metri “
Le ambiguità di fondo, le arretratezze culturali, le ottusità burocratiche della soprintendenza ai BB.CC. l’assenza di una vera politica culturale da parte delle amministrazioni comunali,che avrebbero dovuto difendere politicamente l’opera del grande artista mazarese, hanno fatto perdere a Mazara una occasione storica. Perché questa pervicace ostilità all'introduzione dell’arte contemporanea nel tessuto storico quando è evidente che la grande architettura del passato si è nutrita di interventi contemporanei (rinascimentali, barocchi, settecenteschi)? Perché l'inserimento dell’opera di Consagra dovrebbe essere, dunque, meno legittimo del palazzaccio attuale o del campanile inserito postumo nel corpo della cattedrale? “ In Sicilia non importa far male o far bene;il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di “ fare” . diceva don Fabrizio Salina a Aimone Chavalley nel “Gattopardo”. Che avesse ragione?