Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

giovedì 8 settembre 2011

Il Festino delle promesse mancate.


Così anche quest’anno il “ Festino di S.Vito” dedicato al mare Mediterraneo metafora di confuenza   di popoli, della loro storia, delle loro religioni, dei loro destini,è andato. Grazie alla ferrea volontà di un vescovo che imprime al  festino, in assenza di un vuoto propositivo mostrato dall’amministrazione  locale, momenti di religiosità e di condivisione dell’accoglienza  legata a  quel mare attraverso il quale  il santo di Mazara fu costretto a fuggire e lasciare dolorosamente la propria terra. Un corso e ricorso storico che vede oggi i popoli dell’altra sponda avventurarsi nello stesso mare e in condizioni forse peggiori. Il festino voluto da Mons. Mogavero è stato incentrato sul tema dell’accoglienza, della condivisione e della speranza. Valori che bene sono stati scenografati nella sfilata storica magistralmente diretta dal  prof. Giovanni Isgrò. Ma se il tema del festino era anche la tolleranza, non sembra che l’atteggiamento dell’intera amministrazione guidata dal sindaco On.Cristaldi sia stata in sintonia con lo spirito del Festino. E’ stato il “ Festino “ delle occasioni mancate, di sgarbi istituzionali e soprattutto delle promesse mancate.” Abbiamo l’ambizione di fare di Mazara una piccola capitale del mediterraneo,la capitale della multiculturalità e della multietnicicità, ed è nostra intenzione, il prossimo anno di riportare il festino di San Vito nel circuito dei grandi eventi di richiamo turistico, così come questa città e il suo Santo Patrono meritano “ ebbe a dire al momento del suo insediamento il neo sindaco On Cristaldi, appena eletto. Sono passati due anni e quelle parole sono rimaste parole prive di sostanza. I fatti hanno messo in evidenza che per l’amministrazione il festino non è una priorità,al contrario della spiaggia in città, delle chiatte,  della ceramizzazione   a macchia di leopardo di intere vie e viuzze, vicoli e piazze mostratasi  spesso irriverente dei monumenti e dell’identità storica della città. Nonostante tutto,il Festino ha avuto un notevole successo di pubblico e di critica grazie all’indomabile volontà del vescovo di Mazara mons. Domenico Mogavero,  coadiuvato dal prof. Giovanni Isgrò. Il tema dato al festino era il mare e i marinai, luogo di sogni e di speranze,di grandi delusioni e notevoli sacrifici, di lavoro  e di tragedie umane. Il mare dei marinai di Mazara, dei pescatori di pesce e di naufraghi,di corpi privi di vita o in balìa delle intemperie, il mare dell’accoglienza e delle sue vittime, il mare dei respingimenti e della solidarietà. Un festino che è stato anche, nella sua rappresentazione in costume, una lezione di storia di elevato significato pedagogico. San Vito perseguitato e costretto a fuggire dalla sua casa per essere accolto in terra straniera e ancora perseguitato; le stesse vicissitudini che oggi incontrano i migranti dell’altra sponda .La curia ha saputo dare un segnale di modernità e di drammatica attualità al Festino, al contrario dell’amministrazione incapace  ancora una volta di liberarsi dalle solite manifestazioni borgatare e strapaesane, prigioniera della ragnatela ordita da quel provincialismo di maniera fatto di fiere e mercatini rionali,di esposizioni di paccottiglie e chincaglierie,di zabinate e zucchero filato.