Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

domenica 29 dicembre 2013

Standing ovation per la candidatura di Pino Bianco.


Una standing ovation accoglie la candidatura del dott. Pino Bianco. La sala congressi del Mahara hotel è stracolma di simpatizzanti, gli organizzatori si sono dati da fare per l’occasione. C’era tutto il PD, da Giorgio Macaddino a Giampiero Giacalone insieme a vecchi e nuovi militanti a far da cornice ad una investitura all’insegna della ritrovata coesione tutta da verificare. Tutti in piedi ad applaudire, tanto che non sfugge l’emozione del designato candidato.
 Doveva essere il giorno del trionfo del neo segretario del PD Francesco De Blasi e del suo mèntore, invece è stato il trionfo delle liste civiche. Loro hanno voluto la candidatura di Bianco, il PD ha dovuto inizialmente subirla per poi sponsorizzarla. Alle liste civiche è andato il primo ringraziamento del neo candidato, il quale ha, con nobiltà, offerto il calumet della pace a Macaddino, mettendo una pietra sopra gli eventi passati.
Bianco parla da vero vincitore dando prova di saggezza politica. È consapevole che i prossimi mesi saranno difficili, il percorso che porterà alle prossime elezioni si prevede irto di insidie e per raggiungere l’obbiettivo del ballottaggio occorre una squadra coesa e motivata. Pino Bianco sa anche che non tutto è scontato, che gli avversari sono tenaci e agguerriti, ma ʺ quando il gioco si fa duro, i duri scendono in campoʺ, chiosa il medico. Un messaggio chiaro che intende guidare la sua coalizione a modo suo, senza condizionamenti. C’è molto entusiasmo in sala, ma non sfugge qualche tensione all’interno della variegata coalizione che sostiene il medico.
 Il ʺmal di panciaʺ di SEL per l’alleanza con i democratici riformisti rappresentati in provincia da Doriana Licata è forte, tanto che i loro rappresentanti, per dissenso, si defilano dalla manifestazione. Qualche sorrisino ironico accompagna l’intervento del rappresentante di Doriana Licata sul tema della legalità e di quello dell’UDC sull”Innovazione”, mentre il vessillo del nuovo che avanza è tenuto alto dal sempre presente Acaro, promotore delle lista rosa.
I numeri danno più probabilità di successo al candidato di centro sinistra rispetto ai suoi avversari diretti solo se riuscirà in quel processo di amalgama del policromo assembramento che vede insieme liste civiche, liste fai da te e partiti istituzionali. Il neo candidato, per potere realizzare il sogno della sua vita, ʺdiventare sindaco della sua cittàʺ, dovrà affrontare un compito difficilissimo: quello di riappacificare un partito e soprattutto quello di recuperare un elettorato che l'ha da tempo abbandonato a causa di una classe dirigente locale mostratasi evanescente, litigiosa e incapace di delineare un proprio progetto politico. A Bianco sarà chiesto di far rivivere quella lontana stagione che a partire dal 1994 prima “La Coalizione dei Democratici” e poi L’Ulivo” avvicinarono la gente alla politica con entusiastica partecipazione. Furono le sole volte che il centro sinistra vinse in città. Nonostante la caratura professionale del medico, a suo vantaggio gioca che non vive di politica, è la mancanza di carisma politico il punto debole del candidato del centro sinistra.
Questa volta, però, nel centrosinistra si è più ottimisti. La partita è tutta da giocare, a meno che non riescano a farsi male da soli per l’ennesima volta.

lunedì 23 dicembre 2013

Auguri


AUGURO 
UN SERENO NATALE E UN FELICE ANNO NUOVO

martedì 17 dicembre 2013

Il triangolo di Kanizsa


E’ questa percezione collettiva, il triangolo di Kanizsa, che invita ad osservare quel che si vuole che si osservi, che invoglia a tenere lo sguardo non oltre un certo livello, il nuovo elemento strategico che va a sostituire la propaganda e la retorica politica.

La mossa del sindaco di Mazara di accreditarsi berlusconiano, facendo professione di fede immediatamente dopo la separazione di Alfano da Berlusconi, appare finalizzata a dare una copertura politica nazionale alla sua ricandidatura alle prossime amministrative.
Cristaldi sa che il suo movimento,”I Futuristi”, senza una investitura politica rischierebbe di essere relegato a folkloristica lista civica, alla stessa stregua delle tante altre fruttificate nell’albero dell’antipolitica.
Il sindaco non ci sta a passare per paladino dell’antipolitica, gli occorre un simbolo ed è quello che chiede: essere il candidato ufficiale di F. I. con una investitura benedetta da Berlusconi. Con quali referenze? La sua storia politica accompagnata da un pacchetto azionario di diciassettemila voti ottenuti nella sua elezione a sindaco. Saranno sufficienti? Il suo avversario e concorrente Toni Scilla non sembra mollare. Al contrario lavora per ottenere la nomina di coordinatore provinciale. Ha dalla sua gran parte del PDL convertito a Forza Italia, ovvero la presenza politica nel territorio e nella provincia. L’ex deputato di Grande Sud può contare su un corposo gruzzolo di voti che dispone il gruppo consiliare a lui fedele e soprattutto su un referente di spessore nella rigenerata Forza Italia, Giancarlo Miccichè, il quale ha qualche debito politico nei confronti di Scilla. Se quest’ultimo sarà nominato coordinatore provinciale crolleranno le speranze di Cristaldi di ottenere il simbolo. In tal caso, il sindaco di Mazara andrebbe avanti da solo con i ʺsuoi futuristiʺ, a meno che non senta il richiamo della casa madre, quella Alleanza Nazionale che gli ex colonnelli finiani hanno appena tirato fuori dal baule dei ricordi e che riproporranno in stile vintage alle imminenti elezioni europee. La loro coincidenza con le amministrative di Mazara rappresenterebbe una occasione ghiotta, per l’attuale sindaco, di rientrare nella politica nazionale.
Sulla carta, in considerazione dei numeri, e i numeri sono impietosi, il sindaco uscente è quello che rischia più degli altri concorrenti diretti.
Le condizioni politiche rispetto alle precedenti amministrative che determinarono la sua elezione sono notevolmente mutate e non suo favore.
La fuoriuscita dal PDL, partito nel quale era stato eletto, non l’ha rafforzato politicamente, né hanno giovato alla sua immagine i movimenti politici dallo stesso fondati, dal fugace “Partito Città”a “I Futuristi”, un progetto tuttora di scarso appeal politico e mediatico, al quale, in città, hanno aderito i fedeli del sindaco e i transfughi di altre formazioni politiche pronti a salire sul carro del potente di turno, per il bene della Città, naturalmente.
In tale ammucchiarsi indistinto molti sono coloro che vanno alla ricerca di una visibilità, avvezzi a cambiar casacca come in una sfilata di moda.
In politica sarebbe saggio distinguere e scegliere i propri compagni di viaggio; la storia, l'impegno, il background politico, la coerenza, dovrebbero essere dei punti fermi e non negoziabili al contrario della convenienza.
A chi del “tradimento e dei traditori per convenienza” ne ha fatto un pamphlet e un leitmotiv elettorale, ignorare o soprassedere a tali principi potrebbe anche costare una perdita di credibilità e di coerenza politica.
Ma è sotto l'aspetto numerico la debolezza dell'attuale sindaco. La rottura politica con figure che nelle precedenti elezioni sono state determinanti, sia dal punto di vista dell'organizzazione politica sia in quello della ricerca di consensi potrebbe infine giocare un ruolo decisivo per il raggiungimento del ballottaggio, ancor più, se alcuni di questi soggetti se li troverà come avversari in schieramenti contrapposti.
I cristaldiani e i neo cristaldiani acquisiti saranno sufficienti a raggiungere l'obiettivo?
Se la volta precedente il voto disgiunto ha giocato in favore dell'attuale sindaco, anche per assenza di avversari credibili, non sembra che lo stesso risultato possa ripetersi, in quanto i prossimi avversari sono politicamente di forte caratura. La strada si presenta aspra e in salita; adesso Cristaldi dovrà essere molto convincente per recuperare l'entusiasmo creatosi attorno a lui grazie a quelle proposte forti e coinvolgenti che doveva realizzare, ma non lo ha fatto, nel suo quinquennio di amministrazione.
Oltre al voto disgiunto, all'assenza di validi avversari, ai molteplici errori degli stessi, la vera carta vincente che consentì all'attuale sindaco di aggiudicarsi la partita è stata quella di avere intuito la voglia di compartecipazione attiva alla politica da parte della gente, assecondandola con l'invenzione del ʺsalotto in piazzaʺ, un talk show elettorale mascherato da think tank in cui gli spettatori avevano la percezione di essere co-protagonisti nelle scelte del programma. Ma si trattava solo di percezione, nient’altro che un disegno illusorio, come il triangolo di Kanizsa.
In tutti questi anni, però, il salotto in piazza non si sa che fine abbia fatto, nel frattempo la politica si è chiusa e isolata ermeticamente nel palazzo, lontano dalla gente.
Inoltre non è mai successo in questa città che un sindaco uscente venisse eletto per un secondo mandato. Qualche cosa Nicola Cristaldi deve inventarsi e la fantasia non gli manca.
Tuttavia a questa debolezza numerica fa da contrappeso, in un gioco delle parti, l’aspetto psicologico. In politica conta molto il modo in cui viene percepito il candidato. Il carisma, la forte personalità, l'enorme considerazione e autostima che l'attuale sindaco ha di se, la sua abilità di enfatizzare anche le cose più insignificanti, il suo carattere relazionale non facile e spesso ruvido, indisponibile al compromesso, determinano la convinzione assai diffusa che i suoi avversari non siano migliori. A siffatta sensazione dei suoi concittadini Cristaldi deve, anche, il successo politico sia negli anni passati sia nelle ultime elezioni.
E’ questa percezione collettiva, il triangolo di Kanizsa, che invita ad osservare quel che si vuole che si osservi, che invoglia a tenere lo sguardo non oltre un certo livello, il nuovo elemento strategico che va a sostituire la propaganda e la retorica politica e che probabilmente potrebbe aprirgli le porte del ballottaggio.
Basta, però, alzare lo sguardo al di sopra di quel livello per rendersi conto che la realtà non può essere nascosta dietro un’illusione.

giovedì 12 dicembre 2013

Duro intervento del consigliere aggiunto Zitoun contro il sindaco di Mazara




L’occasione è il convegno sull’immigrazione tenutosi a Mazara 


Un convegno di quelli da non perdere quello tenutosi a Mazara questa mattina. Il tema è coinvolgente, interessa non solo la città arabo normanna, ma soprattutto il suo tessuto sociale, le interazioni e le contraddizioni tra città di immigrazione ed emigrazioni. Organizzato dalla Fondazione Ignazio Buttitta con il patrocinio del Comune di Mazara del Vallo e del Centro Mediterraneo di Studi Interculturali, nessun rappresentante delle due istituzioni patrocinanti era presente, il tema proposto era : “Terre di confine – Storie di vita”, seminario di studi sulle migrazioni.
Pochi i presenti in sala ad eccezione di una classe di studenti di un istituto superiore, a conferma che il problema dell’immigrazione è poco sentito dall’intera collettività e, per dirla con un loro rappresentante, M.Soufien Zitoun,ʺla comunità autoctona e quella magrebrina non si integrano, non interagiscono, ma convivono nella totale indifferenzaʺ, osservazione, questa, già descritta, parecchi anni prima, dal sociologo Stefano Allievi nel suo libro “ Islam Italiano” e in una conferenza proprio nella nostra città organizzata dall’Istituto Euro Arabo di Mazara.
Eppure i relatori erano da ascoltare e seguire con grande interesse e attenzione, non fosse altro per il loro spessore culturale e per la specifica conoscenza socio antropologica del fenomeno immigratorio a Mazara.
Il professor Antonino Cusumano partendo dal suo libro “ Il ritorno infelice” che per primo studiò e affrontò dal punto di vista sociologico il fenomeno migratorio a Mazara, prima città siciliana ad esserne interessata negli anni settanta, ripercorre in un ottica antropologica mezzo secolo di migrazioni e di emigrazioni dalla sponda sud del mediterraneo a quella nord fino ai nostri giorni. Cusumano focalizza il suo intervento soprattutto sul contributo che l’enclave tunisina ha dato nel tempo e contribuisce tuttora,nonostante gli eventi siano cambiati, all’economia dei settori produttivi della città,dalla pesca all’agricoltura all’edilizia, all’assistenza familiare degli anziani,rinsaldando un tessuto sociale che altrimenti sarebbe stato destinato a sflilacciarsi. Tuttavia a tale significativo contributo non  sono corrisposte iniziative delle istituzioni locali e regionali per  una efficace politica dell’immigrazione fondata sulla reciproca interazione sociale.
Per l’antropologa Daria Settineri, dell’università Bicocca di Milano, il fenomeno migratorio inverso, dalla sponda nord a quella sud presenta corsi e ricorsi storici sin dall’inizio del secolo scorso. Anche allora, come oggi, erano i siciliani, nel percorrere la rotta inversa a isolarsi in compartimenti stagno non comunicanti con la comunità locale. Non tutti riuscirono ad interagire nelle relazioni in maniera positiva, molti, soprattutto le generazioni successive, si integrarono con successo facendo della Tunisia la loro nuova patria. Oggi il fenomeno è di natura economico per le opportunità che la Tunisia offre a chi investe, con tutte le ripercussioni che ne conseguono, però, dal punto di vista sociale, affettivo, comportamentale di chi sceglie di stabilirsi nella sponda nord africana.
Molto intenso, a tratti aspro l’intervento del consigliere aggiunto M.Soufien Zitoun, non tenero contro le politiche immigratorie dell’attuale amministrazione Cristaldi, considerate strumentali, enfatiche ma di fatto vuote nei contenuti. Zitoun, trentenne figlio di immigrati, laureato, mediatore culturale, ha da pochi giorni ottenuto la cittadinanza italiana, rimprovera il primo cittadino di avere rifiutato ogni dialogo con le rappresentanze della comunità tunisina, preferendo avvalersi della collaborazioni di uomini di fiducia del deposto presidente tunisino Ben Alì, ”affidando a uno di questi,- denuncia il consigliere aggiunto- addirittura la gestione di Casa Tunisia” recentemente inaugurata tra le contestazioni della comunità tunisina, non coinvolta all’evento né al progetto, tra l’imbarazzo dello stesso ambasciatore tunisino presente alla cerimonia. Zitoun non è tenero nei confronti del consulente del sindaco per i problemi dell’immigrazione, prof. Fouad K.Allam, al quale rimprovera, dopo quattro anni di collaborazione,” di non avere presentato alcun progetto inerente il compito affidatogli. Una consulenza rivelatasi economicamente esosa per la collettività che avrebbe potuto essere investita,al contrario, in forme di incentivazioni per avviare piccole imprese miste costituite da giovani mazaresi e tunisini”

lunedì 9 dicembre 2013

Nel segno del Serpentario


Archiviate le primarie del PD che hanno visto gli ex democratici bersaniani salire sul carro di Matteo Renzi, che fino a pochi mesi fa gli stessi definivano in modo sprezzante “la faccia pulita di Berlusconi”,ovvero convertiti, come è nella migliore tradizione, sulla via della convenienza politica, adesso tutte le energie, all’interno del partito, vengono indirizzate nel cercare la quadra anche nella designazione del candidato sindaco.
Che succede nel PD? Sembrava che dopo il recente congresso comunale si fosse arrivati ad una tregua dopo che Giorgio Macaddino e il suo sindacato, stravincendo, hanno conquistato il partito e con esso il diritto di avvalersi della ʺgolden shareʺ. C’è aria di burrasca all’interno dei democratici e gli umori che se ne percepiscono in queste ore ne descrivono un partito in preda ad una crisi di nervi.
Le prossime amministrative sono alle porte e il teatro dei democratici mette in scena ʺ Il candidatoʺ.
Tutto ruota intorno a quale attore verrà affidata la parte del protagonista. La discussione all’interno del partito riesce a trovare una sintesi a colpi di maggioranza, ma non a sopire gli animi. Infatti la neo segreteria  impone un solo candidato possibile, il dott. Pino Bianco. È la ʺgolden shareʺ che mette sul tavolo Giorgio Macaddino in forza dei numeri.
Sul nome non vi è unità, molti sono i mal di pancia e le riserve su Bianco, una delle quali quella di essere stato negli ultimi tempi vicino a Massimo Russo e non al PD. Inoltre viene visto con sospetto l’endorsement di Macaddino e del sindacato nei confronti di Bianco, tanto che all’interno del PD c’è chi ricorda ad alta voce che fu lo stesso Macaddino a “ tradire” Bianco candidandosi con una lista civica proprio contro il medico mazarese, allora candidato ufficiale dei D.S. Sono passati dieci anni, ma a quanto pare le ferite non sono state rimarginate.
Aleggia, neppure velatamente, il sospetto del voto disgiunto. Si fa calare sul PD una coltre di nebbia che potrebbe nascondere manovre sotterranee in favore di altri candidati alla poltrona di primo cittadino. Inoltre il fantasma delle primarie dell’anno scorso, che videro una sconosciuta Orrù diventare senatrice grazie ai voti di Vito Torrente, e prima ancora l’enorme messe di voti che consentì, sempre in città, a Baldo Gucciardi di essere il più votato, si materializza riaprendo un capitolo mai chiuso.
ʺ Pacta sunt servandaʺ, e con il voto disgiunto, nel segreto delle urne,ʺ il debito potrebbe essere onoratoʺ, si ammicca con qualche sottile malizia. Chissà se di tutto questo malumore il dott. Pino Bianco è al corrente. A Bianco sarà chiesto di far rivivere quella lontana stagione che a partire dal 1994 prima “La Coalizione dei Democratici” e poi L’Ulivo” avvicinarono la gente alla politica con entusiastica partecipazione. Furono le sole volte che il centro sinistra vinse in città.
Sarà capace il candidato Bianco ad assumere quel ruolo che nella costellazione del Serpentario viene rappresentato da Ofiuco o Esculapio, quel Dio della medicina che guarisce dai mali e il cui simbolo è il serpente segno del rinnovamento e del ricambio?