Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

sabato 13 settembre 2014

Il grande fetore



Niente paura, non si tratta della  Grande Puzza  (Great  Stink), l’ammorbante evento  verificatosi a Londra nell'estate del 1858, durante il quale la capitale britannica fu colpita da intensi miasmi che si sprigionavano dal Tamigi in cui si riversavano direttamente  le acque reflue non trattate di origine umana. A distanza di 150 anni, mentre in tutta Italia si commemora il centesimo della Grande Guerra, un’altra Capitale, questa volta nell’estremo limite siculo - mediterraneo, viene interessata da strani quanto sgradevoli olezzi fecali (di origine merdosa tanto per intenderci e non rimanere legati all’etichetta del formalismo o del bon ton, perché il feto sempre feto è e rimane, anche se lo chiami elegantemente “afrore”). La causa non è da addebitarsi allo sversamento dei prodotti dei nostri bisogni quotidiani dalle fogne al mare, per fortuna noi abbiamo da secoli il senso dell’igiene, al contrario degli amici albioni, e vivaiddio perché siamo dotati di tecnologia avanzatissima e di sistemi di depurazione che trasformano le nostre acque da fogna, non dico in eau de cologne, ma in limpide acque denaturate. Almeno così dovrebbe essere in teoria e queste erano le assicurazioni espresse con solennità dal primo cittadino mazarese sei mesi fa all’atto della messa in funzione del depuratore.
Eppure il messaggio del primo cittadino era stato entusiasmante: “Oggi per la nostra Città è una giornata storica! Mazara un depuratore non lo aveva ed oggi ne ha uno moderno ed efficiente. Dopo avere superato una serie di complicati ostacoli, dotiamo finalmente la nostra Città di un impianto di depurazione dei reflui assolutamente necessario per la salvaguardia igienico sanitaria, per interrompere l’incivile pratica degli scarichi diretti in mare e nel fiume.” Sempre in teoria.
Ma a chi come me trascorre i due mesi estivi nella casa di campagna a circa trecento metri in linea d’aria dal complesso depurativo (che non è un lassativo ma poco ci manca per diventarlo) ad alta tecnologia, quelle parole oggi suonano come una beffa, se si è costretti a respirare un tale feto in qualunque momento della giornata e soprattutto durante la notte.
Nemmeno l’odore dei pesci fritti o dei broccoli bolliti riescono a coprire il tanfo che violentemente sale dalla valle. “È la puzza della strega puzzolenta”, spiego al mio nipotino quando anche lui percepisce quel fetore. Come faccio a spiegare che è colpa della tecnologia che non funziona o di chi è incapace di farla funzionare?
Meglio dare la colpa alla strega puzzolenta o a  quella maledizione che affligge Mazara da quando l’Arcangelo Michele staccò il corno al demonio e la cornuta protuberanza cadde sull’Inclita Urbis. La cercarono dragando il fiume Mazaro, ma forse bisogna cercare sull’altro fiume, il Delia, perché è da lì che proviene il feto.

lunedì 1 settembre 2014

In memoria di Pino Inzerillo



di Piero DiGiorgi



Giuseppe Inzerillo, Pino, per quanti di noi hanno avuto la fortuna di confrontarsi e anche di scontrarsi con lui o di essere insieme in circostanze conviviali, godendo della sua arguzia e della sua ironia, ha concluso il suo itinerario terreno il 9 agosto 2014 nella sua terra di adozione, Ferrara. Aveva compiuto 79 anni il 15 maggio.

Scrivo queste brevi note, anche spinto da questi amici, in particolare dall'amico Sarino Di Bella, professore emerito di Castelvetrano, che fu giovane insegnante di Inzerillo al liceo classico G. G. Adria di Mazara del vallo, con il quale, Pino ed io ogni estate ci incontravamo e che, appresa la triste notizia,  mi volle telefonare esprimendo tutto il suo cordoglio e pregandomi di renderlo pubblico.

Pino Inzerillo, pienamente consapevole della sua imminente fine, aveva voluto ritornare per l'ultima volta nella sua Mazara, dove era nato, anche  per un ultimo saluto alla sua famiglia di origine.

Ho avuto così il privilegio di poterlo vedere negli ultimi giorni della sua esistenza e ascoltare la sua voce che, pur consumato dalla malattia, distillava con fatica parole di speranza ed emozioni spesso represse, con la solita lucidità che gli era consustanziale.

Si può dire che conoscevo Pino da sempre, se si considera che l'adolescenza è l'età della ricerca dell'identità e sulla mia Pino ha lasciato, certamente, un'impronta, essendo di qualche anno più grande e già acuto lettore.

Studente brillante al liceo, laureatosi in giurisprudenza, vinse il concorso direttivo al Ministero della P. I. e venne assegnato presso il Provveditorato di Ferrara, percorrendo la carriera fino a Provveditore agli studi, prima a Pescara e poi a Ferrara, dove è rimasto al vertice dell'istituzione scolastica provinciale per un trentennio. Girava nella città estense uno slogan: “Passano i sindaci, passano i prefetti, passano i questori, passano anche i vescovi, ma il provveditore agli studi qui resta sempre lui”. Negli ultimi anni della sua vita ha ricoperto anche la carica di sovrintendente regionale dell'Emilia-Romagna.

Al di là della sua carica pubblica e della specifica conoscenza della legislazione scolastica, tanto da essere uno dei consiglieri più ascoltati dai Ministri della P. I., Pino Inzerillo è stato un intellettuale fine ma anche polemico e senza peli sulla lingua. Una volta in pensione, ha scelto di restare a Ferrara, città da lui amata, dove vivono i suoi figli e nipoti, aveva costruito tanti legami ed era stato un protagonista della vita culturale della città,  invitato spesso come relatore o in dibattiti, scrivendo e viaggiando. Ha assunto anche la carica di presidente del locale “Circolo dei negozianti”, dove ha promosso varie iniziative culturali e a cui ha dedicato un saggio di carattere storico. Il suo carattere forte, talvolta spigoloso, la sua capacità di prendere decisioni seguendo principi saldi di coerenza, di senso del dovere, di perseguimento del bene pubblico, certamente non diplomatico, lo rendeva inviso ad alcuni, sia tra i dipendenti che nei rapporti coi sindacati. Di estrazione socialista, si era avvicinato al PCI, ritenendolo il partito di lotta contro i privilegi ma ne fu deluso e ne prese le distanze pubblicamente, anche attraverso articoli sulla stampa emiliana. Anche per questo non fece carriera politica, pur essendo stato indicato, negli anni '80, da un settimanale molto diffuso, come una delle nuove teste d'uovo del PCI.

Ha sempre mantenuto i contatti con gli amici della sua Mazara, dove trascorreva vacanze più lunghe dopo il pensionamento professionale, contribuendo anche al dibattito culturale mazarese, come relatore e con le sue pubblicazioni, ultima delle quali l'anno scorso, una rielaborazione di scritti e appunti del padre Lorenzo.
Tra i suoi libri più noti è una Storia della politica scolastica in Italia per i tipi degli Editori Riuniti. Edito da Carocci La scuola con le crucce scritto insieme con Vincenzo Bonazza, ricostruisce l'istruzione elementare nel Basso ferrarese in età liberale. Un altro contributo sulla scuola di Ferrara, dal titolo “Giuseppe Bottai e la sua riforma a Ferrara” è contenuto nel volume Una scuola nella guerra, curato dall'Istituto di storia contemporanea, comitato provinciale di Ferrara per le celebrazioni del cinquantenario della Resistenza, Gabriele Gorbo editore. Un'interessante monografia ha scritto su un altro concittadino illustre, Nino Sammartano, edito dall'Istituto euro-arabo di Mazara del Vallo. Molti sono i suoi articoli in varie riviste e giornali, di cui alcuni presenti nella  Rivista “Dialoghi mediterranei”, periodico dell'Istituto euro-arabo.

Da uomo di cultura, Pino Inzerillo amava, ovviamente, l'arte tanto da avere trasformato l'androne delle scale dove abitava in una sorta di galleria d'arte, con quadri avuti in dono anche da artisti famosi e che i condomini chiamavano “Pinacoteca Inzerillo”

Pino Inzerillo è stato salutato, per l'ultima volta, oltre che dai suoi familiari, da una folta presenza di amici e conoscenti, tra cui tanti presidi e insegnanti e autorità della città, nella Sala del Commiato della Certosa. La cerimonia del funerale è stata ripresa da Telestense. Il prete, durante l'omelia, ha sottolineato “la cultura enciclopedica” di “un uomo che è sempre stato in grado di dare il meglio di se stesso, così da rappresentare per giovani e studenti un punto fermo”. Ha anche parlato della sua capacità di prendere decisioni, “del suo carattere fermo, che spesso lo rendeva inviso a tanti, ma ce ne vorrebbero di persone come lui”. Vittorio Sgarbi, ferrarese, ha esortato il sindaco Tagliani a intitolare una strada a Giuseppe Inzerillo per meriti culturali, proposta che è ora all'esame della locale commissione toponomastica. Da parte nostra, ci auguriamo che anche il comune di Mazara del Vallo voglia intestargli una via della sua città natale.