L’esercizio delle parole è essenziale in politica e chi non ne fa buon uso finirà per interrompere il filo di comunicazione con la gente e con i propri elettori. Se da un lato le parole rappresentano il mezzo che permette il dialogo tra le persone; è attraverso di esse che vengono mandati messaggi che possono essere recepiti o respinti. Delle parole non se ne può fare a meno, soprattutto per chi svolge una funzione politica, ed in questo contesto il loro uso deve essere oggetto di particolare attenzione e cura per la loro qualità. Chi fa politica o chi esercita funzioni istituzionali, nel comunicare attraverso la qualità delle parole deve escludere quelle di tenore offensivo. Sebbene molti consiglieri presentano limiti e insufficienze, tuttavia essi non appartengono a una specie umana degradata e o incompleta, non sono un peso morto, come scriveva Massimo D’Azeglio quando si riferiva ai siciliani ( il lebbroso con cui toccava andare a letto). Costoro sono semplicemente privi di una educazione politica, ancora immaturi al libero confronto. Ma per fortuna non assomigliano nemmeno ai Borghezio, ai Salvini o ai Miglio anche se continuano a dimostrare tutta la loro incapacità a darsi una svolta culturale per uscire dal quel ” cul de sac” di irriverenti epiteti in cui si sono cacciati. Così termini come imbecille o prendere a ceffoni, sono politicamente e civilmente scorretti, da qualunque parte provengano, ancor di più se a farne un cattivo uso è un politico di comprovata esperienza e di indubbie capacità intellettuali.
Socrate:”Sappi che il parlare impreciso non è soltanto sconveniente in se stesso ma nuoce anche allo spirito” (Fedone). Lo cito sapendo che Socrate è uno dei filosofi più amati dal sindaco Cristaldi. Ciò vale per i consiglieri comunali ma ancor più per il sindaco.”
Avrei fatto questo richiamo al Sindaco Cristaldi in condizioni normali, in una città normale rappresentata da un Consiglio comunale normale. Ma dopo lo spettacolo indecoroso offerto dai consiglieri di opposizione, in sede di approvazione del bilancio, guidati da un presidente del consiglio sempre più fazioso, rozzo nei comportamenti, corresponsabile della regressione culturale dell’immagine del Consiglio stesso e dell’imbarbarimento della politica, non si può che condividere lo sfogo del sindaco. Ma si possono prendere a ceffoni delle facce di bronzo?