Da dove
incominciamo?
Due
anni sono un’eternità o pochi istanti. Punti di vista.
Riprendo
a scrivere sul blog consapevole che delle righe che butterò giù non gliene
fregherà a nessuno.
Riprendere
non è facile. Due anni di assenza dal blog non sono semplici da recuperare.
Troppe cose sono avvenute intanto. Anche se tu puoi decidere di stare fermo, esse
vanno avanti lo stesso. Tu ti fermi e gli altri proseguono; gli eventi si
susseguono, tutto si trasforma secondo il principio di Lavoiser. La politica,
sia quella locale sia quella nazionale, non sfugge a questa regola.
Ne è
passata di acqua sotto i ponti in questo tempo E con essa anche cadaveri
galleggianti. Un’ordalia popolare ha fatto venire giù le fortificazioni erette
a difesa dei partiti tradizionali; il crollo non ha risparmiato nessuno, non ha
avuto rispetto o pietà neanche per le icone della politica. Una nuova
generazione di politici non politici governa, imponendo regole, linguaggio, comunicazione,
in modo nuovo, e nello stesso tempo facendo tabula rasa del passato, anche
quello prossimo. In nome dell’ordalia non sono ammesse critiche se non si vuole
essere colpiti da fatwa.
Tante
cose sono cambiate in questi due anni. I dioscuri sono al governo. Le non
regole sono cambiate. Chi si ricorda dell'uno
vale uno, del non statuto e del termine portavoce? Scomparsi, cancellati con un colpo di spugna. Sostituiti dall'idolatria del nuovo totem: il contratto.
Come i comandamenti che dominavano l'ingresso della Fattoria degli
animali:
1)
Tutto ciò che va su due gambe è nemico.
2)
Tutto ciò che va su quattro gambe o ha ali è amico.
3)
Nessun animale vestirà abiti.
4)
Nessun animale dormirà in un letto.
5)
Nessun animale berrà alcolici.
6)
Nessun animale ucciderà un altro animale.
7)
Tutti gli animali sono uguali.
Alla fine
ne restò solo uno:
TUTTI
GLI ANIMALI SONO UGUALI.MA ALCUNI SONO PIU' UGUALI DEGLI ALTRI
Tante
cose sono cambiate in questi due anni. Ci siamo improvvisamente svegliati in
preda alla “paura dell’altro”, abbiamo rivoltato le nostre radici spalando come
zolle la nostra cultura, seppellendo l’accoglienza, seminando il respingimento, demolendo ponti ed erigendo muri.
Tutto questo in nome dell’articolo unico della non costituzione: “Prima gli
italiani”. Oppure in nome del contratto.
Tante
cose sono cambiate in questi due anni.
Il
popolo si è espresso con l’ordalia del voto nel referendum che minacciava la Costituzione
più bella del mondo al grido la Costituzione
non si tocca accompagnato da squilli e cori di No a un solo uomo al comando. Fiat vuluntas populi.
Lo
stesso popolo oggi assiste catatonico a un governo che fa strame della carta
costituzionale e principale responsabile dell’inaridimento di quei valori che
caratterizzano la nostra civiltà, abbandonando i capisaldi di una tradizione
con la quale è cresciuto, spinto tristemente verso un precipizio di
disumanizzazione e decristianizzazione.
I Lorenza Carlassare, Domenico Gallo,
Alessandro Pace, Massimo Villone, Gustavo Zagrebelsky, Giovanni Maria Flick,
Valerio Onida, Andrea Manzella, la curia, il clero e i sacrestani della Costituzione
dove sono? Anch’essi catatonici.
In
questo cambiamento qualcosa di incomprensibile sarà pur successo, soprattutto
dalle mie parti, se la Lega trova adesioni e adepti non solo tra piccoli
politicanti locali e Matteo Salvini, El Cid padano,diventa l’alfiere della difesa
dei nostri confini e della
reconquista delle nostre terre dalle
orde straniere venute a distruggere la nostra civiltà. Lui, che ubriaco cantava:
Senti che puzza, scappano i cani, sono
arrivati i napoletani.
E il
cambiamento ha lasciato solo macerie. I partiti sono diventati roba vecchia da mettere
in soffitta.