E’ stata una settimana molto “ grassa” quella appena trascorsa, preparatoria
ad un pimpante carnevale. La potremmo chiamare la settimana del “ sermone di carnevale
“ considerato che si è parlato più di prediche che di canzoni, nonostante un festival di Sanremo
sempre più dispendioso e sempre più noioso. Ma è stata anche la settimana della
“ farfallina inguinale”, della “ parolaccia”,
e del “ sotto il vestito niente “ . Il tutto con la
benedizione dell’audience. Come i Mille che partiti da Quarto sbarcarono a
Marsala, il sermone,lanciato via etere dalla città dei fiori è arrivato
puntuale a Mazara,nel luogo più appropriato e sacro,la cattedrale. Così noi
fedeli, conferiti alla funzione religiosa per raccoglierci in momenti più
spirituali,dopo l’inattesa predica
festivaliera propinataci dal molleggiato
predicatore, siamo stati costretti, in coda alla messa, a sorbirci un
predicozzo dall’officiante parroco sul perché la chiesa non deve pagare l’ICI.
Per nulla toccato dalla filippica di Celentano
contro i giornali cattolici Famiglia Cristiana e Avvenire accusati di
non parlare del paradiso, il nostro don Orazio esordisce, fiero, che Lui durante
le sue omelie,del paradiso parla spesso, e invita noi parrocchiani a stare
attenti,e a non farci deviare e ingannare dalle falsità che “ preti, suore e
vescovicchi in cerca di visibilità, attraverso interviste televisive,diranno
sull’Ici.” Ici? Non capiamo.Vabbè che siamo alla vigilia del carnevale e tutto
è ammesso: “ semel in anno licet
insavire “ anche nella casa di Dio. E giù con una filippica contro la
politica che vuole far pagare l’Ici alla
chiesa che “ ha già dato tanto”, in termini di assistenza e di vicinanza ai più
bisognosi,e in termini di immobili che “ sono stati rubati alla chiesa” da uno
stato ladro. Perentorio l’invito del parroco al sindaco,agli assessori e ai
funzionari del comune “ a salire sulla
nave”,( seppur con l’omissione del c…) e a mettersi al servizio della gente invece di
chiedere una tassa iniqua non dovuta. Ne ha per tutti il parroco che si defila dalla posizione di quei vescovi e cardinali disposti ad
accettare un compromesso sulla sacrilega imposta; si scaglia contro i privilegi
delle associazioni non profit, i
sindacati, i partiti politici, i comuni esenti dal pagamento dell’ici.
“Ite,missa est”. “E non fatevi influenzare da quel che diranno
in televisione e che scriveranno sui giornali”. Usciamo in silenzio confortati dalla salvifica benedizione e ci avviamo verso casa in
attesa della seconda predica televisiva. Come sabato grasso non c’è male. Che
sia stato uno scherzo da prete?