Padre Giovanni Matteo Adami,(
Mazara 17 Ottobre 1576 - Nagasaki 22 Ottobre 1633), entrato a diciannove anni nella
Compagnia di Gesù, a 26 anni parte per la Missione in Giappone dove in seguito
diventa Superiore della Compagnia esercitando con grande fede la sua missione
apostolica. Costretto a rifugiarsi in Cina a seguito delle persecuzioni
giapponesi contro i missionari, divenne Vicario e Rettore del Collegio di
Macao. Ritornato in Giappone per continuare la sua missione, subì le
persecuzioni e fu costretto a girovagare e nascondersi tra le impervie
montagne, fino a quando, ormai stremato e malato, fu preso prigioniero e
condannato al supplizio dell’ana tsurushi,
impiccagione a testa in giù, con il corpo calato fino a metà nella fossa, dove morì
dopo cinque giorni di atroci sofferenze il 22 Ottobre 1633.
Per padre Giovanni Matteo Adami, il martirio, al contrario di migliaia di altri martiri, non appare
sufficiente a aprire le porte della Beatificazione. Eppure negli ultimi decenni
la Chiesa ha curato con ritmo particolarmente intenso, spesso con scenografie
spettacolari, le cause di canonizzazione e sono stati proclamati santi o beati migliaia
di fedeli cristiani di tutte le epoche, anche di tempi recenti, appartenenti
alle più diverse condizioni: sacerdoti e laici, religiosi, persone sposate,
deceduti ad un'età veneranda o chiamati dal Signore ancora giovani.
Solo Giovanni
Paolo II ha proclamato durante il suo pontificato 1345 beati e 483 santi.
Significative le beatificazioni di massa dei martiri del xx secolo, ben 233 della
guerra civile spagnola Se si analizzano brevemente i dati relativi le beatificazioni
e le canonizzazioni wojtyliane, l’elemento che appare preponderante è la forte
presenza di martiri (1032 beati su 1345, il 76%, e 402 santi su 483, l’83%). Il
pensiero, espresso dal pontefice in differenti interventi, che la Chiesa del
Novecento e del terzo millennio sia nuovamente Chiesa martiriale, con la riproposizione dell’antica immagine sanguis martyrum-semen cristianorum,
trova nelle glorificazioni non solo conferma, ma attuazione concreta.
Non fu
da meno il suo successore Papa Benedetto xvi, che il 28 ottobre 2007 in una
storica beatificazione di massa, innalzò alla beatitudine 498 martiri spagnoli
della guerra civile.
Processo
continuato dall’attuale pontefice Francesco I con altri 522 martiri spagnoli (Terragona
Ottobre 2013) e durante il suo primo viaggio in Corea dove ha presieduto alla
beatificazione di Paul Yun Ji Chung
assieme ad altri 123 compagni martiri.
Eppure
in tutte queste spettacolari beatificazioni e canonizzazioni è stato dimenticato
il gesuita mazarese. Una distrazione della Chiesa Mazarese che sembra avere
rimosso, dimenticato e sepolto questo suo figlio e il suo martirio.
Nel suo
messaggio alla prefazione del libro Giovanni
Matteo Adami S.J scritto da Francesca La Malfa e presentato un mese fa a
cura dell’Istituto Per La Storia Della Chiesa Mazarese, il vescovo Mogavero
scrive:
“La
distanza geografica non giustifica l’oblio di questo glorioso apostolo di
Cristo”
Bene,
allora la Chiesa di Mazara si faccia postulatore del processo di
Beatificazione, in modo che alla comunità mazarese sia data la possibilità di
tributare culto pubblico al suo Figlio e Servo di Dio Giovanni Matteo Adami.