di Piero DiGiorgi
Giuseppe Inzerillo, Pino, per
quanti di noi hanno avuto la fortuna di confrontarsi e anche di scontrarsi con
lui o di essere insieme in circostanze conviviali, godendo della sua arguzia e
della sua ironia, ha concluso il suo itinerario terreno il 9 agosto 2014 nella
sua terra di adozione, Ferrara. Aveva compiuto 79 anni il 15 maggio.
Scrivo queste brevi note, anche
spinto da questi amici, in particolare dall'amico Sarino Di Bella, professore
emerito di Castelvetrano, che fu giovane insegnante di Inzerillo al liceo
classico G. G. Adria di Mazara del vallo, con il quale, Pino ed io ogni estate
ci incontravamo e che, appresa la triste notizia, mi volle telefonare esprimendo tutto il suo
cordoglio e pregandomi di renderlo pubblico.
Pino Inzerillo, pienamente
consapevole della sua imminente fine, aveva voluto ritornare per l'ultima volta
nella sua Mazara, dove era nato, anche
per un ultimo saluto alla sua famiglia di origine.
Ho avuto così il privilegio di
poterlo vedere negli ultimi giorni della sua esistenza e ascoltare la sua voce
che, pur consumato dalla malattia, distillava con fatica parole di speranza ed
emozioni spesso represse, con la solita lucidità che gli era consustanziale.
Si può dire che conoscevo Pino da
sempre, se si considera che l'adolescenza è l'età della ricerca dell'identità e
sulla mia Pino ha lasciato, certamente, un'impronta, essendo di qualche anno
più grande e già acuto lettore.
Studente brillante al liceo,
laureatosi in giurisprudenza, vinse il concorso direttivo al Ministero della P.
I. e venne assegnato presso il Provveditorato di Ferrara, percorrendo la
carriera fino a Provveditore agli studi, prima a Pescara e poi a Ferrara, dove
è rimasto al vertice dell'istituzione scolastica provinciale per un trentennio.
Girava nella città estense uno slogan: “Passano i sindaci, passano i prefetti,
passano i questori, passano anche i vescovi, ma il provveditore agli studi qui
resta sempre lui”. Negli ultimi anni della sua vita ha ricoperto anche la
carica di sovrintendente regionale dell'Emilia-Romagna.
Al di là della sua carica pubblica
e della specifica conoscenza della legislazione scolastica, tanto da essere uno
dei consiglieri più ascoltati dai Ministri della P. I., Pino Inzerillo è stato
un intellettuale fine ma anche polemico e senza peli sulla lingua. Una volta in
pensione, ha scelto di restare a Ferrara, città da lui amata, dove vivono i
suoi figli e nipoti, aveva costruito tanti legami ed era stato un protagonista
della vita culturale della città,
invitato spesso come relatore o in dibattiti, scrivendo e viaggiando. Ha
assunto anche la carica di presidente del locale “Circolo dei negozianti”, dove
ha promosso varie iniziative culturali e a cui ha dedicato un saggio di
carattere storico. Il suo carattere forte, talvolta spigoloso, la sua capacità
di prendere decisioni seguendo principi saldi di coerenza, di senso del dovere,
di perseguimento del bene pubblico, certamente non diplomatico, lo rendeva
inviso ad alcuni, sia tra i dipendenti che nei rapporti coi sindacati. Di
estrazione socialista, si era avvicinato al PCI, ritenendolo il partito di
lotta contro i privilegi ma ne fu deluso e ne prese le distanze pubblicamente,
anche attraverso articoli sulla stampa emiliana. Anche per questo non fece
carriera politica, pur essendo stato indicato, negli anni '80, da un
settimanale molto diffuso, come una delle nuove teste d'uovo del PCI.
Ha sempre mantenuto i contatti con
gli amici della sua Mazara, dove trascorreva vacanze più lunghe dopo il
pensionamento professionale, contribuendo anche al dibattito culturale
mazarese, come relatore e con le sue pubblicazioni, ultima delle quali l'anno
scorso, una rielaborazione di scritti e appunti del padre Lorenzo.
Tra i suoi
libri più noti è una Storia della politica scolastica in Italia per i tipi
degli Editori Riuniti. Edito da Carocci La scuola con le crucce scritto
insieme con Vincenzo Bonazza, ricostruisce l'istruzione elementare nel Basso ferrarese
in età liberale. Un altro contributo sulla scuola di Ferrara, dal titolo
“Giuseppe Bottai e la sua riforma a Ferrara” è contenuto nel volume Una scuola nella
guerra, curato dall'Istituto di storia contemporanea, comitato provinciale di
Ferrara per le celebrazioni del cinquantenario della Resistenza, Gabriele Gorbo
editore. Un'interessante monografia ha scritto su un altro concittadino
illustre, Nino Sammartano, edito dall'Istituto euro-arabo di Mazara del Vallo.
Molti sono i suoi articoli in varie riviste e giornali, di cui alcuni presenti
nella Rivista “Dialoghi mediterranei”, periodico dell'Istituto
euro-arabo.
Da uomo di cultura, Pino Inzerillo
amava, ovviamente, l'arte tanto da avere trasformato l'androne delle scale dove
abitava in una sorta di galleria d'arte, con quadri avuti in dono anche da
artisti famosi e che i condomini chiamavano “Pinacoteca Inzerillo”
Pino Inzerillo è stato salutato,
per l'ultima volta, oltre che dai suoi familiari, da una folta presenza di
amici e conoscenti, tra cui tanti presidi e insegnanti e autorità della città,
nella Sala del Commiato della Certosa. La cerimonia del funerale è stata
ripresa da Telestense. Il prete, durante l'omelia, ha sottolineato “la cultura
enciclopedica” di “un uomo che è sempre stato in grado di dare il meglio di se
stesso, così da rappresentare per giovani e studenti un punto fermo”. Ha anche
parlato della sua capacità di prendere decisioni, “del suo carattere fermo, che
spesso lo rendeva inviso a tanti, ma ce ne vorrebbero di persone come lui”.
Vittorio Sgarbi, ferrarese, ha esortato il sindaco Tagliani a intitolare una
strada a Giuseppe Inzerillo per meriti culturali, proposta che è ora all'esame
della locale commissione toponomastica. Da parte nostra, ci auguriamo che anche il comune di
Mazara del Vallo voglia intestargli una via della sua città natale.