India: madri surrogate. |
Trovo
quantomeno stupefacenti le dichiarazioni di Nichi Vendola alle critiche,
legittime, alla notizie della nascita del figlio del suo compagno, non del suo,
avvenuta servendosi della tecnica dell’utero generatore.
«
Condivido con il mio compagno una scelta e un percorso che sono lontani anni
luce dalla espressione “utero in affitto”», ha dichiarato l’ex governatore
della Puglia. «Questo bambino è figlio di una bellissima storia d’amore, la
donna che lo ha portato in grembo e la sua famiglia sono parte della nostra
vita. Quelli che insultano e bestemmiano nei bassifondi della politica e dei
social network mi ricordano quel verso che dice: “ognuno dal proprio cuor
l’altro misura”
Credo
che mai tanta ipocrisia sia tracimata da poche frasi come quelle espresse dal
segretario di SEL.
Il compagno anti globalizzazione, nell’uso delle parole, manca del senso della misura, e da bravo e scialbo affabulatore di frasi vuote, ridipinge con concetti che non stanno né in cielo né in terra, quello che è evidente per tutti. Per di più reagisce con sufficienza e spocchia intellettuale a quelle che definisce“critiche squadriste”.
Il compagno anti globalizzazione, nell’uso delle parole, manca del senso della misura, e da bravo e scialbo affabulatore di frasi vuote, ridipinge con concetti che non stanno né in cielo né in terra, quello che è evidente per tutti. Per di più reagisce con sufficienza e spocchia intellettuale a quelle che definisce“critiche squadriste”.
L’ambiguità dell’espressione
vendoliana “bellissima storia d’amore” riferita sia alla sua relazione con il
compagno sia alla relazione con la donna indonesiana, presumo giovane, che si è
prestata al ruolo di “fattrice” non solo appare poco convincente, ma
addirittura una forzatura che avrebbe fatto bene a tenere, per pudore, sotto
silenzio.
Allora cerchiamo di capire il percorso
di questo “atto di amore”.
Di norma si va in una clinica
sede di Banca del seme. Si acquista un ovulo di madre donatrice anonima, ma con
un certo pedigree, selezionato geneticamente, e non un ovulo qualunque di una
donatrice qualunque. Non so se questo si chiama classismo o razzismo o
selezione. Ciò non è da poco e qui sta tutta la differenza con una fecondazione
naturale e casuale come avviene nella norma.( Prima anomalia).
Si procede in laboratorio alla
fecondazione dell’ovulo selezionato in vitro. Lo spermatozoo, uno, non
migliaia, (seconda anomalia,) lo mette a disposizione il compagno della coppia, se
fertile. Una volta fecondato, l’ovulo, divenuto zigote, lo si lascia sviluppare
nelle varie fasi fino a quella di preembrione; in questo stato lo si impianta
nell’utero gestante di una terza persona, dove si svilupperà.
In tutto questo dove sta l’amore?
Sul mercato globale c’è tanta
miseria, per pochi spiccioli si vende il corpo delle ragazzine al turismo del
sesso, con le mamme complici e compiacenti. Bambine e bambini diventano oggetto da
mercatino rionale, merce di scambio sulla quale contrattare. Adesso il commercio
si è affinato. Si affitta la persona il cui utero ha la funzione di una incubatrice
biologica, una macchina vera e propria. La gestazione viene monitorata dalle
cliniche compiacenti fino a prodotto confezionato. La donna fattrice sta lì, in
attesa di sgravidare, di liberarsi da quel fardello che non è suo e che non
considera suo. Questa è la madre surrogata.
In tutto questo, dove sta
l’amore?
Le donne non hanno niente da
dire? Possibile che tutte le lotte di emancipazione si riducano alla frase
cult:” L’Utero è mio e me lo gestisco come mi pare”? Anni di lotta per arrivare
alla donna fattrice?
Anche qui, dove sta l’amore?
Perché vietare la vendita degli
organi per trapiantarli? Il fine non è un atto di amore?
Riflettiamo un momento, al di là
delle posizioni ideologiche, in che direzione si vuole andare. Un limite alla
ragionevolezza bisogna pur darlo, altrimenti non possiamo che dare il benvenuto
al “Nuovo Mondo” di Huxley.
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