Leggo spesso i post sui social e da essi
sorgono spontanei alcuni spunti di riflessione, sempre che qualcuno non mi
attacchi in modo diciamo poco urbano, soprattutto quanto al ragionamento e alle
prove scientifiche si preferiscono gli articoli di giornali e i falsi filmati
televisivi, si fanno prevalere le pulsioni e si parla alla pancia invece che
alla testa.
Si dice che il referendum è stato voluto dalla
gente e che esso è una forma alta di democrazia. Sul concetto di democrazia se ne scrivono di tutti i colori ,senza badare troppo né sullo stile né sull’uso parsimonioso degli aggettivi.
Questo referendum, quello che si dovrà votare domenica, non è stato firmato
dalla gente, ma è stato voluto dalle regioni. Legittimamente, lo prevede la
Costituzione. Ma appunto per questo, esso assume una connotazione politica. Si
tratta di una reazione a un potere decisionale che viene di fatto tolto alle
regioni in termini di politica ambientale. Sappiamo ciò cosa comporta sul piano
economico, si pensi alle royalties ad esempio. Una lotta tra accentramento e
decentramento. Una questione puramente politica, che viene strumentalizzata dai partiti come un inizio di una resa di conti. Per quanto riguarda il PD, poi, è
una battaglia iniziata nel precedente congresso e mai sopita. Una lotta interna
al PD, con in testa i governatori dello stesso partito ai quali si sono
accodati strumentalmente quelli di destra e della lega. Che ci azzecca in tutto
questo il voto della gente?
Conosciamo tutti la capacità di dissimulazione
dei partiti; quanta demagogia viene velata dalla retorica; quanta retorica
effluvia di ipocrisia.
Non sembra strano questa improvvisa sensibilità
a salvaguardare la limpidezza delle nostre acque accusando le piattaforme, brutto
il termine trivelle, quando in realtà il degrado ambientale e l’inquinamento
delle acque è dovuto invece alla mancanza di efficienti depuratori, al
controllo degli scarichi, al permessivismo della cementificazione, al far finta
di non vedere l’eccessivo uso di pesticidi e di nitrati che inquinano nelle
falde? ( dati di Lega Ambiente). In termini di ambiente molte regioni sono
colpevoli, come la nostra, e nascondono le loro responsabilità colpevolizzando
altri. E’ da ieri la notizia che la Regione Sicilia guidato da un incapace
quanto pavoneggiante Crocetta, sostenuto irresponsabilmente dal PD, abbia
dichiarato di non avere soldi per salvaguardare le riserve naturali, tra queste
“Lo Zingaro”, lasciandole di qui a poco al loro destino. Questo è il vero
scandalo e questa dovrebbe essere la vera ragione di ribellione degli
ambientalisti, altro che trivelle.
In questo referendum si sono demonizzati gli
idrocarburi, riducendoli tutti a petrolio, sapendo di mentire, quando quasi
tutte le concessioni sono per l’estrazione di gas, che non costituisce alcun
pericolo di inquinamento per le acque. Si contano sulle dita di una mano le piattaforme
che estraggono greggio all’interno del limite delle dodici miglia. Eppure non
si fa altro che parlare di petrolio. Si continua a istigare, attraverso
demonizzazioni e scenari apocalittici, gli impulsi della gente piuttosto che
educarli ad una conoscenza della realtà.
Lo si è fatto per il nucleare, e questo ci è
costato in termini di debito pubblico che continuiamo a pagare nella bolletta
elettrica pur non usufruendone, lo si sta facendo per gli idrocarburi e i gas
naturali, lo si farà, domani, per il fotovoltaico e l’eolico, quando, per
sopperire a fabbisogno energetico si dovrà fare ricorso, inevitabilmente, a
giganteschi parchi off shore. Ma questo è il destino di un paese dove la
mediocrità prevale sulle intelligenze. La politica ne è paradigma.
Si è voluto costruire un referendum basato su un falso
assioma, un concetto che non c’è, ovvero la lotta tra il bene e il male, lo yin
e lo yang , tra l’energia fossile e quelle alternative. Si è fatto bere alla
gente l’idiozia che in caso di vittoria del sì tutto sarebbe cambiato in
termini energetici e che le energie alternative sarebbero le uniche
utilizzabili in futuro. Questa è la più grande menzogna di questo referendum, perché
il quesito non comporta per niente la conversione da una energia all’altra. Non
c’entra un fico secco, con il referendum, tirare in ballo le energie alternative
per le quali occorre che lo stato e le regioni si dotino di una programmazione
energetica, seria, a medio e lungo termine, liberando e incrementando incentivi
per raggiungere gli obiettivi previsti dai trattati internazionali.
Il nostro, si sa, è un paese di poeti e di
allenatori, di tecnici e di tattici, sovente anche di costituzionalisti. In
questi giorni ci si cimenta se l’astensione è legittima o meno, se il voto è un
diritto o un dovere, e se una non partecipazione al voto costituisca non solo
un vulnus ma una incompletezza della democrazia. Addirittura l’astensione viene
definita una specie di delega decisionale ad altri, mentre l’andare al voto
significa prendersi le proprie responsabilità; tra coloro che professano tale
corrente di pensiero ho molti amici. Se così fosse, come si dovrebbe intendere
la scheda bianca o l’annullamento della stessa? Non è anch’esso un modo di
eludere le proprie responsabilità delegando ad altri le scelte? Non sarebbe
questo, per dirla come i detrattori dell’astensionismo, un modo vile di rifiutare e di assumersi
responsabilità dirette?
Se è legittima la non espressione di voto attraverso la scheda bianca e nulla, è altrettanto legittimo l’astensione dall’andare al voto.
E’ solo questione di strategia politica, niente
a che vedere con i principi morali ed etici con i quali si vuole imbrogliare l’elettore.
Non per niente la costituzione prevede il quorum per la validità dei
referendum, e il quorum prevede il diritto di astensione. Le paternali di
illustri costituzionalisti sono soltanto semplici opinioni personali e valgono
quanto quelle di un umile operaio, di un impiegato, di un libero professionista
o di un cattedratico. Valgono solo per chi li pronuncia, non sono vincolanti
per gli altri. Purtroppo la demagogia e la strumentalizzazione a fini politici
prevalgono sulla buona fede di gran parte degli elettori.
Agli amici di sinistra, che sui social postano
che andranno a votare perché sentono come un dovere morale e politico non
delegare ad altri, oppure che voteranno sì per essere accanto agli amici sindaci
delle isole siciliane, faccio notare che saranno accanto, politicamente,
soprattutto ai fascisti di Forza Nuova, a razzisti della lega, a quelli di
Fratelli d’Italia e di Silvio Berlusconi, oltre che ai Cinque stelle. Una bella
ammucchiata politica, non c’è dubbio.