Girolamo
è un giovane ingegnere manager di una modernissima azienda ad alta
specializzazione tecnologica, situata in un paesino sperduto della Sicilia di
Sciascia. Egli ogni giorno,per scelta sua. si sobbarca 160Km per raggiungere
l’azienda in cui lavora da casa sua. Non
vi sono collegamenti pubblici né ferroviari. Impiega 1 ora e
quarantacinque minuti quando non trova traffico. Lo stesso tempo impiega
al rientro a casa,di tarda sera. A suo
carico le spese di carburante che non gli vengono rimborsate dall’azienda e che
incidono significativamente sul netto dello stipendio. Lo sciopero dei forconi
non gli ha consentito di fare il pieno di carburante e di potere ritornare a
casa e così l’ingegnere è costretto a dormire in un albergo di un paesino
prossimo al luogo di lavoro per una settimana. Tutto a spese sue naturalmente.
Intanto l’azienda,unica realtà economica di quel territorio desolante,
abbandonato dagli uomini e dalla speranza,direbbe Sciascia, è costretta a
mettere in cassa integrazione 80 operai perché non arriva materia prima da
dieci giorni.
Giovanni è un medico primario,responsabile di U.O. dell’ospedale
di Marsala. Ogni mattina parte da Mazara con la sua macchina. Il blocco del
movimento Forza d’urto ha lasciato a secco le stazioni di servizio. Non ha più carburante,ma deve
recarsi in ospedale perché quella mattina ha degli interventi seri da fare,ne va della salute dei suoi
pazienti. Non può permettersi di fare una coda di tre quattro ore per
rifornirsi di carburante. Quella mattina ,alle sei,telefona ad un amico se può
prestargli la sua auto, che ovviamente la mette a sua disposizione.
Claudia è una bambina di 1 anno,ha bisogno di
latte e biscotti per la sua crescita. I supermercati sono vuoti,la madre è
disperata,non sa dove trovarli. Per fortuna qualche busta la trova in
farmacia,ma il costo è triplo del normale. Il papà di Laura è in cassa
integrazione e la mamma casalinga.
Giacomo
è un piccolo proprietario di una azienda di mezzi di movimentazione. C’è bisogno di due suoi
cingolati per svolgere un lavoro urgente. Non gli viene consentito di fare
uscire i mezzi. Riceve anche delle strane telefonate. E’ costretto licenziare gli
8 operai per una settimana o fino a
quanto la situazione non diventerà normale.
Pietro è un piccolo imprenditore edile
costretto a chiudere il cantiere per mancanza di materiale. I suoi tre operai
rimangono senza lavoro.
2 commenti:
Nemmeno io sto con i forconi. Chi usa l'auto per lavoro in sicilia, cioè più del 90% dei siciliani, subisce gli stessi danni degli autotrasportatori dall'aumento del carburante, ma ad un insegnante, un medico, un rappresentante, un libero professionista e via dicendo non verrà mai in mente di organizzare blocchi stradali. Né, mi sembra, i promotori della protesta supportano istanze che non siano soltanto loro proprie. Intanto il carburante è aumentato, e di parecchio, con la scusa degli scioperi..e, sapete com'è "i prezzi salgono in ascensore, ma scendono a piedi"..grazie, forconi...
valenziano
Io sto con i forconi, non sempre si può sbagliare se sbaglio si può chiamare protestare per disperazione. Comunque i Forconi anno capito che per combattere i leoni bisogno entrare nella fossa dei leoni. Un detto siciliano dice (pi curari u muzzucuni ro cani ci vole u pilu ro care) per curare il morso del cane ci vuole il pelo del cane. I forconi per dare una svolta a questa Sicilia anno scelto la via politica è ora sta a Siciliani Forconi e non Forconi tutti coloro che di questo sistema ne soffrano e che non fanno parte dei privilegiati di questo sistema (credetemi ce ne sono tanti in Sicilia che ci vivano bene), votiamoli di sicuro le leveremo della strada con la quale possono fare solo male ai Siciliani, ma mandiamoli da leoni forti e guerriti nella fossa dei leoni, più saranno meglio è, vediamo se siamo veri Siciliani. RAF
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