Ci
si aspettava, dopo le elezioni, con un consiglio comunale largamente rinnovato
e abbellito, si fanno ammirare le dieci consigliere che ne fanno parte, un
qualcosa di nuovo rispetto al grigiore
della passata edizione, almeno nella forma. Invece nulla è cambiato. Rimane
consistente il numero dei consiglieri che hanno più legislature alle spalle,
alcuni riciclati altri convertiti, altri
ancora pronti a farlo tra qualche mese, non per opportunismo ma per il bene
della città. Rimane soprattutto da vecchia repubblica il modo di affrontare
alcuni nodi istituzionali, quali
l’elezione del le figure istituzionali. Compaiono i giochini di come rendere
noto il voto nonostante la sua anonimìa.
E lo fanno, i neofiti, con la scaltrezza dei navigati, non curandosi, che così
facendo, rischiano di essere omologati al vecchio. Chi li guida ha i numeri per
dimostrare, almeno questa volta, che le cose si possono fare con limpidezza,
con trasparenza cristallina. Invece si preferisce ricorrere a sistemi che
intorbidiscono lo stesso obbiettivo che si erano proposti, ovvero quella “generosa”
apertura del vincitore verso l’opposizione. Ancor di più questi
escamotages si prestano ad
interpretazioni e a speculazioni politiche assolutamente infondate e che
rimangono una macchia sulla chiara vittoria di Cristaldi e la sua coalizione al
ballottaggio. Il sindaco poteva evitare di sottoporre la sua maggioranza, proprio in forza dei numeri, ad
una sceneggiata tanta antipatica e discutibile sul piano formale per rispetto della stessa consigliera eletta alla
vicepresidenza del consiglio. E proprio perché si auspica quel cambiamento dei
rapporti con l’opposizione o almeno con parti di essa, bisognava fare in modo
che non si prestasse il fianco alle speculazioni. Invece con quelle strane
votazioni si è cercato di avvelenare il clima, di fare gridare all’inciucio, a spargere
zizzanie per presunti accordi non
confessabili tra Cristaldi e il PD, o parte del PD, oppure alcuni soggetti del
PD. Così si è trasformata una giornata
di festa in una “canea” perché la maggioranza, e soprattutto le donne di quella
maggioranza, non sono state capaci di far
prevalere quel messaggio che tutti si aspettavano, ovvero votare semplicemente
la donna più rappresentativa dell’opposizione, facendolo in modo semplice e
senza quelle furbizie che mal si
convengono a chi non è scaltrito in politica. Invece quelle donne, giovani, alle
prime armi, inesperte, si sono lasciate ingrigire da un modo di fare politica
vecchio. Per loro è stato un brutto esordio, ma avranno tanto tempo per
rimediare, soprattutto avendo a che fare con una opposizione al di sotto della
mediocrità, inadeguata, più votata alla “canea” che a misurarsi con la realtà. Volere fare passare, in modo scriteriato, da parte
dell’opposizione, la scelta della rappresentante del PD come un generoso “presente”
conseguente a fantasiosi patti elettorali offende l’intelligenza
stessa di chi insiste a insinuarli. Proprio
per la mancanza di logica, soprattutto se si considera la vicepresidenza del
consiglio priva di valore politico e istituzionale. Che senso ha patteggiare il
nulla? All’opposizione bisogna ricordare che la campagna elettorale è finita e
che incominci a svolgere il suo ruolo con serietà e determinazione, senza
scusanti. Per quel che rimane di quello che una volta era il PD, quella vicepresidenza
sarà anche un conforto, però molto umiliante.
4 commenti:
Sì, ma quelli che hanno votato un consigliere PD, indicando però Cristaldi come sindaco, facendo così mancare al candidato del PD i voti per arrivare al ballottaggio, per quale candidato consigliere hanno votato?
Sì, ma quelli che hanno votato per un consigliere comunale del PD, ma per Cristaldi come sindaco, facendo così venire a mancare a Bianco i voti per arrivare al ballottaggi, per quale particolare consigliere del PD hanno votato?
Perché era obbligo per quelli che hanno votato per il consigliere votare anche per il sindaco che aveva scelto una formazione assessoriale non gradita alla gente?
Obbligo no...però ora ci ritroviamo con Cristaldi sindaco. E' meglio? Lui ed i suoi assessori pure? E poi, un conto è la posizione dell'elettore, che di obblighi non ne ha, e non ne deve avere, in democrazia, un conto quella del candidato, specie nella misura in cui fa parte di un, appunto, partito..
l'anonimo di prima..
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