La fontana di Pietro Consagra (foto L.Tumbarello) |
La moglie dello scultore mazarese delusa per
l’indifferenza dell’amministrazione comunale. Intanto la più famosa delle
fontane del maestro versa in uno stato di incomprensibile abbandono.
«Non ci sono soldi per
restaurare il gruppo scultoreo della fontana di Consagra». È quanto si sono sentiti rispondere dall’Amministrazione Comunale gli inviati dell’ Associazione Archivio Pietro Consagra presieduta dalla moglie dell’artista prof.ssa
Gabriella Di Milia.
La
notizia è stata sottaciuta dai media locali, non è stato emesso alcun
comunicato stampa da parte del Comune di Mazara. Attorno a essa il silenzio è
assoluto.
Tuttavia
a Milano, nella sede dell’ Associazione Archivio Pietro Consagra, quel «Non ci
sono soldi per restaurare l’opera di Consagra»
è stato accolto con irritazione e fastidio. Non ci sono i soldi
per iniziare un serio provvedimento di recupero e di conservazione della
fontana che il maestro ha voluto donare alla sua Città.
Chi
ha avuto modo di parlare con la Di Milia, ha avvertito nella sua voce delusione
e sconforto. La relazione degli
inviati all’Associazione Archivio Pietro
Consagra è stata tranciante: « La
fontana e gli elementi scultorei si trovano in condizioni penose», così racconta Gabriella Di
Milia al suo interlocutore.
Pietro
Consagra non meritava un simile trattamento dalla Sua Città e dai suoi
concittadini, sono anni che lo scrivo.
Eppure
è la stessa moglie di Consagra a non avere niente in contrario che la nuova passeggiata
del lungomare venga intitolata all’artista mazarese, essendo nel progetto,
destinata e immaginata come luogo in cui
collocare delle opere en plein air del
maestro. Gabriella Di Milio ha posto però una
condizione: «Che il comune si impegni a restaurare
contemporaneamente il gruppo scultoreo
sito in Piazza Mokarta».
Però
se non si restaura la fontana di Consagra, non ci sarà il consenso da parte dell’Associazione
all’intitolazione.
“
Gli esseri venuti dal mare” questo il nome dell’opera bronzea di Consagra, che
i mazaresi hanno beffardamente e rozzamente
chiamato “ quattro di bastoni”, si trova in condizioni di indicibile deterioramento, coperta da
incrostazioni calcaree e licheni, è da
anni bisognosa di interventi mirati, da affidare a degli esperti, per
ricomporre alcune placche metalliche andate perdute e per sostituire l’intero
sistema degli ugelli di uscita dei getti d’acqua. Un intervento di restauro e
di conservazione consentirebbe alla collettività e ai turisti di potere godere
di una delle opere di indubbio valore estetico ed artistico che tutte le
capitali del mondo vorrebbero avere. Mi chiedo cosa hanno fatto e stanno
facendo i vari assessori alla cultura o i
consulenti culturali che si sono avvicendati nel tempo. La stessa vasca appare
in condizioni di incuria totale.
Consagra, visto lo stato di degrado in cui
versava la sua opera ebbe a dire:« questa
scultura senza il gioco delle acque non significa nulla, piuttosto che togliere
o modificare il gioco delle acque distruggetela».
Il pessimo stato dell’intera fontana dà l’idea
dell’indifferenza e del disamore della
città verso il bello, verso la cultura, verso l’arte, verso il
proprio patrimonio artistico e
soprattutto verso l’Artista. Le attuali condizioni della Fontana di
Consagra insieme a quel che resta dell’Arco Normanno, ad essa vicino, esprimono
l’incultura, la superficialità, la negligenza di una collettività che si
dimostra ancora una volta “scopina della sua storia e della sua identità”.
Non
ci sono soldi per restaurare il gruppo scultoreo della fontana di Consagra? Ma è tanto difficile per una
amministrazione che della cultura fa a parole il suo vessillo e che in campagna
elettorale si è vantata di avere ottenuto finanziamenti più di ogni altra città
della Sicilia, trovare qualche decina di migliaia di euro o degli sponsor
importanti, nazionali o internazionali,
disposti a finanziare il recupero dell’opera d’arte? La fontana ha meno dignità
della costosissima chiatta o della
Rotonda del lungomare? Questa collettività è avviata inesorabilmente
verso il proprio triste declino
culturale e sociale, avendo perduto la capacità di indignarsi e di
alzare la voce dinanzi alla dissoluzione di parte del proprio patrimonio
artistico.
2 commenti:
E' solo che al Sindaco, evidentemente, non interessa. Né a questo, né a quelli che lo hanno preceduto. Si può solo sperare che qualche Società se ne assume le spese, come accade un po' dappertutto in giro per l'Italia. Ma non si tratta solo di un problema di restauro. Sì, è vero, bisogna pulirla. Sì, naturalmente, bisogna sturare gli orifizi e ripristinare i getti. Ma bisogna pure espiantare le palme che la circondano, e che ormai ne coprono la visuale. Mi chiedo a chi sia venuto in mente di piantarle. Temo qualcuno particolarmente mattiniero, in ossequio al criterio tutto nostro secondo cui 'a Mazara cu si susi primu cumanna'. Inoltre bisognerebbe abbattere gli alberi che ne occludono la prospettiva sul lungomare. Secondo l'artista, le creature dovevano apparire come spuntate dall'acqua, dagli osservatori di piazza Mokarta. Dico io, ma ci vorrebbe così tanto? Valenziano
Ho letto che ci sono sviluppi positivi. L'assessore Vito Ballatore lo ha dichiarato in un intervista a 'vivi mazara'.
Valenziano
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