Avevo
affrontato il problema del cimitero in un altro post, seppur
in forma impersonale e distaccata, astenendomi, non senza un certo
sforzo, dal far prevalere la legittima rabbia e accettando, insieme alla mia
famiglia, il disagio momentaneo. Sembra, però, che le buone maniere,
l’educazione, la civile comprensione di
una situazione drammatica e
intollerabile che questa
amministrazione ha ereditato e che tuttora non ha saputo né voluto risolvere, servano a poco di fronte
all’ottusità della burocrazia o alla negligenza gestionale del cimitero. Il
fatto è semplice: il comune di Mazara aveva venduto, o destinato illegalmente
ad altri, loculi che non erano di sua proprietà e appartenenti alla Società
Militari in Congedo che li
aveva costruito a proprie spese, avendone anche acquistato il terreno. I loculi
erano e sono per legge destinati ai soci, tra i quali i miei genitori. Lo
stesso anche per quelli di proprietà di privati cittadini. La sorpresa si ha esattamente un anno fa, alla morte di mio
padre, quando, nel procedere alla tumulazione della salma, ci accorgiamo che
entrambe le tombe erano occupate. A nulla sono valse le proteste tanto che
abbiamo dovuto accettare un loculo
provvisorio peraltro in una zona in cattivo stato, e dopo avere pagato il
balzello di duecento euro per la sepoltura, con l’assicurazione che l’ufficio
avrebbe attivato tempestivamente tutte le procedure per la restituzione delle tombe ai legittimi
proprietari. Ebbene, dopo varie raccomandate a chi di competenza, , senza mai
peraltro ricevere una risposta scritta, e dopo tanti approcci con i
responsabili, dirigenti e politici, come se si dovesse loro chiedere un favore,
alcuni giorni fa viene liberato un loculo e si è potuto traslare la salma,
ovviamente a seguito di regolare domanda di estumulazione, pagamento di trenta
euro di diritti all’ASP e allegato
regolare marca da bollo di sedici euro. Balzelli questi che ovviamente non
saranno rimborsati dall’amministrazione.
Per
liberare l’altro loculo non hanno dato risposta alcuna. “Per adesso
accontentati di questo” è stato detto! E’
un modo assai cortese dell’esercizio dell’annacamento,
specializzazione dei funzionari e dei politici di questa amministrazione. L’annacamento
diventa, poi, ineluttabile, dinanzi alla minaccia, peraltro doverosa, di ricorrere
alla magistratura, soprattutto quando si fa notare che in casi simili, e solo perché
gli interessati erano politici vicino
all’amministrazione, l’atteggiamento
della stessa era stato diverso per solerzia e tempestività di soluzione,arrivando
addirittura ad una determina sindacale di massima urgenza. In questo caso vale
il detto « Vicinu lu re beatu cu c’è»?
Vorrei far
capire a chi amministra che il rispetto della legalità è un valore non
negoziabile, e come tale deve essere prevalente in ogni atto amministrativo e
che «lor
signori» sono
stipendiati dalla collettività e come tale sono al suo servizio. A tutto c’è un
limite. Nel caso particolare non è
tollerabile che si speculi sul caro estinto per far cassa illegalmente e violare le norme più elementari dell’etica .
Intanto passano i mesi e Aprile è l’ultimo idoneo per le estumulazioni. Poi se
ne riparlerà a Novembre. Più annacamento
di così!
In
appendice: è utile far notare, per quel che può valere, la scarsa professionalità degli addetti
a questi delicati compiti di estumulazione, privi del minimo decoro
umano necessario per potere svolgere
l’ingrato e penoso lavoro, peraltro non supportati da strumenti e attrezzature
idonee, sia sul piano della professione sia su quello dell’igiene. Cosa aspetta
l’amministrazione a indire una gara di appalto affinchè si privatizzi tale servizio
di manutenzione e di traslazione delle salme per renderlo più decoroso e civile?
1 commento:
Buongiorno, sono un avvocato e conosco bene la pietosa inerzia ed inattività dell'amministrazione comunale che tratta i cittadini quali sudditi ed i servizi da offrire alla comunità quale "favori".Dovremo prendere maggiore consapevolezza dei nostri diritti e cercare di lottare per farli valere sebbene in altri paesi "civili " questo non accade.
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