Non so se dirmi ancora compiaciuto della nomina
ad assessore alla Sanità dell’on. Baldo Gucciardi che va a sostituire Lucia Borsellino nel
governo Crocetta. Conosco Baldo Gucciardi da parecchi anni. L’ho visto crescere
politicamente, sono stato attento al suo percorso politico, abbiamo condiviso
tante battaglie politiche insieme a Michele Augusta, Vito Ballatore, Pietro Vella e altri. Costituivano la punta di diamante di quel gruppo di giovani
trentenni appartenenti alla componente morotea guidata in provincia di Trapani
da Sergio Mattarella. Eravamo all’Ariston di Trapani quando De Mita da
segretario della DC scese per la prima volta in Sicilia. Mattarella era il suo
plenipotenziario nell’isola. Erano gli anni ’80, tangentopoli ancora era da
venire. Quei ragazzi costituivano il fiore all’occhiello del futuro presidente
della repubblica. Michele Augusta era il pupillo, il braccio e l’occhio di Mattarella in provincia
di Trapani, il più ascoltato dall’onorevole insieme all’architetto Vito
Ballatore. Baldo Gucciardi, come Michele, proveniva da Salemi, feudo dei Salvo,
città sotto la giurisdizione politica degli andreottiani Salvatore Grillo prima
e Pino Giammarinaro dopo. Gucciardi era decisamente, sul piano politico, più
istintivo e di pancia rispetto alla calma serafica del suo compaesano. Michele
e Vito si somigliavano molto, non solo sul piano professionale, uno ingegnere,
l’altro architetto, ma su quello di interpretare la politica come un servizio,
e soprattutto quello di non fare sconti a tutto ciò che poteva apparire
torbido, intriso di interessi, di clientelismo. Quel gruppo era molto severo
anche con chi in politica seguiva una tracciato bord line. La loro non era solo
una passione, era soprattutto una filosofia di vita, frutto di insegnamenti in
cui l’etica e la dirittura morale venivano prima di ogni altra cosa. Ricordo
che in un congresso provinciale della DC a Trapani, quando si coagulò
inaspettatamente l’alleanza Salvatore
Grillo con Ciccio Canino , noi morotei - mattarelliani firmammo un
durissimo documento contro quell’abbraccio che in seguito avrebbe portato al
degrado politico della DC in provincia. Primo firmatario fu proprio Baldo
Gucciardi, seguito dalla mia firma e da tutti gli altri. Quel documento, stilato
ovviamente con il beneplacito non ufficiale di Mattarella, che ne condivideva
lo spirito, un vero atto di accusa, non fu ben accettato dalla governance
democristiana trapanese. Da allora in poi i rapporti della sinistra
democristiana con le altre componenti, soprattutto con i giammarinariani si
fecero fortemente conflittuali. Ho avuto modo di apprezzare le qualità etiche
di Baldo e la tensione morale con la quale affrontava i problemi. In ciò
eravamo molto simili, rispetto a Michele e Vito; loro erano più riflessivi e meno disponibili a farsi
coinvolgere dalle pulsioni; era su
queste intelligenze politiche che la sinistra democristiana prima e popolare
dopo puntava per il rilancio e il rinnovamento. Dopo tangentopoli aderimmo al
partito popolare, avendo sempre come punto di riferimento Sergio Mattarella che
incominciava ad assumere incarichi politici di governo. Qualche anno dopo la
svolta. La scomparsa improvvisa e prematura
dell’architetto Vito Maria Ballatore fu come tranciare un ramo fruttifero
dall’albero moroteo trapanese, a Mazara in particolare. L’inizio del nuovo
secolo vede Baldo Gucciardi lasciare Mattarella per abbracciare Papania, che
intanto era diventato il vero dominus della politica ex democristiana e
popolare trapanese. Incomincia un percorso politico pieno di successi per l’ex
matterelliano, l’unico di quel gruppetto
di trentenni a fare carriera politica a
livello regionale. Baldo rimane legato a Mazara nel ricordo e negli affetti
degli amici di Vito, e qui in città tesse rapporti che in seguito gli
frutteranno moltissimi voti. Neanche Mattarella ha mai preso tanti voti quanto Gucciardi. Nelle ultime elezioni regionali e nazionali, la
città si dimostra prodiga e in un certo
verso sorprendente, soprattutto nelle primarie per il senato, dove la sconosciuta
Orrù, vicina a Gucciardi, grazie alla caterva di voti che riceve dai mazaresi e grazie al giochetto
della famosa “ campana”, risulta la più votata dopo Papania. Il ritiro del
senatore alcamese dalla lista per il
senato proietterà la Orrù sugli scranni di Palazzo Madama. Gucciardi viene
adottato dalla sinistra mazarese che si dimostra incapace di trovare tra le sue file, dopo
Vito Ballatore, un vero leader. Il deputato regionale, nel ruolo istituzionale
di capogruppo del PD a sala d’Ercole, diventa il vero dominus del PD cittadino.
Tuttavia Baldo Gucciardi mantiene ben salda la sua tensione morale e il suo
rigore, frutto di appartenenza e di insegnamenti che lo hanno temprato, nonostante
i successi, e che non lo hanno sfibrato sul piano dell’etica e dell’esercizio della politica. Gli ultimi
avvenimenti sul proscenio del governo regionale che lo vedono protagonista con
la delega assessoriale prestigiosa quale quella alla sanità, mi lasciano alquanto
perplesso. Se da una parte essa costituisce un riconoscimento per le capacità
politiche e le qualità morali del deputato salemitano, che lo potrebbe
proiettare verso traguardi più ambiziosi nella politica nazionale, dall’altra
la sua presenza all’interno di un governo Crocetta, assolutamente deludente e invisa
allo stesso P.D., può essere interpretata come una logica di potere, un attaccamento
alla poltrona più che una svolta
politica a impronta democratica. Essendo Gucciardi un dirigente dell’ASP e
profondo conoscitore del sistema sanitario regionale, la sua presenza potrebbe
dare una nuova impronta, sul piano della trasparenza e del merito, a quel
sistema di malcostume che ha attanagliato la politica sanitaria regionale negli
ultimi mesi e che ha fatto vittima
illustre Lucia Borsellino. Alla luce degli ultimi avvenimenti, in cui l’etica
della politica dovrebbe prevalere sugli interessi della stessa politica,
sarebbe opportuno un forte segnale morale da parte del deputato Gucciardi: restituire
la delega in coerenza con quel rapporto etica e politica che lo ha sempre
contraddistinto. Sarebbe un bel gesto e un esempio di buona politica. Non
sarebbe una resa nei confronti di un sistema incancrenito, semmai l’unico atto
politico capace di detronizzare un governo inefficiente, incapace e
contraddittorio. Credo che sarebbe apprezzato da tutti e forse anche a livelli molto elevati. Quel
lungo, intenso e affettuoso abbraccio tra il Presidente della Repubblica e
Manfredi Borsellino, al quale lo stesso Gucciardi ha assistito, e la stessa
assenza di Crocetta come deve essere interpretato se non come l’isolamento
politico del presidente della regione? Per questo motivo che ci starebbe a fare
Gucciardi in quel governo che è oggi il più malvisto dai siciliani?
È questione di opportunità politica. E questa
vale per tutti.
1 commento:
Posso capire le nostalgie dell'autore, ma a me, da cittadino mazarese, preme soprattutto sapere una cosa. Nel recente passato, Gucciardi s'è speso parecchio per l'ospedale S.Antonio di Erice. Il sindaco di quella città, Giacomo Tranchida, ha salutato il nuovo incarico dell'onorevole salemitano attaccando duramente il progetto dell'ex assessore Russo di valorizzare il nosocomio mazarese. Si spinge, addirittura, a parlare di 'scippo' per un reparto previsto sia a Mazara che a Trapani. Gucciardi vorrà spendersi un po' anche per Mazara, o si contenterà di continuare a raccogliere qui un sacco di voti? Stesso discorso per la Orrù, che molto si sta spendendo per il territorio. Quello suo, di residenza, ossia Trapani, non Mazara, dove, però, ha rangranellato i voti che le hanno permesso di diventare senatrice. Valenziano
Posta un commento