Ancora una volta è
stata una sfida tra la cultura da una parte e il caldo appiccicoso di questa
estate africana , quella che si è svolta nel tardo pomeriggio di sabato nel suggestivo scenario
della Chiesa barocca di S. Ignazio di Mazara del Vallo.
Nonostante l’afa, un pubblico attento e
numeroso ha fatto da cornice alla presentazione del volume:
Memorie
del mare. Divinità, santi, eroi , navigatori
una raccolta degli atti di un convegno
internazionale tenutosi a Cefalù nel 2010 organizzato dalla” Fondazione Ignazio
Buttitta” e dalla “Fondazione Mandralisca”.
Il volume, curato da
Sebastiano Mannia, è stato pubblicato dalla “Fondazione Ignazio Buttitta”,
nonostante le gravissime difficoltà economiche in cui si trova e che investe
anche tutta la cultura regionale. A promuovere la presentazione del volume è
stato l’Istituto Euroarabo di Mazara, al quale va il merito, ancora una volta,
di valorizzare la cultura siciliana legata alle tradizioni e alla memoria.
Presenti il presidente
della “Fondazione I.Buttitta”, prof. Ignazio E. Buttitta dell’università di
Palermo, il prof. Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare, e il prof. Antonino
Cusumano, presidente dell’Istituto Euroarabo.
Il volume è una vera
immersione nelle acque cristalline della storia del Mediterraneo, luogo di memorie, di nascita di
miti, di formazione di eroi, di sfide memorabili verso l’ignoto, come l’Ulisse che
Dante ci ha fatto conoscere nel XXVI canto dell’Inferno:
Fatti
non foste per viver come bruti, ma per seguir virtude e conoscenza
senza la quale l’uomo
non avrebbe mai raggiunto la sua umanità. E tutto ciò avviene nel mare
Mediterraneo, troppo piccolo per essere uno sconfinato oceano ma troppo grande
per essere un semplice mare. Nella sua molteplicità di mari il mediterraneo diventa
necessariamente culla dell’umanità, in esso nascono le tre grandi religioni
monoteiste, in questo mare avvengono le migrazioni dei popoli, nelle sue acque
viene scritta la storia, nascono le leggende, crescono le speranze, si
concludono tragicamente le vite. Luogo di partenza e di arrivo, di incontri e
di scambi, di produzione e di commercio, di conquiste e di battaglie, oggi
sembra assumere ideologicamente uno stato di confine, un limes di
respingimenti e non di accoglienza, di chiusura e non di condivisione. Un mediterraneo che presenta sempre più scenari
apocalittici, le cui limpide acque si trasformano in profonde cupe foibe umane.
I relatori riescono ad affascinare, con la loro affabulazione brillante e coinvolgente, l’intero pubblico, ammaliato anche dalla scenografia del luogo in cui si trova, quei resti della chiesa di Sant’Ignazio divenuta metafora della Sicilia di oggi, splendida una volta, come quel mare sul quale si affaccia, abbandonata all’incuria e senza alcun progetto che possa ridarle quelle inaspettate prospettive di ricchezza culturale che merita.
Sebastiano Tusa riesce
con la semplicità del linguaggio dovuto allo spessore culturale che lo
contraddistingue, a fare del suo intervento una piccola, breve e preziosa
lectio magistralis forgiata di aneddoti, di storie vere e sconosciute, come l’eroismo
delle donne eoliane, di leggende, di tesori emersi, rievocando il suo mito per antonomasia, quello di Cola pesce
e le meraviglie che del mare raccontava e raccoglieva. Tra questi i tesori che
il mare restituisce, dal ritrovamento dei
relitti, tra i quali la nave cucita di Gela oppure il più famoso
tra i ritrovamenti: la statua bronzea greca del Satiro di Mazara legato al mito di Dioniso.
Il volume contiene interventi di A. Cusumano
sul mito delle Sirene, di Sebastiano Tusa sulle antiche navigazioni
mediterranee, di Macrina Marilena Maffei sulle donne delle Eolie e il mito di
Eolo, di Josè A. Gonzàlez Alcantud sulla leggenda di Ercole, di Giovanni
Ruffino sul lessico della pesca siciliana, di F. Delpesc su S. Nicola e Cola Pesce
e altri autori.
Un libro da leggere
poco alla volta, per scoprire la nostra storia per capire che è in questo mare
che si svolgerà la storia del futuro. Ancora una volta l'assenza di
amministratori è segno di come la Cultura, con la C maiuscola, venga trattata
con una certa sufficienza in questa città.
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