E’ uscito il secondo numero del periodico Dialoghi Mediterranei,
pubblicazione on line dell’ istituto Euro Arabo di Studi Superiori di Mazara
del Vallo.
Dialoghi
mediterranei vuole essere un luogo d’interazione, di confronto e di dialogo tra
culture, tra punti di vista e modi di pensare diversi,e si propone di essere un osservatorio sia sulla
realtà locale in cui si trova a operare, sia su un contesto più ampio, che è
quello euro-mediterraneo.
Mi è sembrato interessante pubblicare l’articolo
di Naor
Ben-Yehoyada,un antropologo israeliano che ha vissuto per molti mesi nella
nostra città nella quale ha condotto una ricerca sulla flotta peschereccia mazarese e le
relazioni intercorse tra le due sponde interessate dalle attività di pesca.
L’articolo in questione,con sottile
ironia, pone lo sguardo,non fugace e superficiale come di solito siamo abituati
a fare, su un particolare scritto su uno dei tanti vasi che arredano la città.
La Tolleranza in Corso Umberto
di Naor
Ben-Yehoyada
Tolleranza([tolle’rantsa]
s.f.): qualità per cui si permettono e si accettano idee e atteggiamenti
diversi dai propri o si dimostra comprensione per gli errori e i difetti
altrui.
[tol-le-ràn-za]
s.f. (2) Disposizione a comprendere e a rispettare idee e comportamenti diversi
dai propri: tolleranza culturale, religiosa; atteggiamento comprensivo; SIN:indulgenza: mostrare
tolleranza per i difetti altrui || casa
di t., in cui veniva esercitata la prostituzione legalizzata | t. zero, nel l.
giornalistico, politica di assoluta severità contro criminalità, illegalità
ecc.
Attitudine
a mostrarsi ragionevoli, comprensivi verso idee, credenze religiose, sistemi
politici diversi o contrari ai propri: t. religiosa; la democrazia si fonda
sulla t.; i fanatici non conoscono la t.
La
passeggiata in Corso Umberto I offre ai Mazaresi un incontro con la tolleranza
in senso inverso. Camminando verso nord sul lato ovest del Corso, dal mare
verso l’entroterra, subito dopo l’incrocio con la Via Settevanelle, ci
s’imbatte su un vaso colorato. La giara fa parte del progetto già discusso a
lungo della “riqualificazione del centro storico” che ha coinvolto “artisti ed
imprese locali.” Ma oltre la firma d’artista del Sindaco in giro per la città
(così lo interpreta il giornalista Rino Giacalone), l'on. Cristaldi ed i suoi
collaboratori nel progetto sembrano aver voluto - tramite questa giara
particolare - insegnare ai cittadini mazaresi ad apprezzare qualche concetto
relativo all’etica della coesistenza interculturale.
A
differenza delle ceramiche collocate sui molti muri nelle vie di Mazara, che
mostrano messaggi e citazioni delle persone notissime nel mondo per il loro
impegno per la pace e la convivenza, questo vaso porta il suo messaggio in modo
letterale, testuale: tra una fila di persone con le mani alzate in alto e due
simboli di sole (uno rosso, l’altro giallo), è scritta in mezzo la parola
“tolleranza” in tre lingue.
La fila
delle figure dai colori diversi forse simboleggia la diversità, contesto e
premessa della tolleranza (se non fosse la diversità, probabilmente non ci
sarebbe stato bisogno di parlare della tolleranza), e i due soli radiosi
alludono al futuro o all’ottimismo. Si tratta tuttavia di simboli, ormai
mondiali, di questi temi. Sono le parole scritte che c’insegnano il messaggio
della tolleranza nel modo più diretto. La maggior parte dei passanti riconosce
quella scritta in italiano: lettere maiuscole dai colori rosso, giallo, nero,
verde, rosa, e così via, su uno sfondo di mosaico bianco. Che la scritta in
italiano sia rivolta verso nord e l’entroterra, va bene con la geografia
cognitiva in loco, ove gli immigrati - quelli da tollerare - arrivano dal sud.
L’autore del vaso e del messaggio (non si sa se la stessa persona che aveva
eseguito il lavoro artistico ha anche posato la giara nel modo così rilevante
nella rosa dei venti) ha tentato di esprimere la tolleranza, scrivendo questa
parola anche in due altre lingue: arabo e cinese. Tra queste due lingue, è
l’arabo che è rivolto verso il mare. Scritte in nero su bianco, si distinguono
sette lettere della grafia araba.
Sarebbe
certamente la tolleranza che l’autore aveva in mente quando cercava di
esprimere questo concetto in tre lingue diverse che ormai rappresentano la
composizione sociolinguistica della cittadinanza di Mazara. Se la tolleranza
significa l’attitudine “a mostrarsi ragionevoli, comprensivi verso idee,
credenze religiose, sistemi politici diversi o contrari ai propri”, allora
scrivere in lingue altrui esprime quest’attitudine.
Ma la
tolleranza non è solo un concetto etico nell’Italia odierna. È una prova.
Esprimendola, si mette in gioco la capacità di essere all’altezza degli atteggiamenti
che essa ci esige. Purtroppo, nel tentativo di mostrarsi comprensivo verso la
cultura araba, l’autore del vaso ha dimenticato di verificare se in arabo si
scrive dalla sinistra alla destra, come in italiano, o invece dalla destra alla
sinistra. Il risultato che si legge sul vaso nella corretta traduzione non è la
parola araba “la tolleranza” ossia Tasaamuh, ma una sequenza che comprende
tutte le lettere della parola araba, scritte però in senso inverso. Invece di
questa parola:
leggiamo
questa successione di lettere:
Non ho
intervistato l’autore benintenzionato, ma possiamo forse ricostruire il suo
errore. Forse è andato su qualche motore di ricerca online. Chissà se ha messo
la parola in italiano copiando le lettere arabe che sono spuntate e poi
incollandole su un programma adatto? In ogni caso, se avesse presentato questa
catena di lettere a qualsiasi persona che conosce l’arabo (non c’era certo
bisogno di prendere il pullman verso Palermo o Trapani), gli avrebbero detto
immediatamente che arabo questa sequenza di lettere non è.
Cercate
di leggere questa parola:
AZNARELLOT
È lo
stesso.
Se una
persona di origine araba si rendesse conto del significato esatto di questo
vaso, potrebbe assumere l’offerta di tolleranza (così maldestramente rovesciata)
come offesa. Quelli a cui ho chiesto in giro mi hanno risposto che non hanno
osservato questo vaso con attenzione. Meno male.
tratto da http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/
2 commenti:
Ho sempre pensato che noi mazaresi ci distinguiamo per un'operosità pari alla nostra superficialità. Detto questo, l'attuale Sindaco può fregiarsi, a pieno titolo, dell'appellativo di 'Supermazarese'. Questo spiega la maglietta indossata una famosa sera di qualche estate fa..
Sono Emmanuele Lombardo autore della giara dalla scrittura incriminata. Non mi permetto di contraddire il Prof:Naor Ben-Yehoyada giacche' non conosco la lingua araba ne' le regole della scrittura araba-Ma ho consultato, prima di eseguire il mosaico, il Prof. Khaled Fouam Allam consulnte culturale del Sindaco, al quale ho chiesto di trascrivermi la parola Tolleranza in lingua araba e quindi l'ho trasferita sulla giara nella sequenza che ha tanto turbato il prof.Naor Ben-Yehoyada......Emmanuele Lombardo
Posta un commento