In
questi giorni i mass media hanno scoperto, reso noto e additato agli italiani il capro espiatorio
di tutti i mali dell’italica nazione. Finalmente il colpevole, il puparo, il
capo della Spectre che muove nel male i destini della nazione e che fa
sprofondare nell’ignominia quanto di più
marcio, di più inverecondo si annida nel
sistema del potere, della politica, del
privilegio, dell’ingiustizia, ha un nome e un volto, seppur coperto da folti e
ingialliti baffi. L’untore è nientepopodimenochè Nicola Cristaldi, sindaco di
Mazara riconfermato, già sindaco per
dieci anni del piccolo paese di Calatafimi -Segesta, già deputato regionale per
tre legislature, già presidente dell’Assemblea regionale, già deputato
nazionale per due legislature.
Per
questo invidiabile palmarès, il sindaco con i baffi è stato accusato, su di lui
vi sono più capi di accusa di quanti ne
vengano imputati a Diabolik, di
usufruire di vitalizi d’oro e di indennità tutto sommato immeritati. I vari
giornalisti hanno talmente preso a cuore il loro ruolo di segugi, di emuli dell’ispettore
Ginko, di fustigatori di costumi da non accorgersi che in questo loro ruolo di bacchettoni perdevano il senso del ridicolo e della misura
nel guardare la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non la trave nel proprio
occhio.
La
crisi del sistema? Tutta colpa dei
politici come Cristaldi. Ecco iniziare la caccia all’untore, all’ orco vorace,
al Mefisto malefico di Bonelliana memoria. Gli italiani non ce la fanno? Tutta colpa di
Cristaldi. I giovani non avranno pensioni? Tutta colpa dei vitalizi dell’onorevole
baffuto. Il sistema sociale italico è in frantumi? La causa è dei privilegi
dell’ex parlamentare, ex deputato
regionale, ex quadri sindaco mazarese.
All’inizio Cristaldi Diabolik, dinanzi alle telecamere, è stato al gioco, perché
apparire nelle tv è la forma di orgasmo che un politico aspira a raggiungere; poi,
quando il gioco si fa pesante, si accorge della trappola ma ormai è troppo
tardi. Chi di televisione ferisce di televisione perisce, e Cristaldi, a sue
spese, prova quanto sia amaro il calice della momentanea popolarità,
soprattutto se chi lo porge è giornalisticamente disposto a tutto, anche a non
osservare le regole deondologiche. Televisione, network nazionali, carta
stampata, conduttori di talkshow famosi e pennivendoli mediocri tutti trovano nell’ex parlamentare il
bersaglio preferito, l’ Ecce Homo da crucifiggere. Così facendo soddisfano la sete
di populismo della piazza, mentre l’ordine
dei giornalisti tace o si distrae guardando
altrove. Così inizia l’opera di demolizione
della persona insieme a quella del personaggio. E più
questi reagisce, a malo modo, più lo demoliscono
con i loro caterpillar, irrispettosi dell’onore e della dignità della persona.
Io
sto con Cristaldi, anzi, per essere alla moda, Je suis Cristaldi.
Lo
sono e me lo posso permettere perché sono
stato severo con Lui, l’ho rimbrottato
quando c’era da farlo. Lo sono perché pur non condividendo niente della sua
linea politica, ho la consapevolezza che su di lui è stata ordita una campagna
denigratoria e di disinformazione di inaudita violenza. Lo sono perché, al di
là del suo temperamento primitivo, della sua incapacità di controllare istinti
e pulsioni, del suo modo si essere a volte rozzo nel confronto, Cristaldi è
egli stesso vittima di un sistema incancrenito e in cui lui è stato un
piccolissimo ma insignificante ingranaggio. Lo sono perché Cristaldi, nonostante
i mille difetti, è a mio giudizio una persona per bene. Continuino i bravi
giornalisti nella loro opera distruttiva, continuino a guardare il peluzzo nell’occhio.
Tanto non guarderanno mai la trave nei loro occhi.