Come tutti gli
italiani ho assistito allo spoglio delle schede per l’elezione del presidente
della repubblica, spaparanzato in poltrona, emozionato ma non teso, consapevole
che non si sarebbe ripetuto l’ignobile vigliaccata di due anni prima. Questa
volta non ci sarebbe stato nessun impallinamento, semmai il problema si poneva
sul numero di consensi che avrebbe avuto il designato presidente. Tutto andava
come previsto via via che si alternavano nella passerella televisiva i vari baronicchi della
politica, i quali, mai come in questa occasione, facevano di tutto per ostentare
la loro capacità metamorfica, gareggiando nell’adulazione, nella
deferenza, nell’ossequio nei confronti
del futuro inquilino del Colle.
L’applauso liberatorio
dei grandi elettori, allo scandire del cinquecentocinquesimo voto che eleggeva Sergio Mattarella dodicesimo presidente della
repubblica, era l’ atto catartico che li liberava dall’ignominia che si
portavano dietro. Ho applaudito anch’io come milioni di italiani mentre
osservavo lo scorrere delle immagini della panoramica televisiva sull’emiciclo.
Tutti in piedi, tutti si fa per dire, se non fosse stato per quel settore
pentastellato di gente seduta, ammutolita e frastornata. I grillini, frustrati,
adusi a obbedir tacendo, perpetravano lo sgarbo istituzionale non unendosi all’applauso degli altri grandi
elettori, per non contaminare la loro elitarietà, la loro purezza, il loro principio di servilismo verso la rete. Quel silenzio era un segnale di ostilità, di
non riconoscimento politico, tranne poi far sentire il loro frinìre prodotto
dalle tagmine con quell’ applauso ostentato verso il prediletto della loro rete.
Quando i grilli fanno cri, cr’Imposimato, cr’Imposimato, canticchiavo mentalmente parodiando
una nota canzoncina sanremese.
Non ero sconcertato,
ma arrabbiato da quella loro stupida
ottusità di sottoporre la politica alla rete, contro ogni logica e ogni buon
senso. Eppure bastava fare una piccolissima proporzione da scuola media per
capire che quel mito di democrazia virtuale non ha senso.
I numeri sono
infallibili e come tali meritano rispetto. I votanti della rete, secondo il
blog dei loro mentori Grillo/Casaleggio, delle quirinarie sono stati 51.677.
Essi rappresentano una insignificante percentuale degli elettori che hanno
votato M5S, appena lo 0,59% di quegli ottomilioni e passa di voti che hanno portato
oltre 150 cittadini a Montecitorio e al Senato. Possono i 126 grandi elettori penta
stellati, rappresentanti del 25% degli elettori italiani, farsi dare la dritta
da questo trascurabile e inconsistente numero di frequentatori della loro rete
senza precipitare nel ridicolo?
Ancora una volta i
grillini si sono distinti per la loro incapacità nel fare politica e per l’ottusità di non fare impestare
il loro candore.
Ma allora, che ci
stanno a fare su quegli scranni?
2 commenti:
D'accordo.loro sono per la protesta la c.d. democrazia diretta la opposizione x l'opposizione.se comprendi questo sarai e meno arrabbiato e più comprensivo..
Eh eh eh....invece è andata a finire, dopo il discorso d'insediamento, che sono stati quelli dell'M5S ad essere 'meno arrabbiati e più comprensivi'...
Valenziano
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