Le recenti vicende
regionali che hanno visto prima le dimissioni di Lucia Borsellino, a seguito
dell’arresto del medico personale del presidente della regione Crocetta,
sostituita immediatamente dal capogruppo del PD Baldo Gucciardi, poi il brutto affair delle telefonate
intercettate dai carabinieri dei N.A.S. e secretate, ( per disposizione di
chi?) come dichiara il settimanale L’Espresso, e infine l’intervento accorato e
inusuale di Manfredi Borsellino, un atto di accusa politicamente e moralmente devastante contro il silenzio
tenuto da Crocetta su una vicenda tutta da chiarire, meritano qualche
riflessione su quale sarà il prossimo futuro dell’ospedale di Mazara. Che
c’entra il nosocomio mazarese con le vicende politiche citate? Apparentemente
nulla, ma se focalizziamo quel lungo affettuoso e intenso abbraccio tra il
figlio del giudice assassinato e il Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, un segnale di delegittimazione politica e morale nei confronti del governatore Crocetta, dobbiamo
ipotizzare che il governo regionale ha ormai un limite temporale di
sopravvivenza assai esiguo e che il neo assessore alla sanità, sul quale questa
città sperava di avere un punto di riferimento forte per il rilancio
dell’ospedale “Abele Ajello”, non sarà sicuramente presente nel giorno del
completamento dei lavori. Rimangono le preoccupazioni, al di là delle
dichiarazioni necessariamente rassicuranti e per certi versi enfatizzate del
direttore generale De Nicola e del sindaco di Mazara, sul futuro dell’ospedale.
Con Gucciardi questa città avrebbe molte carte da giocare sul piano politico,
in quanto alla fine l’assessore alla sanità dovrà dire chiaramente e senza
alcuna ambiguità se vuole continuare il progetto dei suoi predecessori Massimo
Russo e Lucia Borsellino, oppure farsi ammaliare dai potentati politici ericini,
da sempre contrari all’insediamento della Radioterapia nell’ospedale mazarese,
in favore del S. Antonio Abate di Trapani-Erice.
Mazara, che tanto ha
dato allo stesso Gucciardi e alla senatrice Orrù, dovrebbe trovare in loro due
alleati politici credibili, al fine di avere un ospedale qualificato con
servizi eccellenti, ripristinando quel recente passato in cui, grazie alla professionalità
medica,” l’Abele Ajello” era il punto di riferimento per l’intera provincia di
Trapani e zone limitrofe. Basta ricordare la chirurgia, l’ostetricia,
l’ortopedia, la cardiologia, quest’ultima vero fiore all’occhiello della sanità
provinciale.
È utile ricordare a tal
proposito che l’unità operativa di cardiologia, fino a qualche anno fa gestiva
e coordinava il Telecardio Sea project . La centrale di ricezione è stata in seguito disattivata con la chiusura
dell’Ospedale.
Tale progetto, di grandi
prospettive sul piano sanitario e soprattutto su quello scientifico per la
collaborazione che potrebbe venire con i paesi del mediterraneo, prevedeva la
gestione delle emergenze cardiache in mare e nelle località isolate o non
facilmente raggiungibili, attraverso un
utilizzo delle informazione via satellite.
Telecardio
Sea Project, rappresenta la felice intuizione scaturita dal
lavoro appassionato di operatori sanitari specialisti della cardiologia; esso
si avvale di un brevetto di utilità ancora valido, che ha già conosciuto
numerose sperimentazioni e dimostrato la sua eccellente efficacia. Telecardio potrebbe
diventare un formidabile strumento di vera politica di internazionalizzazione
della Sanità siciliana e nei cui confronti gli organi istituzionali ne hanno sancito l’interesse già da molti
anni.
Il progetto nasce dalla
constatazione che troppo spesso, a bordo di natanti, si perde la vita per
Infarto del miocardio e, in caso di sopravvivenza, le sequele dovute al ritardo
della diagnosi e alle mancate terapie sono estremamente invalidanti per i
pazienti.
Esso consiste nell’applicazione a
pazienti con sospetti disturbi cardiaci acuti di un protocollo per la diagnosi
e per l’eventuale applicazione di terapie strumentali immediate, in tele collegamento
con un centro cardiologico di eccellenza che guidi gli operatori che assistono il paziente, in posti remoti e
non immediatamente raggiungibili per l’ospedalizzazione.
Navi, isole di piccole dimensioni,
villaggi lontano dagli ospedali, “oasi” di ogni genere, in particolare le
carceri i cui tempi di trasporto a strutture specialistiche sono ovviamente
lunghi , sono i luoghi di elezione in cui installare le apparecchiature
biomedicali a supporto del protocollo sanitario e per cui addestrare il
personale che le avrà in dotazione, soprattutto per evitare spreco di ingenti
risorse in caso di falsi positivi.
L’Ospedale di Mazara, l’unico in
Sicilia, ha il personale idoneo e con lunghe
esperienze pregresse su tale progetto.
Bisognerebbe pertanto capire le
motivazioni che hanno indotto l’attuale dirigenza dell’ASP trapanese ad
abbandonare tale progetto, e se è nelle intenzioni della direzione generale e
dell’assessorato regionale alla sanità ripristinare e ampliare Telecardio una
volta consegnata la struttura ospedaliera alla città.
Insieme alla Radioterapia
Oncologica, Telecardio potrebbe proiettare l’Ospedale “Abele Aiello” tra i
centri di eccellenza regionale e al centro dello stesso mediterraneo, dando un
senso, sul piano qualificativo oltre che operativo del nuovo ospedale in
avanzata fase di completamento.
Per far ciò occorre un forte impegno
della politica cittadina, regionale e nazionale nonché una sensibilizzazione sociale in ogni
livello.
Ma con questi chiari di luna sulla
politica del Palazzo dei Normanni, si
profila realmente il rischio, per Mazara,
di avere una bella, costosa quanto inutile scatola vuota.