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Ormai gli annunci politici si
fanno sui social. Così come la rete è diventata la grande fonte in cui tutto si
puote ciò che si vuole, secondo una narrazione che ha perduto ogni contatto con
il buon gusto. Vale in campo nazionale, vedi il caso della deputata del M5S Giulia
Sarti, vale anche nella politica locale, a casa nostra per intenderci. Il fine
è infangare il personaggio, coprirlo di melma, destabilizzarne l’immagine.
Capita così, anche da noi, che un
candidato sindaco, con un background culturale politicamente involuto, consideri
la professione dell’avversario politico un motivo di accusa, di subdola
istigazione al disprezzo, un argomento su cui incentrare parte della propria
campagna elettorale e che possa bilanciare la fumosità delle proprie proposte
politiche. Non solo sui social, anche nei pubblici interventi non si hanno
remore a fare uso della cattiva narrazione, frutto di una commistione tra
pubblico e privato, tra politica e professione.
La politica spesso
raggiunge livelli lessicali insopportabili e toni sprezzanti a causa dell’assenza dei partiti, che costituivano l'humus formativo. Una
volta si discuteva nelle sedi appropriate. E gli interventi erano ponderati,
non mancavano i giusti richiami per una frase eccessiva o per una parola fuori
dal contesto di quelle che erano le regole non scritte, di buon senso. Già, una
volta si discuteva. Quando c’erano i partiti. E in quegli ambienti ci si
temprava, anche negli atteggiamenti, nel porgersi dialetticamente con l’altro,
alleato o avversario che fosse. Il rispetto dei singoli ruoli.
In questo inizio di campagna
elettorale serpeggia la doppiezza dell’espressione finalizzata a distorcere
volutamente l’immagine dell’avversario, dipingendolo come un Octopus dai lunghi
tentacoli dalla cui stretta non ci si può liberare. E questa sala virtuale o
fisica, colma di ombre, pare evocare personaggi Orwelliani .
Chi controlla il passato
controlla il futuro.
Chi controlla il presente
controlla il passato.
È allora che percepisci lo
scandire dei due minuti di odio contro Goldstein, il nemico politico.
Te ne accorgi dagli applausi, non
intensi, ma presenti.
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