Annunciato
ventiquattro ore prima con la tradizionale macchina con megafono, il comizio di
Cristaldi apre ufficialmente la campagna elettorale di queste amministrative
che devono eleggere il primo cittadino. L’invito alla gente è alla vecchia
maniera. Chiama il suo popolo il sindaco dimissionario, e come dieci anni fa
prepara la piazza in salotto. Il grande palco con uno striscione 1 x 2,5 m con
il nome della candidata sindaca Mariella Martinciglio scelta a suo successore.
A seguire le liste a sostegno, capeggiate da quella dei Futuristi. La solita
musichetta che precede il comizio. Dieci anni di note ripetute fino alla noi,
come a volere ricordare le due precedenti elezioni che lo hanno incoronato
trionfalmente sindaco della sua città. Il presente che si riverbera nel
passato. Solo un auspicio, perché tante cose sono cambiate da allora.
Duecento sedie
posizionate a settori che attorniano il palco con dietro l’Arco
Normanno, simbolo della città, decadente nella struttura e umiliato ancor più
dai contenitori di spazzatura che nessuno ha avuto il buon gusto di rimuovere.
Ci vuole molta fantasia a parlare di turismo e di decoro dinanzi a tanta
monnezza che offende la cultura e la storia
di questa città.
Dal palco, con le
spalle rivolte all’antico castello, lo sguardo alla piazza, si fa finta di non
vedere. O non si vuole vedere.
Le sedie sono tutte
occupate, in prima fila ciò che è rimasto dei fedelissimi, tra di loro qualche
neo acquisto in compagnia della candidata sindaca. La famiglia e i parenti al
completo. Il salotto è affollato. Qualche centinaio di persone in piedi, a far
da cornice. Tantissimi curiosi e osservatori.
Si inizia con i saluti
convenzionali da parte della portavoce la quale ripete quanto detto durante la
precedente ufficializzazione del movimento I Futuristi qualche mese fa.
L’elogio del principe e delle sue magnificenze, la rivoluzione cristaldiana che
ha trasformato una città, dieci anni fa ridotta a borgo di provincia, in una
grande capitale dell’arte e della cultura.
Altro intervento del
responsabile politico dello stesso movimento, naturalmente altro incantamento e
lodi all’azione amministrativa.
Si cede il palco alla
candidata sindaca, avv. Martinciglio. Anche per lei un paio di minuti di
visibilità. Il tempo di sperticare elogi al suo mentore. Niente più. Una
comparsata insomma, proprio lei, donna di teatro, abituata al ruolo di
protagonista principale e di regista. Ma oggi l’intera scena non le appartiene.
Ubi maior minor cessat.
Sale sul palco
Cristaldi, tra calorosi applausi e qualche leggera ovazione. Il tempo di
svolgere il rituale che consiste nell’abbraccio a colei che egli ha scelto come
suo successore,e subito congedarla. Rimane solo, padrone assoluto del
proscenio. Ricorda la sua storia, le sue fortune, i suoi sogni alcuni avverati
altri no. Il solito approccio come cinque anni fa, come dieci anni fa. La sua
storia politica, a suo modo di vedere, straordinaria, i suoi successi, i
traguardi raggiunti, la notorietà, il prestigio acquisito sul piano nazionale e
internazionale, le cose realizzate nella sua lunga vita parlamentare e da bravo
affabulatore calamita gli applausi dei suoi fans. Perchè di tifo si tratta.
Segue la lunga
elencazione delle sue amministrazioni, dal risanamento del lungomare alla
rivitalizzazione del centro storico, dal recupero di chiese e palazzi, teatri e
periferie al rilancio della cultura in una città prima di lui addormentata e
abbandonata. E così l’arredo urbano con motivi artistici, proseguendo con il
Civic Center, la spiaggia in città, il complesso monumentale “Corridoni” e
soprattutto il turismo, prima di lui inesistente.
L’eloquio è fino a
questo punto sobrio, per certi versi elegante, rispettoso delle forme e con
qualche ironia che in politica non può mancare. Ma si vede che la tensione è palpabile.
Il tono di voce appare di timbro mutevole, alterato, quanto accenna alla
campagna elettorale in corso, fino a diventare stizzito quanto entra nelle
recenti vicende che hanno visto l’equipaggio della sua nave prima ammutinarsi e
poi abbandonarla al suo destino. Lo sdegno di essere stato tradito è palpabile
nella narrazione che porge agli spettatori, quasi a volerli pascere con la sua
rabbia, che riversa su coloro che per dieci anni hanno collaborato con lui
condividendone scelte e successi; per poi abbandonarlo, trasferendo armi e
bagagli in altri lidi che potessero soddisfare le loro ambizioni.
Piovono parole dure
come pietre nei confronti dei suoi ex collaboratori; non più stilettate in
punta di fioretto, ma fendenti di mannaia. Non entra nel personale, ma li
deride e li distrugge sul piano delle capacità. Li umilia dinanzi ai suoi fan
assetati di vendetta. Mostra alla folla il marchio dell’inidoneità; nessuno di
loro è dotato di quelle qualità essenziali per poter e fare il sindaco di
Mazara.
“Questa gente l’ho conosciuta per dieci anni.
Nessuno di loro ha la statura per coprire certe ruoli. Nessuno di loro è idoneo
a essere candidato sindaco di Mazara del vallo. Nessuno dei miei assessori,
compreso il presidente del consiglio comunale è uno scienziato”.
Eppure, a ben riflettere, i così detti”
successi “della sua amministrazione sono stati tali grazie alla sinergia e alla
corresponsabilità di squadra. O no?
S’incattivisce quando
prefigura scenari poco chiari, alleanze tra il sacro e il profano, interessi
oscuri e strategie finalizzate a distruggere, non solo politicamente, anche
fisicamente” la sua persona, con lo scopo di fare ricadere Mazara nel buio.
Poi con un coup de théâtre, come
a volere mettere in secondo piano l’acredine avverso ai suoi ex collaboratori,
l’ex presidente dell’assemblea della regione Sicilia annuncia, con enfasi, che
ha proceduto a “proporre i primi due assessori che faranno parte della giunta
della sindaca Martinciglio. La sorella Angela Cristaldi e l’imprenditore
egiziano Fouad Hassoun, al quale sarà data la delega al turismo con il compito
di lanciare Mazara tra gli itinerari turistici internazionali e farne la
piccola grande città degli eventi”.
Ancora un Fouad nel
progetto politico di Cristaldi.
Ma ancora la rabbia
non si è sopita. Avrebbe voluto continuare la sua opera amministrativa, “perché
non consentire a Cristaldi il terzo mandato, così come vuole il popolo, come
impone la democrazia? Ma la legge non lo permette.”
Si percepisce la sua rabbia contro una legge
che non rispetta la volontà popolare, e ancor di più la resistenza a dovere
lasciare la poltrona di primo cittadino, anche se fuori dalle mura forse ce n’è
un’altra che attende di essere occupata.
La conclusione
richiama ai soliti scenari torbidi, mescolanza di mondi apparentemente
antitetici, dal mondo cattolico alla massoneria, tra persone per bene e delinquenti.
Come dire, dopo di me e senza di me il diluvio, l’oscurantismo.
Appare stanco il vecchio leone,
lo ammette lui stesso,” sono invecchiato negli anni e nel fisico, la mia gola
non è più quella di una volta” pur rimanendo lucido nella mente.
Se ne va in pensione, forse a soggiornare in altri lidi, il vecchio
leone.
Ma al suo posto non vi è nessuna leonessa che ne possa raccogliere
l’eredità.
1 commento:
E' veramente arrivato il momento di girare pagina
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