Premetto che non ho
alcun pregiudizio sulla qualità dell'informazione fatta dalle emittenti televisive locali, soprattutto durante ogni inizio di
campagna elettorale. Anzi, le considero benemerite per il servizio di
informazione che dovrebbero dare sulla politica locale e sulle sue dinamiche, di
solito del tutto trascurate dai grandi media dell’informazione, sia nazionali
sia regionali. Ben vengano dunque, purché il servizio che offrono si mantenga rispettoso
e avvenga con regole chiare, trasparenti, tali da informare l’utente sul prodotto
che in quel momento gli si sta proponendo.
Bisogna,però, che lo
spettatore sia messo nelle condizioni di essere informato se una trasmissione è
autogestita da chi ha interessi a mandare certi messaggi, o se si tratta di
servizi d’inchiesta giornalistica o di interviste che abbiano carattere
informativo generale e che rispettino tutte le regole della corretta
informazione, in cui vi sia la possibilità di un contraddittorio. La democrazia
impone tali regole.
Premetto che allo
stesso modo non ho preclusione alcuna contro chiunque possa essere coinvolto in
indagini. Non è mia abitudine rincorrere il giudizio della piazza, né tanto
meno i processi mediatici, soprattutto sui social. Nessuno può arrogarsi il
diritto di sostituirsi alla magistratura.
Tuttavia, alla luce
degli ultimi eventi avvenuti in città, che considero di scarso rilievo in se
stessi, quando l’opportunità e le esigenze politiche richiedano l’esclusione di
un candidato o di un’intera lista a partecipare alle elezioni amministrative, il
comportamento di alcune piccole emittenti private non sembra sia stato
in linea con i principi elementari dell’informazione.
Intanto bisogna far
rilevare l’omissione di quell’emittente nel non informare della natura dello
spazio messo a disposizione di quel candidato e della sua lista esclusi dalla competizione
elettorale. Si trattava di un messaggio autogestito o di una
normale trasmissione di informazione? La mancanza della dicitura “spazio
autogestito” vuol fare passare forse per informazione politica quello che invece
non è? E quel monologo così inquietante,
nei modi e nel linguaggio, così ripetitivo e urticante, acrimonioso e insolente,
cosa ha a che vedere con l’informazione politica? E cosa ha a che vedere con l’informazione
politica quel delirio di onnipotenza, quell’ostentare di un ego smisurato, quella autocelebrazione
di una narrazione a senso unico che non sta in terra né in cielo sotto il profilo della
razionalità e su quella della tangibilità dei fatti?
Qual è il senso di fare assistere ad una improvvisazione da
commedia dell’arte, funzionale ad un personale soddisfacimento della propria vanità ?
Come giustificare che uno”
sfogo”, è la stessa emittente a definirlo sulla sua pagina FB, di tale natura,
possa essere trasmesso con quei contenuti?
Con quel linguaggio che raggiunge livelli di
improntitudine tali da fuoriuscire dalle regole del rispetto e della tolleranza
per incanalarsi su un frasario smodato senza che qualcuno metta un freno alla
deriva lessicale?
Costituisce uno spettacolo deprimente e indecoroso dovere
ascoltare interventi privi di estetica lessicale, disarticolati e illogici. Ancor più che nel far uso della parola, tutto ciò che è esteticamente inappropriato lo è anche
eticamente.
E quel che è stato trasmesso, a parer mio, lo è.
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