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ricoverati in un reparto ospedaliero di Philadelfia durante la pandemia Spagnola del 1918 |
Come passare la giornata chiuso in casa
in regime di quarantena domiciliare? Mi impongo l’isolamento volontario pur
essendo libero di potere uscire rispettando le regole dovute all’emergenza. Uscirò
solo per andare in campagna a dar da mangiare ai mie due maremmani, anche se
sono dotati di un dispenser di croccantini e di due mastelli di acqua
sufficienti per il loro sostentamento per dieci giorni. Ma restano i due gatti
che hanno bisogno dell’alimentazione giornaliera. Poi in campagna c’è sempre da
fare, potrei restarvi per l’intera giornata in completo isolamento, senza alcun
contatto umano. Confesso che sarebbe l’ambiente idoneo per trascorrere in
serenità quest’ansia da coronavirus. Preferisco in tal modo allontanarmi il
meno possibile da casa, solo per fare la spesa e prendendo le dovute
precauzioni. Ovviamente indossando la mascherina. La paura è entrata in casa, mia
moglie è presa dal panico; nostro figlio e sua moglie vivono a Milano, i nostri
nipoti nelle zone rosse. Sono tutti i meridionali ad essere in apprensione
proprio per l’emigrazione dei nostri giovani nel nord.
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la mia scrivania |
I notiziari televisivi sono veri
bollettini di guerra costantemente aggiornati. Trasmettono il panico minuto per
minuto.
In casa cerco di vedere e ascoltare il
meno possibile la tv e i soliti giornalisti esperti di tutto. Mi annoiano e
sinceramente mi irritano per quel modo di fare informazione tra il sadismo e il
cinismo. Preferisco i siti specializzati come fonti di notizie sul coronavirus
ai giornali nazionali. Le fonti istituzionali ufficiali ai si dice dei social.
Mi infastidiscono le continue presenze dei soliti virologi e epidemiologi il
più delle volte in contraddizione tra loro. Ma soprattutto trovo disinformanti
tutte quelle tabelle pubblicate dai media e che vengono commentati in modo
maldestro, senza alcun rigore scientifico dai social. Frequento anch’io i
social, e il più delle volte cazzeggio. Non credo che sia l’ambiente ideale per
discutere seriamente della situazione critica che il pianeta sta attraversando
e che vede in nostro Paese in trincea, con tutte le conseguenze che una
epidemia del genera comporta in termini di salute, di benessere, di economia.
Stiamo pagando le conseguenze di scelte
politiche irresponsabili fatte senza alcuna visione di prospettiva futura in
termini demografici e relazionati all’allungamento delle aspettativa di vita.
Tagli alla sanità in modo scriteriato e solo in funzione di parametri economici
e di rispetto di equilibri di bilancio insensati che hanno come fine quello di
far morire chi ha bisogno di cure intensive solo per rispettare uno stupido e
osceno patto di stabilità.
In un
Paese sempre più costituito da anziani la politica
avrebbe dovuto programmare in funzione delle aspettative di vita della
popolazione da una parte, e delle patologie legate all'innalzamento dell'età
dall'altra, un piano sanitario che fosse idoneo a eventuali emergenze che
avrebbero sicuramente interessato, prima o poi, quella larghissima fascia più
indifesa per certe patologie che era prevedibile sarebbero aumentate. I segnali
non sono mancati in questo decennio e i virus responsabili della Sars e della
Mers avevano già dato segnali di forte virulenza e pandemia. Agli Dei del patto
di stabilità i loro sacerdoti hanno continuato a sacrificare i capri. Solo che
questi erano i nostri genitori e adesso siamo noi.
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Mazara in quarantena ( foto di O.N.Mauriello) |
Un Paese in cui invecchiare è un peso
per la collettività, questo siamo diventati. Siamo diventati un Paese in cui un
calciatore guadagna oltre 1 milione di euro al mese mentre un ricercatore o un operatore
sanitario ne guadagna mille volte meno. Siamo diventati gli adoratori degli
idoli d’oro del ventunesimo secolo. Trent’anni di politica balorda mirata a
scardinare il pubblico a favore del privato, soprattutto nella sanità e nella
ricerca, tagliando in servizi essenziali, eliminando le strutture necessarie
alle esigenze che sarebbero diventate indispensabili in presenza di un sempre
più marcato invecchiamento della popolazione, e mantenendo nel contempo presìdi
inutili e costosi che si sarebbero potute demandare al privato. E’ bastato un
virus per mostrare a tutti che il Re è nudo. Va in tilt l’intero sistema
sanitario per mancanza di posti di terapia intensiva, per mancanza di
mascherine protettive, per mancanza di scafandri che potessero consentire agli
operatori sanitari di intervenire in assoluta sicurezza, di macchine per la
respirazione forzata, di personale medico specializzato e di infermieri. Questi
ultimi sono le vere vittime, insieme agli anziani, delle scelte politiche
cervellotiche, non del Covid19
Politici incompetenti, comunicatori
irresponsabili e pasticcioni, scienziati in conflitto tra loro, la mancanza di
una regia coerente nelle scelte e nelle regole, l’assenza di consapevolezza di
quello che stava succedendo e delle cause che hanno generato quelle
conseguenze, i tentennamenti e le indecisioni sui provvedimenti da prendere, e
soprattutto una comunicazione ambigua hanno creato una sindrome ansiogena
nell’intera popolazione in preda all’angoscia e all’incubo.
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Fuga di meridionali da Milano |
Così la paura genera il terrore e induce
alla fuga in cerca di una ipotetica sicurezza. La fuga dalle regioni che li
avevano accolti e nelle quali volevano formarsi nello studio,nelle professioni, nelle relazioni, nel lavoro. Si
prendono posizioni in difesa di confini; è addirittura caccia all’untore,
meglio, agli untori. E i social si trasformano da cassa di risonanza, mentre le
voci delle tante anonime Caterina Rosa e Ottavia Bono del web rimbombano nel
dare la caccia ai vari untori Piazza e Mora dei nostri giorni. Hai da spiegare
che loro non hanno nessuna colpa. Se non
è una storia della Colonna Infame in chiave moderna, poco ci manca.
È così che finisce il mito dell’Unità
d’Italia al grido di” No all’ingresso dei Lombardo Veneti” nelle incontaminate
terre meridionali, riproponendo in tal modo, a parti invertite, quelle
espressioni di disprezzo che fino a qualche giorno prima noi meridionali ne
rinfacciavamo ai leghisti di averle usate nei nostri confronti. Ecco cosa
genera la paura a causa di una informazione fuorviante.
Questa quarantena diventa salutare perché
consente di riflettere, con serenità, osservando lo scorrere degli eventi, il
cambiamento delle abitudine, l’improvviso silenzio che scende nelle strade. Non
mi sveglio più con lo scandire dei passi della corsa cadenzata dei runner
mattinieri con il loro chiaccherìo ansimante. Cambia la dimensione dello spazio e del
tempo nella monotonia del silenzio. Ci si alza, si prende il caffè, con uno
sguardo alla tv mentre la giornalista legge i titoli dei principali giornali. Non
ci interessa ascoltare le previsioni del tempo, che senso ha se il tuo lo
trascorri dentro casa. Ascolti i commenti della giornalista e
contemporaneamente si leggono i messaggi che continuamente arrivano nei vari
gruppi di chat. Si passa dalle chat ai social non prima di avere aperto le
varie testate on line. Ma che senso ha tutto questo? Forse per illudersi che la quarantena non
vieta le relazioni sociali.
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Hospital in Wuhan, China. |
Al
contrario, la quarantena l’accetto come un lavacro, un’abluzione dall’epidemia
di idiozie e di sciocchezze ancora più virulente del coronavirus. E non perché si
ha maggior tempo da dedicare alla lettura, a riscoprire i libri che non si ha
mai avuto il tempo di leggere, oppure a iniziare quei lavoretti di casa da
tempo immemorabili richiesti da mia moglie e che sono stati sempre rimandati al
dopo. Questa domiciliazione coatta se da una parte consente di prendere
consapevolezza della gracilità di noi stessi, dall’altra ci fa scudo dalla infezione
del Covid 19. La quarantena è la nostra resilienza contro il coronavirus. Soprattutto
è la più grande resilienza a cui noi siamo chiamati per proteggere, insieme noi
stessi, questo lembo estremo di terra da una catastrofe generazionale. Ma
quando essa finirà, se finirà, e se non sarà stata vana, segnerà il
proseguimento del nostro percorso con un’altra prospettiva. Perché tutto non
sarà più come prima.
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