Il
2020 sarà ricordato nella storia come l’anno
della strage dei nonni e dei
medici e dei religiosi, le vere vittime del Covid19
.
Dopo trenta e passa giorni
costretti al domicilio coatto, ci stiamo rassegnando, forse, che il nostro futuro
e le nostre aspettative, sono legate non alle scelte della politica e del
governo che noi abbiamo contribuito a formare attraverso il voto, ma alla
decisione di un gruppo di scienziati che da consulenti del governo si sono autonominati
essi stessi governo, prendendone tutto il potere.
Così saranno gli epidemiologi, i
virologi, gli infettivologi, la scienza in genere, a decidere non solo sulla
salute ma anche su come, quando, chi, dove incominciare la ripresa sociale e
produttiva dell’intero Paese. Quali imprese devono riprender e in quali
condizioni di sicurezza, quali settori, se privilegiare il nord o il sud o il
centro del Paese.
Saranno sempre gli scienziati a
decidere quali iniziative prendere per quanto riguarda la ricerca dei contagi e
il loro tracciamento, a quali condizioni e con quali strumenti. Da oltre due
mesi il governo del Paese ha abdicato al suo ruolo politico, non si è dotato di
linee guida, o per incapacità o per convenienza, lasciando tutto nelle mani dei
comitati scientifici, di esperti e di commissari, riducendo il Parlamento a
mera e inutile comparsa.
Questa situazione riporta indietro nel tempo a
un tema che è stato centrale, immediatamente dopo la pubblicazione dell’Origine
della Specie con la quale Darwin avrebbe rivoluzionato il pensiero scientifico.
In quel confronto serrato tra accademici
e il vescovo di Oxford, i neo
evoluzionisti sostenevano che era arrivato il momento di limitare gli eccessivi
privilegi che garantivano la supremazia anche politica dei prelati, e se non fosse
stato più opportuno, finalmente, che a sostituirli fossero
gli scienziati a manovrare le leve del potere. Alla luce dei fatti sembra che quell’auspicio,
in parte, abbia preso corpo un secolo e mezzo dopo.
Sono i comitati tecnico scientifici a prendere le
decisioni anche su aspetti non di merito. C’è quello del ISS, l’altro del CSS,
poi l’OMS, la Protezione Civile, e i vari rappresentanti di AIFA, di Inail,
dello Spallanzani, del Policlinico Gemelli, oltre ai vari commissari di parte.
Il più delle volte soggetti non comunicanti tra loro a sentire le diverse
opinioni nelle varie interviste televisive. In questa task force manca la
politica e soprattutto è assente la rappresentanza del Parlamento. Manca
soprattutto il governo nel suo insieme, esautorato dalle sue funzioni e
rappresentato dal presidente del consiglio tutus tuus alle decisioni, non al
parere, dei comitati scientifici.
Senza sostituirci alla scienza che fa il suo
lavoro, anche con macroscopici errori di valutazione, e non sempre con una
certa coerenza, tuttavia non si può accettare che la politica non assolva alle sue
funzioni e non assuma responsabilità.
Se non possiamo chiedere alla
politica risposte che non può dare, nel caso specifico sul covid19, sulla
durata della pandemia, sulle cure e sui vaccini, d’altra parte la stessa
politica non può rinunciare a dare risposte che solo essa può dare. Risposte
che non possono essere date dai comitati scientifici né possono essere delegate
a questi ultimi.
Avevo scritto nel precedente
post che tra dpcm, decreti, raccomandazioni, circolari, ordinanze, chiarimenti,
interpretazioni esplicative, tutto, in questo Paese, va a briglie scolte.
Il governo che non ha alcuna
visione di come affrontare quest’immane tragedia tranne quella di campare alla
giornata. Nonostante siano passati tre mesi dalla decretazione dello stato di
emergenza e più di due mesi dalla dichiarazione delle prime zone rosse lo stato
confusionale del governo e delle regioni rimane sempre più alto e rappresenta plasticamente
l’incapacità della politica di comprendere la realtà delle cose.
Stato confusionale e
approssimazione sono da considerarsi, a oltre un mese dal lockdown, il maggiore
responsabile dei disastri avvenuti, in particolar modo della morte di oltre
cento medici assieme agli altri operatori sanitari e della mattanza che sta
avvenendo nelle RSA. La strage dei nonni che evoca l’altra strage, quella degli
innocenti. Migliaia di anziani non monitorati né
protetti, abbandonati in strutture lasciate privi di protezione, quando era
talmente chiaro a tutti, agli scienziati in particolare, che il bersaglio del
coronavirus era proprio loro. Omissione difficilmente giustificabile da parte
di chi nel consigliare il distanziamento totale dimentica che la fascia di
popolazione più debole, più vulnerabile, è stata colposamente abbandonata in
strutture prive di dispositivi sanitari, e facilmente soggetta alla
penetrazione del Covid19. Ed era su quelle strutture che bisognava intervenire
con la stessa priorità e con tempestività.
Non so quando e come ne
usciremo da quest'angoscia, ma se ci sarà data la possibilità di raccontare ai nostri nipoti quanto
stiamo vivendo, questo 2020 sarà ricordato nei libri di storia come l’anno
della strage dei nonni, dei medici, dei religiosi. E il colpevole non sarà solo il
coronavirus.
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