Vincenzo
Modica "Petralia" porta la bandiera tricolore in piazza Vittorio
Veneto durante la manifestazione del 6 maggio 1945.
Archivio Istoreto.
Sono passati tanti anni da
quanto un giovane ufficiale mazarese, con il braccio sinistro sorretto da una
fasciatura a tracolla alla meno peggio, a causa di una pallottola che gli aveva
colpito la spalla, e con l’altro che tiene orgogliosamente alto il tricolore,
scortato da cinque compagni, entra ,tra l’entusiasmo generale, in quella Piazza
Vittorio Veneto gremita da decina di migliaia di torinesi accorsi ad abbracciare
quella sfilata di giovani partigiani che avevano combattuto e sconfitto le
forze nazifasciste. Grazie a quei ragazzi e ragazze, di eterogeneo schieramento
politico, militari monarchici, cattolici, comunisti, socialisti, azionisti e
liberali, al loro sacrificio e al sangue versato, si è arrivati alla Liberazione
dell’Italia riportando la libertà, la democrazia e la giustizia sociale. Quella
foto rappresenta la metafora del 2° Risorgimento, come si compiaceva chiamare
la Resistenza contro l’oppressione nazi-fascista il compianto presidente Sandro
Pertini Quella foto mostra quel giovane ufficiale italiano, venuto dal profondo
sud, - dagli stessi luoghi dove 85 anni prima Giuseppe Garibaldi, appena
sbarcato, iniziava quell’avventura che avrebbe portato all’Unità d’Italia,-
partito insieme a tanti altri giovani siciliani, che si ritrova a percorrere il
cammino inverso,”rifare l’Italia”, al comando della 1ª Divisione Garibaldi
"Leo Lanfranco", dopo avere combattuto tra le colline torinesi. Il
suo nome di battaglia era “Petralia”, così era stato nominato il mazarese
Vincenzo Modica, nato a Mazara del Vallo il 18 Ottobre 1918, morto, dopo una
vita da imprenditore di successo, a Torino il 9 Gennaio 2003 .
Nella sua città natìa su quel
nome, su quell’evento memorabile passato alla storia e immortalato da una foto,
è caduto l’oblìo. A trenta giorni dal voto, reso oggi possibile grazie a quei
giovani partigiani di allora, nessun candidato ha ricordato quel loro
concittadino. È in questo caso che si prova un profondo senso di vergogna e di
sdegno nei confronti di questi piccoli politici senza anima e senza memoria.
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