Bergamo.Il vescovo e il sindaco alla benedizione delle ceneri dei deceduti |
Cosa ci sta insegnando questo
virus?
Che ci eravamo illusi di
avere cresciuto una generazione di giovani superman, autonomi, temprati alle
difficoltà e alla vita solitaria dello studio, di intelligenze superiori, di
giovani brillanti, forti, coraggiosi, competenti, migliori di quanto lo siamo
stati noi alla loro età. Poi il virus ci ha dato una sberla formidabile. Quei
giovani viziati a mojito, sushi, sushimi e apericene al primo segnale sono
scappati, impauriti, per andare a rifugiarsi tra le braccia della mamma e della
nonna. Le conseguenze le conosciamo. Anche loro non sfuggono all’umana paura.
Fine di un mito. Cari genitori tenete conto di ciò prima di eccellere nello
sperticare in elogi e vanterie i vostri figli.
Cosa ci sta insegnando
il coronavirus?
La costruzione di storytelling.
Qualcosa che avevamo dimenticato e
che pensavamo essere stata abbandonata nell’era dell' informazione globalizzata:
la guerra di propaganda.
Così in questa narrazione si afferma il principio di
causalità per cui un evento è preceduto da una causa. E questo principio è
anche motivo di propaganda politica interna o esterna, al di là
dell’obbiettività scientifica dei fatti.
Fa molto discutere un articolo
pubblicato sul Global Times (magazine del Partito comunista
cinese) in cui si suggerisce che l’epidemia potrebbe avere come origine
l’Italia e non la Cina, come pensa il resto del mondo e molti cinesi e
soprattutto la comunità scientifica.
Ma la guerra a suon di
propaganda tra gli Usa e Cina diventa più virulenta del Covid19 ,
come scrive Asia news, se da entrambe le parti ci si spinge ad enunciare l’ipotesi
che il Covid-19 fosse il frutto di ricerche compiute da un laboratorio di Wuhan
impegnato nello studio delle guerre batteriologiche. Ipotesi sostenute da
giornalisti e da personalità politiche degli Stati Uniti, come Mike Pompeo, che
definisce il virus “il coronavirus cinese”, o “di Wuhan”.
É il lieto motivo
dell’amministrazione Trump con finalità ovviamente interne in vista delle
prossime elezioni presidenziali.
Immediata la reazione da parte
di Zhao Lijian, portavoce del ministero cinese degli Esteri che ha
scritto “Potrebbe essere stato l’esercito Usa ad aver portato l’epidemia a
Wuhan… L’America ci deve una spiegazione!”. L’accusa appare legata alla
partecipazione di membri dell’esercito Usa ai Giochi mondiali militari,
tenutisi a Wuhan nell’ottobre scorso, che ha radunato rappresentanti da oltre
100 nazioni.
E se ciò non bastasse, negli ambienti del partito comunista cinese gira anche
un motivetto malizioso di virus italiano. Ci risiamo con l'untore Italia. La
solita storiellina che deresponsabilizza un governo che forse ha qualche cosina
da farsi perdonare agli occhi del mondo e della comunità scientifica,
nonostante abbia, in seguito, messo in campo una notevole macchina terapeutica , e si sia aperto alla condivisione delle informazioni.
Non potevano mancare le fake news sull’origine
di questo coronavirus, se persino si rispolvera una vecchia
trasmissione televisiva della RAI che, rifacendosi ad un articolo di una delle
più serie riviste scientifiche internazionali, Nature, rendeva
nota la creazione del virus in un laboratorio cinese.
E’ bastato poco perché la stessa
notizia si diffondesse enormemente amplificata dai divulgatori scientifici formatisi nella Democratica Accademia di Scienze
Superiori di FB. Bufala naturalmente riportata con grande evidenza dai media
nonostante le autorevoli smentite del direttore di Nature e della stessa
Rai, sia degli stessi scienziati, in quanto quel virus sintetico non
aveva niente a che vedere con l’attuale Covid19 di origine animale.
Cosa ci sta insegnando il cornavirus?
Che esiste una realtà virtuale, una Second life,
quella dei social, in cui ciascuno vive attraverso il propri avatar, destinato
a combattere con altri avatar in una guerra di sciocchezze, falsità,
cattiverie, insulsaggini, escrezioni linguistiche fatte passare per intemerate
verità, per assolute certezze, per rivelazioni dottrinali.
Alcuni esempi: causa dell’epidemia la tradizione
culinaria cinese che mangiano pipistrelli;
le mascherine proteggono dai virus,la barba lunga
aiuta il contagio,mangiare aglio uccide il virus,il virus è un ceppo mutato di
quello dell’influenza.
Una vera infodemìa responsabile di generare
paura e ansia nella popolazione.
Una Europa senz'anima, indifferente e disattenta ai
bisogni comuni, in cui la solidarietà è un concetto virtuale,una parola
astratta,vuota,effimera,priva di sostanza, pregna d'ipocrisia. Un'Europa
manipolo di statarelli nevrotici, egoisti, ciascuno curante del proprio
orticello, incapaci di avere un disegno comune, di tracciare una prospettiva
nei momenti dei bisogni. Mentre in Italia arrivano in soccorso delle
regioni profondamente colpite dal covid19, equipe di medici
volontari,accompagnati da presìdi sanitari, i cubani con i loro indumenti
primaverili, i cinesi con il loro carico di mascherine e respiratori, i russi
con i loro specialisti, nessuna bandierina europea viene sbandierata. Una vera
e propria omissione di soccorso di cui si dovrà tenere presente e riflettere se
vale ancora la pena ostentare una fede europea. Verrà il giorno in cui
quest'Europa dovrà rendere conto delle sue responsabilità.
Cosa ci ha insegnato questo coronavirus?
Lockdown. Letteralmente blocco, e in senso esteso, blocco di tutte le
attività non indispensabili con obbligo di dimora nelle proprie abitazioni al
fine di limitare libertà di movimento e diritti personali. Un sacrificio,
questa quarantena, che ci ha messo dinanzi a qualcosa che mai avremmo potuto
immaginare. La solitudine. Solitudine come percezione e come relazione
affettiva. La nostra solitudine e quella degli altri. La solitudine intrisa di
paura. La paura di non potere avere il contatto fisico con i figli, che genera
panico per non potere più accarezzare i tuoi nipoti, i tuoi affetti più cari,
di non potere avere contatti fisici con i tuoi amici, con le persone. La
solitudine degli anziani resa più marcata dalla mancanza di conforto. Il
lockdown deruba soprattutto i più deboli dell’ultimo contatto con i propri
cari; fa morire soli, disumanizza l’uomo, lo priva del conforto della fede,
dell’ ultimo commiato, del funerale, anche il più intimo, annulla
ogni espressione di dolore, trasformando l’uomo in un numero
statistico o in un anonima urna cineraria, come se in questo mondo non ci
si fosse mai stati.
Ecco questo e altro ci sta mostrando il virus. E
tanta,tanta retorica.