A Mazara l’uso delle strutture di accoglienza di pregio storico soggette a vandalismo.
Era tutto talmente prevedibile che parlarne era
come se si volesse scoprire l’acqua calda. La decisione delle ultime
amministrazioni,compresa l’attuale, di destinare a strutture di temporanea
accoglienza degli immigrati clandestini, immobili di pregevole valore storico
ed artistico e per di più ubicati in pieno centro storico, è stata e continua
ad essere una scelta destinata a creare polemiche, soprattutto per la facilità
che gli immigrati hanno di sfuggire ai controlli,una volta identificati e messi
in condizione di potere girovagare liberamente per la città. Inoltre, sotto il
profilo della tutela e della
salvaguardia del patrimonio immobiliare,
sovente in queste strutture si assiste alla distruzione delle
suppellettili e soprattutto alla mancanza di cura e di rispetto,da parte degli
ospitati, dei locali in cui vengono momentaneamente ospitati. L’allarme
lanciato in questi giorni alle istituzioni regionali e nazionali dal sindaco di
Mazara Cristaldi, è il grido di una intera città impreparata a far fronte ad
eventi straordinari di eccezionale portata, soprattutto a causa della mancanza
di una strategia finalizzata a far fronte a flussi immigratori che sono diventati
sempre più intensi e che in prospettiva si prevedono alquanto numerosi sia come
sbarchi sia come entità umane. L’avere supinamente acconsentito di mettere a
disposizione dei clandestini strutture di accoglienza inidonee,senza un adeguato
supporto logistico di personale specializzato e mezzi economici adeguati al
bisogno, dimostra come il fenomeno immigratorio
venga gestito in modo superficiale e disorganico, privo peraltro di una
struttura di governance. Pregevoli complessi
di valore storico e urbanistico come S. Agostino
e San Carlo,quest’ultimo destinato ad accogliere temporaneamente gli immigrati
non maggiorenni non accompagnati, sono stati,o stanno per esserlo,trasformati
in centri di smistamento e di accoglienza,con la conseguenza di dovere subire atti di vandalismo e di incivile incuria da parte degli stessi
ospitati; questi ultimi,lasciati liberi e senza alcun controllo di girovagare per il dedalo di
viuzze del centro storico possono anche
generare problemi di sicurezza sociale e di ordine pubblico, in quanto
vengono facilmente in contato con la microcriminalità che ne ha fatto di quel luogo la propria zona di pertinenza. Senza nulla togliere allo spirito di
ospitalità e di solidarietà verso queste persone,tuttavia occorre che vengano
individuate,al di fuori del nucleo del centro storico della città, strutture
più idonee, più sicure e confortevoli dal punto di vista dei bisogni,degli
spazi a disposizione, facilmente raggiungibili e dove i controlli siano più
incisivi, vi sia una maggiore sicurezza anche a tutela degli stessi
clandestini,e che sia agevole l’accesso ai mezzi del personale di
supporto logistico e della sicurezza. Il comune di Mazara ha edifici di sua
proprietà che si possono trasformare in civili e adeguate strutture di
accoglienza. Queste peraltro potrebbero essere collegate al centro della città
attraverso dei servizi di bus navetta.
Discorso a parte,ma che merita di essere
approfondito, e sul quale si dovrebbe aprire un ampio dibattito politico,è la
destinazione d’uso che s’intende fare per il complesso del monasteriale di San
Carlo,per la cui ristrutturazione sono stati stanziati parecchie centinaia di
migliaia di euro. Questa struttura sembra essere destinata ad accogliere i
minori stranieri non accompagnati, definizione abbastanza controversa utilizzata genericamente
per ricomprendere un gruppo più ampio di minori, tra i quali vi sono minori richiedenti asilo ed i minori vittime
di tratta, siano essi cittadini di paesi dell’Unione Europea o extracomunitari.
Secondo dati statistici la permanenza media in queste strutture è di circa sei
mesi, tempo insufficiente per avviare un
adeguato progetto di inserimento. In Sicilia,in particolare,nelle
strutture riservate ai minori non accompagnati, i dati rivelano che la maggior
parte di questi provengono dalle regioni sub sahariane. E’ in tali strutture,dove assai difficilmente si
riesce a portare a termine dei progetti seri di inserimento e di
formazione, che il disagio si manifesta
spesso con segni di insofferenza e
atti di vandalismo. Mentre scrivo questo
post apprendo,attraverso una dichiarazione dell’on. Cristaldi, che
l’amministrazione ha individuato alcune strutture di sua proprietà e
precisamente l’area e gli edifici dell’ex mattatoi comunale, da trasformare
come centro di accoglienza per gli
immigrati clandestini e da adibire inoltre come centro di aggregazione per lo
sviluppo delle arti. Non si può che accogliere la notizia con viva
soddisfazione.
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