A Mazara la lista il Megafono di Crocetta come
il Cavallo di Troia.
” La mafia è dunni c’è la “Manciugghia” e la politica
è tutto un “ Mangia-mangia”
“La mafia
te la trovi là dove non credi che te l’aspetti. Vi è un intreccio di interessi
nella politica,negli enti legati ad essa,nella gestione della formazione tutta
in mano delle moglie dei politici. E’ la politica corrotta che ha portato la
Sicilia ad essere quella che è adesso. Altro che Matteo Messina Denaro:a questo
lo dovrebbero accusare di concorso esterno mafioso,perché la vera mafia sta
nelle istituzioni,rese incancrenite dal malaffare,dagli interessi,dalla
manciugghia,dal mangia mangia.”
E’ un
Rosario Crocetta che parla,urla,denuncia a ruota libera,senza peli sulla
lingua,senza l’uso del linguaggio politically-correct;è un vulcano che erutta
un fiume di accuse contro un sistema politico che definisce “la causa
principale dei mali della Sicilia,e che ha alimentato connivenze mafiose e
malaffare,che ha usato il denaro pubblico destinato ai cittadini per interessi
privati,per generare potere,e sprecare risorse usate a soddisfare la sete di
potere personale”.
Ne ha per
tutti il presidente della Regione Siciliana,dal Consorzio Autostrade Siciliane
alla Serit,dai consulenti regionali alla gestione dei fondi europei per la
Formazione,dalla rotazione di tutti i dirigenti apicali alla Sanità con
l’affair dei pannoloni d’oro,” come se all’improvviso tutti i palermitani
fossero stati colti da sintomi di diarrea” denuncia il neo governatore della
Sicilia.
Un parterre
zeppo di politici,molti dei quali alla ricerca di nuovi punti di riferimento e
pronti a salire sul carro del vincitore:tra costoro ex lombardiani,piddini anti
Papania,ex supporter del senatore alcamese,molti osservatori indecisi, curiosi,
simpatizzanti, uomini di cultura e professionisti, imprenditori e lavoratori,
ma soprattutto molte donne.
Le forze
dell’ordine vigilano ogni movimento a salvaguardia di uno degli uomini
più minacciati dalla mafia.
Nessuna bandiera di partito, nessun inno
nazionale, ma semplicemente un tenue sottofondo musicale della "La canzone popolare"
di Ivano Fossati,nostalgia di una stagione politica di grande successo ma che
non può più ripetersi, in attesa dell’arrivo dell’ospite in
forte ritardo.
Il ritardo
è dovuto al protrarsi dei colloqui tra il Presidente Crocetta e l’ambasciatore
libico per l’occasione venuto a Mazara.
Non vi è un palco,ma un parterre
sobrio,scarno,nessuna poltrona,tutto all’insegna della familiarità.
“ Ho sempre amato questa città,ho sempre desiderato
di viverci,di abitarci. La sento come casa mia.”- Rosario Crocetta usa un
linguaggio efficace e semplice,il suo lessico non è certo quello elegante e
raffinato di Arbasino,le sue locuzioni sono ruspanti,piene di accenti cantilenanti
ed intercalari tipici della vulgata gelese.
E’ anche
un modo di dichiarare,con orgoglio,le sue umili origini, il radicamento ad una terra
offesa,denigrata,sfruttata,ingannata,violentata da un secolo e mezzo di
colonizzazione prima e di autonomia dopo,con la complicità della politica,degli
imprenditori,delle grandi industrie,della mafia e degli stessi politici
siciliani,da Cuffaro a Lombardo a Miccichè alleati questi ultimi con la Lega di
Bossi.
Sta in
questa forte,insistente,accorata denuncia del “mangia mangia” tutto il suo carattere,tutto
il suo amore per la cultura della propria terra, del proprio paese, della
propria gente,delle proprie tradizioni.
La
violenza delle sue parole sono la risposta alla violenza di un sistema politico
che ha contaminato e corrotto la dignità dei siciliani. Lo stile si nota dai
segnali, dai comportamenti, dalle note di colore, dal portamento, dai toni
della voce, dall’uso delle parole.
Rosario Crocetta parla alla pancia della
gente,li colpisce e li sferza a riscattarsi;i suoi toni populistici altro non
sono che quelli di un comune sentire.
A cantare
l’elogio della bellezza come antidoto alla barbarie e all’asservimento politico
mafioso ci pensa,nell’attesa dell’ingresso in sala del neo governatore
siciliano, il suo amico Antonio Presti,il creatore di Fiumara D’Arte,voluto
fortemente candidato al senato da Crocetta.
E’ un inno alla bellezza quello di
Presti, promotore della valorizzazione del territorio per mezzo delle opere d’arte,
ritenute un vero antidoto all’oscurantismo mafioso e all’obnubilamento delle
coscienze.E’ un cantare le bellezze e la storia della propria città,del proprio
territorio,della propria regione attraverso
le opere d’arte,così come fanno i cantastorie attraverso le immagini.
Un evento
di enorme portata,secondo Presti, questo connubio politica-arte-cultura,destinato
a dare frutti copiosi in un più ampio progetto di crescita
legalitaria,economica,sociale. “C’è un tempo per seminare, c’è un tempo per
raccogliere” è scritto nel Qohèlet.
Bisognava
dare un segnale politico forte, univoco, inequivocabile, chiaro, frastornante
ma nello stesso tempo intelligente, lontano dalla canea chiassosa. La filippica
del Presidente Crocetta contro l’incancrenirsi del sistema politico viene
accolto da un tripudio di applausi sinceri.
L’applauso
non è formale, non è di parte, esso è convinto, rappresenta la manifestazione
di affetto della gente nei confronti di un personaggio pubblico che vuole dare
una svolta in termini qualitativi ed etici alla politica non solo siciliota ma
nazionale.
La
risposta è un’ ovazione che lega in un affettuoso abbraccio Crocetta e il suo
movimento alla gente,la stessa gente stanca di essere delusa, che per tanto,
troppo tempo è stata vilipesa, umiliata, tradita da una politica in preda a
bulimia della manciugghia.
Può
piacere o meno, ma il Presidente della regione è il simbolo del cambiamento
storico culturale, il personaggio più interessante dell’attuale scenario
politico nazionale insieme a Grillo. Non poteva mancare un richiamo
all’integrazione culturale, alla convivenza e all’accoglienza, al rispetto
della persona e dell’identità tra immigrati e popolazione indigena, elogiando
le qualità di tolleranza e di rispetto dell’intera gente mazarese e siciliana.
Dal punto
di vista politico la Lista “Il Megafono” attrae gli indecisi,è concorrenziale
al M5S di Grillo,ma soprattutto allo stesso PD al quale porterà via molti
consensi,nonostante facciano parte della stessa coalizione al senato.
L’obbiettivo
è recuperare coloro che hanno abbandonato il centrosinistra e che avevano
votato per protesta Grillo.
Per quanto
riguarda la provincia di Trapani,e Mazara in particolare, i supporter della
lista,in gran parte del PD,la usano come il Cavallo di Troia per mezzo del
quale il gruppo di piddini anti papaniani vuole fare breccia e sgretolare la
roccaforte dominata dal senatore alcamese .
Attraverso
il Megafono si vuole passare alla resa dei conti tra correnti all’interno del
PD; una rivolta in grande stile contro lo strapotere di Papania e Gucciardi, e
vuole essere un altolà ad accordi preconfezionati durante le recenti primarie,vedi
l’ingresso di Vito Torrente nel PD, a costo di lacerare e indebolire lo stesso partito
sacrificato ad interessi di parte.
Una
vittoria del centrosinistra al senato,con un forte consenso politico al
movimento di Crocetta, vedrebbe fortemente rafforzata l’anima autonomista e
sicilianista del Presidente della Regione;di contro risulterà indebolita la
corrente dei notabili del PD e il loro
modo di gestire la politica
Ciò non
può che far bene al prossimo governo nazionale.