“La festa appena cominciata è già finita” vi ricordate la canzone
di Endrigo?
Ebbene,sono
trascorsi alcuni mesi dalla solenne cerimonia d’iniziazione di Vito Torrente
nel PD con gran cerimonieri l’On.Baldo Gucciardi e il sen.Antonino Papania,che
già si assiste se non ad un divorzio,almeno alla separazione consensuale tra
l’imprenditore mazarese ed i suoi mentori del PD.
Nemmeno il
tempo di pregustare il trionfo alle primarie per il parlamento,nelle quali Vito
Torrente,in forza dei numeri,ha potuto dimostrare ai parlamentari piddini,se
avevano dubbi,la sua capacità di raccogliere consensi, che i distinguo e le
prese di posizioni all’interno del Pd mostravano un malcontento diffuso per
quella che era ritenuta una consegna del partito a Torrente.
Ricordiamo
che si deve esclusivamente a lui se la candidata al senato Pamela
Orrù,catapultata per il correre degli eventi dalla 5^ posizione alla
seconda,sarà nominata senatrice.
A far
precipitare le cose è stata, anche,la decisione della commissione dei garanti
di escludere dalle liste del senato in Sicilia il sen. Papania,che aveva
largamente vinto le primarie.
L’esclusione
di Papania non poteva non mettere in discussione gli accordi pregressi tra
Torrente,e le sue velleità di essere il candidato a sindaco di Mazara con il
simbolo del PD.
Alle
proteste per tale esclusione,tiepide per la verità,dell’entourage dei fedeli
del senatore,facevano da contrappunto la malcelata soddisfazione di quei
militanti del PD che vedevano in quella decisione la fine del potere
incontrastato del parlamentare alcamese in provincia, e rimettevano in
discussione,senza però averne mai parlato,quel patto
Papania-Gucciardi-Torrente,che avevano dovuto subire,e mai avevano digerito.
Le
lacerazioni che ne sono seguite a Mazara in particolare,ma in tutta la
provincia,soprattutto tenendo conto che gran parte degli avversari di Papania
si erano schierati apertamente con la lista Il Megafono” di
Crocetta,indebolendo di fatto il partito,hanno fatto capire a Torrente che il
partito in cui era entrato altro non era che un armata Brancaleone,
acefalo,fatto da anime mute, del tutto prive di una strategia,di obbiettivi e
soprattutto di riferimenti politici con i quali programmare le imminenti
scadenze elettorali,dalle nazionali alle provinciali e soprattutto le prossime
amministrative.
Per un
uomo che dell’operatività e del fare ha fatto le sue fortune politiche ed
imprenditoriali,trattare con anime che alla politica preferivano il pensiero
metafisico e auto contemplativo,era ritenuto una perdita di tempo;così decide
di abbandonare il PD,in preda alla sue faide interne e lacerazioni, alla sua
sorte.
Consapevole
che quel che conta in politica non è il simbolo ma il consenso,Torrente si
defila con discrezione dalla campagna elettorale e inizia a ordire la sua trama
per le prossime elezioni amministrative,sistemando i vari tasselli per
costruire la sua campagna elettorale,in modo che niente sia lasciato al caso.
Tra
riunioni e incontri con suoi simpatizzanti,ha già messo in moto strategie e
alleanze per la sua prossima candidatura a primo cittadino. Si dice che abbia
già pronte tre liste civiche a suo sostegno,e tanta gente pronta a salire sul
suo carro.
Il
PD,intanto,smarrito e senza alcuna idea,in attesa di congressi locali che
divaricheranno ulteriormente le spaccature al suo interno, appare sempre più un
cimitero di anime in pena.
Bye bye
baby, lo saluta Torrente.
2 commenti:
Per quanto mi sforzi proprio non capisco per quale motivo Vito Torrente sarebbe dovuto essere a tutti i costi il candidato a Sindaco del PD a Mazara.
Torrente è accreditato di un seguito di circa 2.000 fedelissimi. Ma sarà dura contro i 10.000 voti di opinione tributati all'M5S a Mazara!
valenziano
Posta un commento