Costituente futurista |
Adesso
che fare? Un rifiuto dietro l’altro accompagna il processo di successione
in seno al movimento mazarese I Futuristi . Una guerra intestina, una ribellione silente intrisa di mal di pancia
e di distinguo, che insieme a una sequela di non possumus hanno messo in corto circuito questa formazione priva
d’identità, dalle velleità impossibili, tenuta in vita finora dalla egemonia
incontrastata di Cristaldi. E come spesso accade nella storia, se un sovrano non lascia né designa eredi, genera, all’interno della corte, delusioni
accompagnate da risentimenti e ripicche. È accaduto all’atto della
presentazione alla stampa, quando Cristaldi ha disegnato in tondo, seppur con
l’inchiostro simpatico, il profilo del suo successore, ”che aveva studiato su
libri diversi”. Ciò ha indotto malumori, spasmi addominali e manifestazioni
allergiche tra quanti in questi dieci anni erano stati suoi supporter, addirittura
tuonando minacce di diserzione. In tal modo hanno fatto fallire il progetto di
una possibile candidatura del dott. Giuseppe Bianco, evidentemente di diverso
DNA politico.( ci sia consentito il dubbio della fattibilità di tale progetto)
E poiché non si è mai visto un sovrano che nomina suo erede un vassallo
ribelle, si è cercato di porre una toppa allo strappo generato all’interno dei
Futuristi, cercando una candidatura inclusiva, esterna, anche se non di area,
ben vista dalle varie componenti e che ne garantisse lo status quo. Non che la
piazza offrisse molto, ma l’individuazione del giovane e stimato imprenditore
Davide Palermo era la figura ideale per riappacificare le varie anime, alla
luce anche dell’ufficializzazione, fatta da Cristaldi, di ricandidarsi per la
terza volta in quel borgo di Calatafimi Segesta, dove aveva esercitato per due
mandati la carica di primo cittadino. Scelta, questa, che depotenzia e rende
impercorribile quella condizione di continuità richiesta al papabile candidato. Si dice
dalle nostre parti, “non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca”. Con
buona pace di quel dogma della continuità, cappio in cui nessun amministratore
intende ficcarci la testa.
Il non possumus di Davide Palermo spariglia tutto il
progetto futurista, in piena crisi compulsiva, alla ricerca di un candidato di
forte caratura politica e soprattutto sociale. Non è da poco, e se non lo si
trova, non è detto che l’apparente coesione politica possa reggere. Nè tanto
meno, la soluzione possa essere cercata all’interno del rassemblement
futurista. Adesso la parola passa al socio di maggioranza di questo gruppo, a quell’
Osservatorio Politico che ha la golden share del futuro dei futuristi.
E
non è detto che in un gioco di sfilacciamento e orditura, non possano sorgere
nuove alleanze.
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