Potrebbe essere annoverato
come la novità politica dell’anno appena iniziato,ma tutt’oggi ne osserviamo
solo un abbozzo, una forma embrionale al primo stadio, non definita. Parliamo
di quello che è stato annunciato con iperbole come il Partito-Città e che
troverebbe il suo nucleo primordiale, dunque la sua essenza vitale,nell’attuale
neo giunta varata,in quattro e quattr’otto, dall’ on.Nicola Cristaldi,sindaco
di Mazara,dopo appena ventiquattro ore dal risultato delle elezioni regionali scorse.
Tutto nasce immediatamente
dopo i risultati politici delle regionali in Sicilia e a seguito dello tsunami
che viene fuori dalle urne:il M5S che spazza via i partiti tradizionali,Rosario
Crocetta,eletto presidente della regione contro i sondaggi e che intende
operare non facendosi condizionare dai partiti alleati,il PD che resiste seppur
in modo sofferente tra mille contraddizioni, e un PDL,che dallo storico 61 a
zero di alcuni anni fa,diventa un partiticchio che si caratterizza per la
litigiosità interna tra i suoi esponenti di punta.
Le dimissioni del
governatore Lombardo sanciscono da una parte la fine di quello che è stato un
potentato politico sotto l’egemonia assoluta del MPA,e dall’altra, l’inizio
della sua frammentazione attraverso un processo di migrazione in altre
formazioni politiche.
In ogni città il
canovaccio è identico:sembra che tutti i siciliani,astenuti e votanti, si siano
messi d’accordo a scriverne la trama. Da questo momento ai partiti tradizionali
viene chiesto una maggiore attenzione al paese reale e una mannaiata ai
privilegi.
A Mazara la situazione è
politicamente critica per l’amministrazione che da sempre in minoranza in
consiglio comunale,viene ulteriormente bastonata nel consenso elettorale a
vantaggio del movimento grillino.
Ma ad incidere il coltello
nella piaga è soprattutto il successo,in termini di voti,del suo avversario
nemico on. Toni Scilla,che seppur non rieletto,rimane il politico mazarese più
votato in città e in provincia.
Accanto a Scilla,si fa
minacciosa l’avanzata dell’assessore provinciale Vito Torrente,il quale,dopo
avere abbandonato Lombardo,offre i suoi servigi ai nuovi signori della politica
trapanese,Papania e Gucciardi.Viene da costoro arruolato tra le file del PD e
ottiene in cambio l’investitura a candidato sindaco.
Uno sfidante molto
temibile per il sindaco Cristaldi.
Ormai privo di punti di
riferimento all’interno del PDL dopo la rottura con il sen. D’Alì,(anche a lui
le cose non vanno poi tanto bene),quel responso elettorale a Mazara suona come
un campanello d’allarme per Cristaldi,soprattutto una sua rielezione per un
secondo mandato si fa più problematica. Le ultime esternazioni del sindaco di
Mazara erano già il segnale che comunque avrebbe abbandonato il PDL,o
quantomeno quel che di esso rimane. Non ci sta a fare la parte di comprimario
in un partito fortemente ridimensionato e totalmente nelle mani, in provincia, di
D’Alì e di Fazio;chi come lui ha ricoperto cariche istituzionali di prestigio
non può adattarsi ad una condizione di sudditanza.
Ecco farsi forte la tentazione
movimentista tanto cara ai sindaci di nuova generazione,De Magistris e il suo
movimento arancione a Napoli e Pisapia a Milano.Capitale del regno delle due
Sicilie la prima,della grande finanza la seconda.
Perché non fare una cosa politica a
proprio uso e consumo anche nell’Inclita Urbis?
Se nell’antica Grecia sono nate le poleis ( città stato),allora nella sua
Mazara,”piccola grande capitale del mediterraneo”, ossimoro divenuto cavallo di
battaglia del sindaco,è possibile dare vita a un Partito-Città,” fatto da un
insieme di persone e di intelligenze disposte a superare le proprie
tradizionali posizioni ideologiche per dare luogo ad una entità”;solo che
queste persone sono per la maggior parte fedelissimi del sindaco o che hanno
perduto i loro riferimento politici.
Per costoro, non essendoci porzioni di
torta da offrire,sono a disposizione, comunque,delle accoglienti poltrone liberate
appositamente e sulle quali sedersi comodamente.
La strategia è sempre in funzione di “
quel bene per la città”rievocabile in tutte le salse e in tutti i colori.
Sempre per “quel bene della città” si è
disposti a tutto,persino a mostrare una doppia faccia come Giano Bifronte,e se
necessario anche una tripla o una quadrupla: il nostro non è forse il Paese delle maschere e dei saltimbanchi?
La ricerca di nuove forme
di aggregazione politica al di fuori dei partiti canonici è legittima così come
è legittima la loro finalità tendente a conservare o a raggiungere il potere
attraverso forme democratiche.
Nulla di censurabile,ma
non si comprende perché all’annuncio della formazione di questo Partito- Città
si associ la contemporanea presenza in giunta di soggetti bocciati
dall’elettorato e come tali non rappresentativi delle istanze della città
venute fuori dalle elezioni.
Ancor più,a seguito
dell’evaporazione di alcuni referenti politici di rilievo,molti sono tentati di
ricercare dei nuovi centri di aggregazione politica sui quali riporre le
proprie ambizioni e aspirazioni,al di là della coerenza del percorso politico.
D’altronde cosa vi è di più incoerente della stessa politica?
Non si riesce a capire
,però,perché per un progetto di tale portata non sia stata azzerata l’intera
giunta invece di dare vita ad un maquillage che si presta a critiche e obiezioni.
Non si spiega perché, e la
novità è nel coinvolgimento di altre intelligenze e persone,non sia stato
fatto,da parte del sindaco, un appello pubblico a tutte le forze politiche e
alla società civile,nella sede opportuna,a sostegno di questo nuovo progetto di
cui se ne sconoscono tuttora le linee guida programmatiche,gli obbiettivi,le
strategie,i percorsi e le modalità da seguire affinché ciò possa realizzarsi.
Non si riesce a cogliere,vista
l’ambizione di tale progetto,con quali criteri è stata fatta la scelta di
intelligenze e personalità alcune delle quali completamente sconosciute sul
piano politico:una donna in giunta è sempre ben accetta,ma quali i meriti e le
competenze, visto che i collaboratori del sindaco,a suo dire sono di
“riconosciuto valore professionale di carattere anche internazionale” come ebbe
a vantarsi lo stesso.
Non si riesce a capire
perché si ricompensi con assessorati dei candidati usciti sconfitti dalla
competizione elettorale e politicamente inconciliabili tra loro.
In termini politici,questo
nascituro Partito-Città sembra una operazione a perdere,tanto da indurre il
gruppo consiliare Liberi,stampella di Cristaldi in consiglio comunale, a
dissociarsi fortemente da una simile operazione,soprattutto per quanto riguarda
la composizione assessoriale della nuova giunta,che li ha visti mortificati ed
esclusi, pagando,a loro dire,la lealtà e il costante sostegno al sindaco a
vantaggio di personaggi politicamente auto referenziati.
Non è una cosa da niente
soprattutto in funzione della credibilità che può suscitare una simile
operazione.
Più che un Partito-Città
si ha l’impressione di essere di fronte ad un Partito di “Uomini soli”.