E
venne il giorno della verità. I risultati sorprendenti delle elezioni europee a
Mazara sono stati, come facilmente previsto, inesorabilmente stravolti, qualche
ora dopo, da quelli usciti dalle urne per le amministrative. Ne viene fuori una
città dalla doppia faccia, incoerente, avvezza al doppiogiochismo, inadeguata a
svolgere un ruolo politico sia a livello provinciale sia in quello regionale.
Sette candidati sindaci sono troppi, quattro candidati di destra danno una
rappresentazione della politica volta al soddisfacimento di ambizioni personali
più che di servizio verso la collettività. Non si può parlare di dramma ma di
farsa. Ancora si è lontani da una analisi ponderata del voto
uscito dalle sezioni, dalle comparazioni tra preferenze di liste e quelle dei
candidati al consiglio comunale rispetto ai voti riportati dai candidati
sindaci. Via via che arrivano i risultati ci si rende conto che qualcosa non ha
funzionato, oppure, come si dice apertamente e a voce alta nel quartier
generale di Vito Torrente, che qualcuno ha “tradito”, ha fatto il doppio gioco.
Stesso metodo, almeno a sentire alcuni rappresentanti di lista, è avvenuto,
attraverso il giochetto del voto disgiunto, nelle liste del candidato sindaco
Bianco. Troppo palesi le discrasie tra le preferenze ai candidati al consiglio
e quelle al candidato sindaco che gli stessi avrebbero dovuto sostenere, puntualmente
dirottate su un candidato avversario. È
indubbio che il voto disgiunto abbia giovato al sindaco uscente. Lo avevamo
previsto da tempo, d’altronde questa era la sua speranza per superare gli
avversari e arrivare al ballottaggio. Solo che nessuno se lo aspettava in modo
così eclatante; per lo stesso motivo non si poteva prevedere che la panzerarmee
si sfaldasse alla prova decisiva. Vito Torrente è stato tradito, però, dalla troppa sicurezza della sua coalizione; il suo
staff ha sicuramente trascurato la comunicazione con i propri elettori il cui livello
di alfabetizzazione era più modesto del bacino di elettori dei suoi avversari.
Torrente è la vittima illustre del voto disgiunto, ma anche dei giochetti di
cortigiani infingardi, ancor più di Bianco il quale ha pagato lo scotto di una
organizzazione inadeguata alle aspettative e alle ambizioni del candidato di
centrosinistra. Anche Bianco confidava nel voto disgiunto che si sarebbe
riversato su di lui come valore aggiunto rispetto alla coalizione, e che al contrario
gli si è ritorto contro, anche se in termini molto limitati.
Ritornando a Torrente, la differenza di tremila
e cinquecento voti in meno tra quelli presi dalle sue liste e quelli non
indicanti il suo nome conferma che senza quell’errore grossolano Torrente
sarebbe risultato primo nei suffragi rispetto a Cristaldi e in modo assai
significativo. Se la ride sotto i baffi Cristaldi; l’obbiettivo che si era
prefissato è stato raggiunto con più facilità di quanto lo stesso avesse
previsto; merito delle sue abilità politiche e di sapere navigare agevolmente
tra i marosi delle elezioni. Non bisogna trascurare il fatto che, comunque, la
demonizzazione del sindaco non ha pagato, e che bisogna riconoscere con onestà
intellettuale il lavoro svolto in questi cinque anni di amministrazione. Può
piacere o meno, ma un sindaco lo si deve giudicare per quel che ha fatto e non
per il suo carattere. Adesso tutto il percorso è in discesa, il ballottaggio potrebbe
essere una pura formalità. Le sue liste hanno trovato i consensi , anche se al
loro interno non mancano, a risultati noti, insoddisfazioni da parte di
candidati che non hanno raggiunto l’obbiettivo. Cristaldi è l’unico ad essere
stato avvantaggiato del voto disgiunto avendo preso circa settecento preferenze
in più rispetto al totale delle sue liste collegate.
Non ha deluso Scilla, ma con una destra così
frammentata non poteva fare di più. Certo la querelle sul simbolo l’ha
danneggiato, ma non è stata decisiva; rimangono quei cinquemila voti della sua
coalizione e quei tremilaseicento voti di preferenza sul suo nome; un bel
tesoretto che gli consentirà di continuare a lavorare per il futuro in attesa
di nuove prospettive.
Eravamo stati facili profeti nel pronosticare
per il M5S grosse difficoltà addirittura per superare lo sbarramento del 5%,
traguardo raggiunto per il rotto della cuffia. Non deve trarre in inganno quel
risultato strabiliante di diecimila voti ottenuti alle europee; quei voti sono
di protesta, esprimono un forte disagio per la situazione economica di una
città che non vede prospettive di ripresa; denunciano una realtà drammatica dal
punto di vista sociale, caratterizzata da una disoccupazione ormai endemica e
da una crisi che investe tutti i settori. Quei diecimila voti lanciano un grido
di allarme che i politici farebbero bene a non sottovalutare. Ma quell’urlo è
indirizzato ai politici che governano, non agli amministratori cittadini. Il
M5s paga lo scotto di scelte autolesioniste, di improvvisazione e di
pressapochismo politico, di presunzione valoriale elitaria e soprattutto, di
dilettantismo, per non avere saputo formare, in questi due anni, una classe
dirigente adeguata a raccogliere le istanze che quel voto di protesta segnalava,
al contrario dei loro cittadini penta stellati di Alcamo.
Un flop, ma su questo non c’erano mai stati
dubbi, le candidature di Siragusa e Frazzetta.
Si va dunque verso il ballottaggio ma le
manfrine, gli inciuci, le ammuine, gli ammiccamenti, sono la discussione principale
di questo immediato dopo elezioni. Stiamo parlando della possibilità di
ricorrere agli apparentamenti tra coalizioni sconfitte e quelle che si
disputeranno il ballottaggio. Uno dei tanti difetti di questa legge elettorale
sui sindaci è proprio la possibilità di ricorrere agli apparentamenti per
bloccare il premio di maggiorana. Costituiscono una vera porcata, una iattura
per la democrazia, servono solo a risuscitare candidati legittimamente bocciati
dal responso elettorale. Inoltre penalizzano la coalizione vincente al
ballottaggio, non consentendo, cosa ancora più grave, il diritto al sindaco
eletto di realizzare il programma legittimato dal voto popolare, e di potere usufruire
del premio di maggioranza. Si possono fare tutte le obiezioni di merito che si
vogliono, ma il fine degli apparentamenti è esclusivamente quello di una
fraudolenta rivalsa politica per rivalersi della sconfitta subita da alcune
liste e dai loro candidati. Abbiamo ancora sotto gli occhi il degrado politico
che il precedente apparentamento portò nel consiglio comunale appena scaduto.
Memori di tanta esperienza c’è da augurarsi che né
Cristaldi né Torrente, leali al loro programma, accettino di apparentarsi con
le coalizioni uscite sconfitte. Sarebbe un bel segnale di onestà politica e di
un nuovo percorso che ridìa onore alla politica
3 commenti:
Ottima analisi del voto mazarese.
Aggiungerei solo una paio di riflessioni: mi sembra che il dottor Bianco sia stato più che tradito "svantaggiato" da un PD che non ha saputo rinnovarsi. Era di plastica evidenza la differenza tra un partito che nei messaggi nazionali e nelle liste delle Europee sa "cambiare verso" ed un PD mazarese che invece rimane con gli stessi volti e non a caso conferma due consiglieri uscenti. A questo si aggiunga la totale assenza di una lista di sinistra che qualcosa forse avrebbe potuto raccogliere, magari meno dei 600-700 voti ottenuti da Tsipras-Verdi-Idv alle Europee ma forse quei 400 che potevano portare il centrosinistra al ballottaggio. Per quanto riguarda Torrente chiedo solo se secondo Lei la panzerarmee dei 150 candidati adesso terrà serrate le fila in vista del ballottaggio; credo che questa sia condizione necessaria (ma non sufficiente)per una secondo turno competitivo e che non riconfermi Cristaldi con uno scarto a due cifre..
Tutto in discesa per Cristaldi, adesso? Non credo. E non lo dico alla Razzi. Votare al ballottaggio, infatti, è molto più facile. Se Torrente incassa tutti i suoi 9000 voti di lista la vedo dura. Anche perché dubito che Cristaldi possa pescare troppo altrove. Quello che doveva raccogliere altrove, tipo il consenso di chi è-di-sinistra-ma-vota-Cristaldi-e-se-vanta-pure lo ha già raccolto: fanno fede i voti mancati a Bianco. Che la falange Scilliana od anche il manipolo Siragusano possa appoggiare Cristaldi è da vedere. Piuttosto se ne andranno al mare. Frazzetta ha ben poco da offire sul piatto. Detto questo, dissento dal prof. Tumbarello pure riguardo la bontà dell'amministrazione Cristaldi. Rispetto a 5 anni fa abbiamo perso l'ATO, il tribunale, lo sportello del Catasto e dell'agenzia delle entrate, il collegamento marittimo per Pantelleria. Non abbiamo ottenuto la Zona Franca. Siamo l'unico comune della zona ad aver subito un tracollo nel turismo, mentre gli altri galoppavano. Non solo Trapani e Castelvetrano, ma anche Petrosino. I lavori pubblici portati a compimento erano stati avviati dalla precedente amministrazione. Inoltre, si affrontano due candidati privi di riferimenti a più alti livelli istituzionali. Bisogna vedere chi, in virtù di esperienze di partito pregresse, ha più cambiali da incassare. Secondo me, quello che ha avuto a disposizione consistenti pacchetti messi a disposizione ora di questo, ora di quell'esponente politico rigorosamente non mazarese per le sue fortune, non è il sindaco uscente. Nella speranza, ovviamente, che s'intenda incassare tali cambiali esclusivamente a vantaggio della città.
C.V.D.: http://www.primapaginamazara.it/index.php/politica/2423-forza-italia-toni-scilla-a-mazara-nasce-il-gruppo-consiliare-per-il-ballottaggio-non-voteremo-ne-cristaldi-ne-torrente
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