La politica dalle nostre parte
se non misogina, è stata e rimane maschilista, nonostante le donne siano sempre
più protagoniste e dimostrino di sapere svolgere il loro ruolo, nel lavoro così
come in politica, con passione, con dedizione, con ampia consapevolezza della
realtà sociale, e soprattutto con grande trasparenza, lontano dai giochetti e
dalle manfrine.
Il consiglio comunale uscente,
in questa città, ha avuto una rappresentanza femminile notevole, pari al 33%
dell’intero consesso, qualitativamente elevata per titolo di studio. Una
percentuale altissima, anche se ai numeri non corrispondono, sempre per quella
visione maschilista che la politica si porta dietro, incarichi amministrativi
adeguati. Una contraddizione rispetto all’intero organico della struttura
dirigenziale del comune, in cui la classe dirigente, a partire dal segretario
generale è declinata essenzialmente al femminile.
L’attuale amministrazione, per
ben dieci anni è apparsa refrattaria, almeno sul piano della composizione delle
giunte, alla presenza di genere. Solo Due
donne nella seconda amministrazione Cristaldi, pur potendo contare in consiglio
su una presenza consistente. Tuttavia non ho sentito, da parte delle
consigliere, alcuna presa di posizione né alcun intervento che evidenziasse
questa incongruenza. E dire che la legge elettorale ha stabilito
l’obbligatorietà del voto di genere.
E veniamo a questa tornata
elettorale. A giochi fatti, ancora una volta le donne perdono rilevanza in
queste amministrative. Eccezion fatta per i Futuristi
la cui candidata è, in conseguenza degli eventi recenti, una scelta di
ripiego, in seguito alla caduta di immagine avvenuto in quel movimento, la
delusione appare più sconcertante negli altri schieramenti civici.
Da una
aggregazione che si presenta con una forte discontinuità rispetto
alla amministrazione uscente, come quella guidata da Scilla e Torrente, ci si
sarebbe aspettato, alla luce delle esperienze passate, una ampia riflessione,
su quale immagine contare per avere concrete chance di aspirare al successo. Il ballottaggio di cinque anni fa avrebbe
dovuto insegnare che sarebbe stato opportuno, in questa imminente tornata
elettorale, un forte segnale caratterizzato da una netta soluzione di
continuità, scendendo in campo con una figura femminile di prestigio e di
provata esperienza. Un centrodestra con alla guida una donna non solo avrebbe
possibilità di raccogliere più consensi, ma la ricaduta, in termini di
immagine, sul piano politico e naturalmente psicologico, sarebbe potuta essere
notevole. L’assenza di una donna alla guida del centrodestra non può certo imputarsi
alla mancanza,al suo interno di figure femminili dotate di ottima caratura
politica, di provata esperienza e con qualità culturali e professionali
unanimemente riconosciuti. Se il centrodestra, che parte come favorito per il
ballottaggio, avesse scelto una candidatura femminile alla carica di prima
cittadina, avrebbe avuto elevate probabilità di raggiungere l’obbiettivo,
considerando che una donna infonde di solito serenità e fiducia.
Ancora una volta la politica,
in questa città, o ha paura delle donne o non appare pronta a scrivere la
storia.
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