La
parasonnia è un disturbo del comportamento del sonno durante la fase REM, e tra
tali disturbi vi sono gli incubi.
La
politica da sempre ha sofferto di parasonnia, e sembra che a Mazara del
Vallo, tali comportamenti indesiderati della fase del sonno, colpisca
soprattutto esponenti di destra,di quella estrema.
Resta
negli annali della politica locale quel “ Signor presidente, signori
consiglieri, questa notte ho fatto un sogno” che un esponente del MSI fece
durante un suo intervento in consiglio comunale, e che suscitò tanto interesse
e attenzione da parte degli addetti ai lavori. La rivelazione del sogno interessò
la cittadinanza solo marginalmente. Allora la comunicazione era cartacea e non
vi erano i social. Si era nel secolo scorso.
Oggi,
a distanza di tantissimi anni, lo stesso disturbo, in forma di incubo, di
terrore, simile al Pavor nocturnus infantile,
ma assai più devastante, si manifesta ancora una volta nella politica
locale.
A
soffrirne sempre un consigliere comunale di destra, candidato sindaco a nome
della Lega Nord di Salvini e del movimento
politico "Italia Madre" di Irene Pivetti. Due campioni di “prima gli
italiani del nord”.
E
poiché l’informazione sulla carta stampata non va più di moda, ecco che il giovane candidato Giorgio Randazzo, ex pupillo di Cristaldi, consigliere comunale e
grande esperienza di bagnino, così si legge nel suo curriculum, sente la necessità,
come terapia di gruppo, di comunicare al popolo della rete, attraverso i
social, la sua parasonnia e i suoi ricorrenti incubi.
Racconta
di tre notti insonni che ne mettono a
dura prova la stabilità psico fisica, comunica alla rete la sua angoscia, le sue ossessioni, sogni pieni di tormento, in uno scenario che
descrive in modo analitico e assillante essere
una città del mediterraneo simile alla sua Mazara del vallo. Le scene, i
personaggi, le cospirazioni, gli intrighi, le complicità, si svolgono tutte in
una sorta di Second Life, in una città gemella, abitata dagli avatar dei
personaggi politici della sua Mazara.
“Ma
non è Mazara” ripete in maniera assillante, come un lavacro, ricorrendo al classico scudo
protettivo di autoassoluzione.
Così,
in modo sincopato, con voce tremolante, con movimenti del corpo che mettono a
nudo tutto il suo dramma e le sue frustrazioni da elezione, il giovane
candidato sindaco chiede di essere esorcizzato dai suoi incubi ricorrenti.
Anche in Second Life,racconta, si svolgono le elezioni amministrative, e in quella quarta
dimensione, la narrazione è un susseguirsi di intrecci,di sotterfugi, di
connivenze, di compiacenze che non si possono percepire nel mondo reale.
Sembra
di muoversi secondo uno schema narrativo tipico
del mondo kafkiano, in cui, le ombre di personaggi senza volto, ciascuno
con un proprio ruolo, millantatori di cariche pubbliche, assessori in pectore,
candidati sindaci, associazioni, imprenditori, massoneria e chiesa deviata,
tutti legati in una consorteria che ha il solo fine di fagocitare le ricchezze del
territorio per soddisfare la propria bulimia di potere.
Non poteva mancare la regìa di un Grande
Fratello al cui occhio nulla sfugge, e dall’alto del suo osservatorio
privilegiato, ha il controllo totale del pubblico e del privato.
Il
racconto delle proprie inquietudini continua in modo generico, con ampie sfocature delle
immagini dai contorni poco nitidi.
Poi
il risveglio e la necessità catartica di condividere il suo stato emotivo e la sua prostrazione.
Che
dire. Consigliamo al giovane candidato sindaco di fare un uso più frequente di
tisane rilassanti per contrastare lo stato di nervosismo, di ansia e soprattutto di stress da elezione.
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