Cosa ha indotto la
maggioranza assoluta dei siciliani a rifiutarsi di andare a votare?
Tante le analisi
fatte da
politologi, da sociologi, da analisti dei flussi di massa e dai sondaggisti. E’ peraltro vero che
l’astensionismo si rivela inefficace nel costringere al cambiamento la
politica? E cosa bisogna fare perché ciò possa avvenire?
La causa principale del
disaffezione della gente alla politica è dovuta sicuramente ad una democrazia
insidiata mortalmente dal privilegio che ha generato una "casta" politica al di sopra della
legge alla quale sono invece soggette le
persone comuni; sono queste caste che hanno fagocitato regole e leggi.La democrazia si è trasformata,lungo un percorso graduale
che va dal dopoguerra ad oggi,in una partitocrazia alla mercè di oligarchie di politici privilegiati; essa è stata ridotta in una democrazia anòmica, fondata sulla ingiustizia. "Una
democrazia che vive di privilegi divide le persone secondo una scala: chi sta
su e chi sta giù; chi sta su guarda dall’alto in basso chi sta giù"
scrive Zagrebelsky.
E’ quindi il privilegio la causa principale delle
tensioni sociali, del disprezzo sociale,dell’invidia sociale, del qualunquismo
e del populismo. Soprattutto,anche,quando gli elettori cittadini sono
considerati dalla politica come mezzi per raggiungere i propri fini personali.
Che fare dunque?
Ebbi qualche anno fa un lungo colloquio
telefonico con il compianto Giovanni
Venezia. Io non lo conoscevo, né ebbi il privilegio di conoscerlo
personalmente. Fu lui a telefonarmi, in merito ad un mio articolo su Mazaracult
in cui lo menzionavo,avendo avuto il mio numero di telefono da un amico comune.
Giovanni Venezia,di grande cultura e di
raffinato intelletto, asseriva che bisognava " riconquistare l'arma del referendum per
demolire il regime illiberale e dare voce ai cittadini e dignità alla politica,
lasciando ai margini i mediocri, gli avventurieri e gli incompetenti",mettendo questo suo pensiero in un bel post sul blog.Era convinto di quel che affermava. A me, tale
soluzione appariva e appare tuttora debole, non in se, ma per come è
strutturato il ricorso referendario e come esso possa essere facilmente vanificato;
la storia dei fallimenti delle ultime proposte referendarie è lì a
ricordarcelo. Per invalidare un referendum basta che non si raggiunga il 50% + 1 degli aventi diritto.
Oppure è sufficiente un semplice cambio
di parole per aggirare l’oggetto referendario:ricordiamo come il finanziamento
pubblico ai partiti bocciato dal
referendum,è stato introdotto,in forma peggiore e brigantesca come rimborso
elettorale. Però,se la stessa regola del 50%+1 valesse anche per tutti i tipi
di elezioni,forse incominceremmo ad avviarci verso una forma di democrazia
compiuta. In assenza della quale al cittadino elettore,defraudato dei propri
diritti fondamentali, non rimane che manifestare il proprio disagio non andando
a votare o votando scheda bianca. Una simile scelta, denuncia il dissenso reale
da un sistema fattosi ripugnante ed insopportabile; un atto di accusa forte nei
confronti di una democrazia decadente,di una politica chiusa nel proprio
guscio,incapace di confrontarsi con i reali problemi e che si rifiuta di dare
loro una soluzione; politica alla quale l’elettore non intende dare alcuna
delega; è da questa forma deviata di democrazia che egli intende prendere le
distanze. Un Parlamento “nominato” o eletto,ammesso che si riesca a cambiare la
legge elettorale, con una alta percentuale di astensionismo non può che essere
rappresentativo di "se stesso". Ma sarebbe la fine di questa falsa
democrazia,della democrazia del privilegio vero germe
dell’antipolitica e del qualunquismo;l'astensione è l’unica forma per potere esprimere
rabbia; rabbia per essere trattati come utili e onesti idioti.
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