Si è tenuta sabato 3
novembre,presso l’aula magna del liceo scientifico “ G.Ballatore” di Mazara la
presentazione del bel libro - Ebrei
Arabi:terzo incomodo?- una raccolta di saggi di intellettuali ebrei
e palestinesi curata da Susanna Sinigaglia.
Oltre alla curatrice,ha relazionato il prof.
Wasim Dahmash,per la seconda volta a Mazara; vi
era stato già negli anni ottanta
dorante una delle edizioni degli “ Incontri dei popoli del Mediterraneo”
organizzati da Rolando Certa.
Di ampio respiro l’intervento del sindaco
della città,Nicola Cristaldi, il quale,oltre ad essersi congratulato con l’I.E.A, ha mostrato tutto il suo apprezzamento “per manifestazioni culturali di tale
portata,alla luce del fatto che la stessa Mazara è unanimemente riconosciuta
come cittadina multiculturale e multietnica”.
Al di là
della chiarezza e dei brillanti
interventi dei relatori, moderati con l’usuale eleganza e competenza dal
prof.Dino Levi, il libro apre uno squarcio di comprensione sulla natura
dell’essenza della questione israelo-palestinese,andando alle sue radici in
modo non conformistico,così come la stessa viene propinata dai media. Viene
sviscerata una analisi storico -politica
delle origini della costruzione dello stato di Israele sino
ai giorni nostri,tuttora sconosciuta o soggetta ad autocensura da entrambe le
parti in causa.
Attraverso
una narrazione saggistica a più voci viene fuori un nuovo progetto di stato,non
più democratico né oligarchico,ma “ Etnocratico” e colonialista,e come tale stratificato
al suo interno in classi sociali diseguali,dei quali i palestinesi ne
rappresentano i paria.
Israele diviene così una operazione
ingegneristica politico religiosa fuori
da qualsiasi modello istituzionale del mondo occidentale,fino a conclamarsi in
Stato ebraico,dunque uno stato religioso,al pari di quegli stati islamici
considerati eredi di Amlek il precursore dell’antisemitismo secondo l’ammonimento- "Ricorda ciò che
ti ha fatto Amalek"- affermato dalla Torah (Deuteronomio 25,
17).
Esiste
soprattutto una questione irrisolta dei rapporti tra la governance incardinata su un etnocentrismo forte e
dominante con gli altri ebrei di immigrazione,i quali diventano anch’essi
vittime al pari dei conterranei palestinesi. E’ in alcuni settori ultra
religiosi e politici israeliti che la demagogia assume una forma di visione apocalittica,una sorta
di ossessione della “necessità di difesa per la sopravvivenza” di Israele dalle
forze oscurantiste e medievali
dell’Islam più radicale; è così che i palestinesi sono visti come portatori di antisemitismo al pare dei
nazisti,dell’Iran,di Al Qaeda e dell’integralismo islamico. Per costoro è in
gioco la stessa esistenza di Israele,dell’Europa,di tutto il mondo occidentale.
“ Ebrei arabi è un libro
di storia contemporanea di popoli che si intrecciano,si combattono,fino a
diventare vittime di se stessi. Un libro non solo da leggere, ma da proporre
come testo nelle scuole.
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