Da oggi in poi sarà difficile
tirarsi indietro. Chi vorrà candidarsi alla guida della città dovrà passare per
il rito delle primarie. Sarà sempre più complicato fare accettare agli elettori e agli iscritti ai partiti candidature
imposte dall’alto o in forza di un diritto o contrattate al di fuori della città
a seguito di accordi stipulati in camera
caritatis.
Le primarie sono lo specchio attraverso il
quale si potrà finalmente osservare con trasparenza all’interno dei partiti e
dei movimenti,con dibattiti che riportino i partiti a riconquistare la gente alla
politica,che poi non è altro che quello di enunciare in che modo e con chi si
intende amministrare,quali sono le priorità che bisogna affrontare e con quali
mezzi.
La grande attenzione dei cittadini verso le
primarie del PD è anche una richiesta di
politica partecipata,una voglia di democrazia reale,non formale,che si sviluppa
e trova il suo patos in piazze e sale affollate e non agitate,con linguaggi più
consoni e coerenti al contesto.
L’imprevedibilità dei risultati delle primarie
renderanno difficilmente realizzabili giochi,
ammiccamenti,promesse,incarichicchi e poltrone date come caparra per future
alleanze sancite molto tempo prima. Questo vale per i partiti canonici.
Per chi, pur essendo appartenuto al sistema dei partiti,da
esso si allontana per procedere lungo un percorso parallelo, ma esterno,
attraverso la formazione di liste civiche o mascherate come tali,le primarie
possono anche essere considerate inutili. Ma che credibilità avrà agli occhi
degli elettori?
Per un sindaco o un presidente uscente
che si autocandida per un secondo
mandato senza essersi sottoposto ad un confronto politico con i suoi cittadini
o con la coalizione che lo ha sostenuto,può essere sufficiente il principio
dell’autoreferenzialità?
Credo che su questo punto occorra aprire un
dibattito
1 commento:
Dibattito perché? Io sono d'accordo e basta!
valenziano
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