Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

lunedì 27 maggio 2013

Mostra antologica di Vito Gallo


Mostra antologica di Vito Gallo
Galleria d’Arte Contemporanea “Santo Vassallo”
Complesso monumentale “Filippo Corridoni” – Mazara del Vallo
25 Maggio-16 Giugno 2013

Il linguaggio neocubista nella produzione artistica  di Vito Gallo*

“La pittura è una lunga fatica di imitazione di ciò che si ama”.
Renato Guttuso


Scrivere del lavoro di una vita di un artista è sempre una grossa responsabilità; se aggiungiamo, poi,  che lo si conosce da moltissimi anni e – oltre all’Arte – ci uniscono amicizie, luoghi, mostre, professione e un rapporto di stima reciproca, l’impresa diventa ardua, ci si sente un po’  inadeguati, si ha il timore nel dover esprimere un giudizio e che sia, soprattutto, separato da fattori esterni alla produzione artistica in se. 
Il mazarese Vito Gallo, acquerellista, pittore, scultore e pittore-scultore di ceramica (non ceramista), ha alle spalle una lunghissima carriera fatta di esposizioni ( la prima risale al 1962)  e di lavori pubblici e privati, disseminati un po’ in tutta la provincia, che arricchiscono palazzi, chiese, scuole, istituti di credito, cappelle gentilizie ed edifici commerciali. 
I suoi bassorilievi in ceramica (pezzi modellati e incastrati come in un puzzle), che rifuggono dalla decorazione pittorica (tipica dei ceramisti),  da sempre,  non sono  altra cosa rispetto alle sue opere grafico-pittoriche (oli, acquerelli, tecniche miste o altro), identico rimane il linguaggio,  stessa raffinatezza, bellezza e forza espressiva, uguale è la dignità data dall’artista.
La ceramica,  considerata da sempre sorella minore della pittura, nella ricerca di Gallo – esattamente come hanno fatto, nel Rinascimento,  Luca e Andrea della Robbia  –  viene   elevata  a tecnica espressiva che non ha niente da invidiare a quelle, tradizionalmente, considerate tali. 
Il linguaggio di Vito Gallo, pur nella sua classicità nell’uso dei materiali , è straordinariamente moderno e sottilmente contemporaneo per  lo stile  e per  le tematiche affrontate, anche quando fa riferimento alla  mitologia , al sacro, alla storia o alla cultura materiale e della tradizione.  Queste categorie servono all’Artista come recupero della memoria del  passato  per trarne, per se e per gli altri  (soprattutto le nuove generazioni) gli insegnamenti necessari per affrontare con maggiore consapevolezza il presente.
Lungo la sua carriera Gallo si è dedicato, anche,  alla pratica del ritratto, e l’impegno profuso in questo ambito, risulta essere notevole. 
La ricerca di Vito si muove, a mio parere,  lungo il binario tracciato dal Fronte Nuovo delle Arti, la cui poetica si sintetizza nel cosiddetto “Manifesto del neo-cubismo”: elaborazione di un nuovo linguaggio visivo “moderno” che coniugasse realismo e astrattismo secondo modalità neocubiste, privilegiando composizioni formali più strutturate, capace ancora di evolversi sia nella direzione realista che in quella astrattista. Il movimento cioè che, a partire dalle influenze della scultura africana e dalla sperimentazione di Cézanne, promuove il rinnovamento del linguaggio nella forma tipica del cubismo, ovvero dell’ espressività artistica come scomposizione della figuratività dell’oggetto abbandonandone completamente la visione prospettica e naturalistica.
Il neo-cubismo di Vito Gallo però non ri-fugge dalla forma, dallo schema o dalla rap-presentazione;  nell’uso dei colori, poi, presenta pure una componente fortemente psicologica che ri-chiama certe teorie gestaltiche. 
Ma il pittore mazarese è, anche e soprattutto, figlio della terra di Sicilia e della sua Città e, le sue pitture, intrise del  chiaro e dello scuro  che caratterizza le contrade di Mazara del Vallo, ne riflettono lo spessore con identità creativa e problematica: la luce è immensa, emana calore, riscalda,  s-fuma i contorni, dà speranza, allunga l’orizzonte; le ombre sono nette, taglienti, fredde, fanno ri-saltare i volumi,  ci  bloccano al-di-quà della soglia  del pessimismo e/o dello  scoraggiamento.
Giacomo Cuttone











venerdì 24 maggio 2013

Finito il flirt tra Onda Nuova e “ I Futuristi”?

                                                             Onda di risacca

 -Onda Nuova-, il movimento politico fondato dalla dott.ssa Doriana Licata,si muove in modo oscillatorio alla ricerca di visibilità politica. Discutibile, però, è il carosello delle alleanze finalizzate a raggiungere tale visibilità.
Inizia con Forza Sud di Miccichè:
 -“Il Movimento Onda Nuova rappresenterà uno sprone al progetto autonomista e sicilianista promosso da Gianfranco Micciché, per realizzare un cambiamento reale che abbia al proprio centro l’esclusivo interesse di risolvere le problematiche e promuovere lo sviluppo territoriale della Provincia di Trapani”- ebbe a dire con entusiasmo Doriana Licata.
Flirt durato pochi giorni perché, poche ore prima della presentazione delle liste, avviene l’innamoramento dell’Onda con il –MPA-Partito dei Siciliani- di Lombardo Raffaele.
“- Per la realizzazione di questo progetto, che mira a trasformare la Sicilia da terra di mercato a territorio che produce, e nel suo esclusivo interesse, continuerò a spendermi, senza riserve e con tutta me stessa, in nome di ideali, più che di ideologie, anche una volta eletta all’Ars”-.dichiara ancora una volta Doriana Licata.
E’ l’ideale e non l’ideologia l’energia che spinge il movimento dell’Onda Nuova.
Poichè l’Onda si è dimostrata meno carica di energia di quanto ne sarebbe stata necessaria, è venuta meno l’elezione all’Ars.
L’indomita Doriana Licata,convinta però che la sua Onda Nuova ha capacità e potenzialità energetiche tali da proiettarla,se sapientemente calibrate e rinvigorite, nella sospirata dimensione politica regionale,divorzia dal partito dei siciliani e va alla ricerca di nuove fonti di energia con le quali alimentarsi. Nel far ciò,viene folgorata da un incontro ravvicinato con“ I Futuristi”, il neo movimento disegnato dal sindaco di Mazara, on. Cristaldi,il quale,dopo avere abbandonato il suo PDL, era rimasto insoddisfatto del prototipo di partito personale da lui progettato in modo approssimativo e denominato -Partito Città .
L’adesione di Onda Nuova al neo movimento cristaldiano è entusiastica come sempre:
-“Non c'è altra strada se non quella di ritrovarsi insieme coloro che credono ancora nei valori, nei principi e nelle regole – chiosa ancora Doriana Licata – per sconfiggere il vecchio metodo della politica che pur di restare in sella si allontana sempre più dalla gente e dai problemi concreti delle persone”.
E’ l’incipit del manifesto del nuovo che avanza.
Passato un mese e qualche giorno, ecco che la nostra non smentisce l’ondivago pensiero,e si allea,questa volta da cofondatrice, con il movimento - Democratici Riformisti- uno dei tanti rami di quello che è il PD in Sicilia,con la benedizione dell’on Salvatore Cardinale,del sempre eterno Enzino Culicchia e dell’ex,ma ex che più ex non si può, ex ministro Salvo Andò.
 “Si tratta –dichiara Doriana Licata– di un riconoscimento importante ma anche di una assunzione di responsabilità che ricade sull'intero movimento Onda Nuova. Non c'è infatti nulla di personale in questa nomina, ma la conferma che il lavoro capillare di rinnovamento che abbiamo svolto in questi anni è stato apprezzato e riconosciuto anche fuori dai confini trapanesi. Entriamo a far parte dei Democratici Riformisti da cofondatori del movimento. Lo riteniamo uno strumento significativo, nel panorama politico siciliano, per imprimere una reale svolta riformista al governo della Regione ed alle amministrazioni sul territorio.”
Sono sempre i valori e gli ideali l’energia propulsiva che dà movimento all’Onda; energia che va diminuendo nel tempo e trasforma l’Onda in risacca.
Intanto a Mazara il sindaco Cristaldi ,dopo avere azzerato la giunta,si accinge a rimodularla per le prossime amministrative.
Caro sindaco, in nome degli ideali e dei valori comuni,c’è posto per Onda Nuova nella sua futura giunta di futuristi?

sabato 18 maggio 2013

Una mosche a Mazara del Vallo?




Il ricco uomo d’affari del Qatar Sceicco Al-Hemadi disponibile a finanziarla

La visita dell’uomo d’affari dell’emirato del Qatar sceicco Mohamed Al Hemadi ha provocato entusiasmi e speranze sia a livello del governo regionale presieduto da Crocetta,sia nelle amministrazioni locali che Mr Al-Hemadi ha voluto visitare,per un rilancio dell’ economia isolana.
Per la verità non riusciamo a capire il perché di tanto entusiasmo. Il finanziere arabo sta percorrendo un lungo tour per la penisola, dedicandone due giorni alla Sicilia,per promuovere le eccellenze italiane meritorie di essere presenti nel padiglione italiano del lussuoso centro commerciale in costruzione a Doha,capitale del Qatar.Di questo privilegio ne saranno beneficiate solo alcune aziende del settore agroalimentare e manifatturiero siciliano che diano soprattutto garanzie di affidabilità e serietà.
Per quanto riguarda Mazara,la visita del centro storico potrebbe costituire un momento promozionale del territorio,tanto da indurre il ricco uomo d’affari del’emirato della penisola saudita alla disponibilità a finanziare la costruzione di una moschea per venire incontro alla comunità musulmana mazarese.
L’entusiasmante consenso a tale proposta,da parte del sindaco Nicola Cristaldi,alla condizione che a dirigere la moschea siano Imàm del Qatar,ci lascia quanto meno perplessi,per il semplice fatto che la religione professata nel ricco paese petrolifero non è altro che quella Wahabbita,uno dei movimenti più ortodossi e fondamentalisti che si rifanno alla purezza primitiva dell’islam e alla legge della sharīʿa.
Non penso che l’ attuale comunità tunisina mazarese,musulmana e laica,sia entusiasta di una simile proposta,alla luce anche di quel che sta avvenendo in Tunisia con le elezioni vinte dal partito fondamentalista  Ennadha.
 -“Bisogna diffidare di questi con la barbi”,mi disse l’altro giorno un tunisino da molti anni residente a Mazara: “ Essi predicano l’odio contro di voi”-.
Una moschea a Mazara sarebbe auspicabile dal punto di vista della libertà religiosa,ma dovrebbe potere esprimersi,su questa proposta,l’intera cittadinanza,e ascoltare la comunità tunisina soprattutto sulla sua gestione.

lunedì 6 maggio 2013

Giulio Andreotti




Io lo voglio ricordare così,con un poco di humor tipico del suo carattere.

Dante e l'Islam




Maria Soresina è nata e vive a Milano. È laureata in scienze politiche. Accanto all’attività professionale ha sempre coltivato lo studio, che negli ultimi due decenni si è concentrato su Dante, sul quale ha pubblicato i libri:
Le segrete cose. Dante tra induismo ed eresie medievali (Moretti & Vitali, 2002 e 2010), Libertà va cercando. Il catarismo nella Commedia di Dante (Moretti & Vitali, 2009) e Mozart come Dante. Il Flauto magico: un cammino spirituale (Moretti & Vitali, 2011).
In questi anni Maria Soresina ha pubblicato vari articoli su riviste letterarie e tenuto oltre cento lezioni e conferenze in Italia e all’ estero, tra cui “Il simbolo della barca in Dante” al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano nel 1997 e “La cosmologia dantesca” alla Facoltà di Lingua e Letteratura Italiana dell’Università di Budapest nel 2000. Nel sito www.segretecose.it sono elencate quelle tenute dopo la pubblicazione del primo libro.
Dante si è abbeverato a tutte le numerose fonti della cultura del suo tempo: anche a scritti islamici, ma soprattutto ai Vangeli e alla Bibbia, a Tommaso d’Aquino e Gioacchino da Fiore, a Virgilio e alla letteratura classica con la sua mitologia, e a tante altre ancora.
In un periodo in cui la Chiesa promuoveva ancora le crociate, la posizione di Dante non è certo anti-islamica. Il motivo di tale apertura viene individuato in quella che, secondo la relatrice, è la principale fonte di Dante: il catarismo. I «buoni cristiani» intrattenevano rapporti di amichevole dialogo con ebrei e musulmani.
Se non si può parlare di un «sommo poeta partorito dall’Islam», certamente si può dire che Dante era un sommo poeta amico dell’Islam.