Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

lunedì 20 giugno 2011

“Il Liscibusso “.

Immaginate che nell’ “ Inclita Urbs” un assessore si presenti con forte ritardo ad un incontro pubblico,  anche se informale, organizzato dal sindaco, e che giustifichi con aria di supponenza e con qualche parola di troppo  nei confronti degli ospiti del  sindaco, il suo ritardo; immaginate che quelle esternazioni vengano fermamente e prontamente sconfessate dallo stesso sindaco ivi presente; immaginate che alla smentita segua, da parte del primo cittadino, un roboante “ pubblico cazziatuni” nei confronti dell’improvvido  assessore; immaginate che, non pago del “ liscibusso”, il sindaco vada oltre invitando il suo “ scodinzolante” assessore, se ha carattere, a rassegnare le proprie dimissioni dalla giunta; immaginate che dopo una mezzoretta, in altro luogo, tra i passanti e in mezzo alla via dell’inclita città, il sindaco ritorni ad apostrofare  l’ assessore anche sul piano dell’efficacia amministrativa da lui svolta e a reiterare in modo energico l’invito a rassegnare le  dimissioni. Questo per sommi capi il racconto. Voi che  avreste fatto? Sicuramente avreste cercato di salvaguardare la vostra dignità di persona rassegnando le dimissioni. Un “uomo” oppure  “un mezzo uomo” si sarebbe comportato così.  Ma questo scodinzolante assessore a quale categoria appartiene?

venerdì 17 giugno 2011

Cristaldi: Due anni da sindaco. Primo bilancio

Cortile degli Aragonesi
Sono passati appena due anni dall’elezione di Cristaldi  a sindaco di Mazara, e all’indomani di essa,  il titolo di apertura che avevo postato sul blog  era:“ Good morning Mazara ! ”  giustificato  anche dall’enorme  percentuale di suffragi  che il neo eletto sindaco aveva ottenuto dai suoi concittadini. Quei voti rappresentavano un forte  segnale di fiducia accompagnato da una istanza di vero cambiamento nella vita amministrativa della città. Erano anche il primo segnale reattivo di coscienze rimaste per lungo tempo inerti e intorpidite, anestetizzate da una miscela  di oblìo, di indifferenza e di  rassegnazione.  Dalle urne era uscita la reazione dei cittadini stanchi di assistere ad una competizione elettorale fatta di tentativi di delegittimazione, di invettive, di una politica impregnata da accordi limacciosi, da apparentamenti  indecenti.  Quei voti esprimevano anche il desiderio della gente di sognare, di sperare in un domani  diverso, fatto di piccole e grandi aspettative.  Quei voti costituivano la forza di spinta necessaria a permettere alla città di  potere uscire dal tunnel  della mediocrità e del provincialismo che l’aveva impoverita sotto l’aspetto politico, economico e soprattutto culturale e dove era stata  relegata, da troppo tempo,a paria  della  provincia . Quel “ Good morning” voleva significare anche l’affrancamento da una condizione di assoggettamento dai signori della politica. La speranza di rinascita era giustificata anche da un programma di grande respiro, chiaro, affascinante e che colpiva la pancia della gente, come la liberazione della città dal cappio dei passaggi a livello, la bonifica del lungomare divenuto da anni una discarica fognaria a cielo aperto, la regolazione del traffico urbano caotico e insostenibile, e soprattutto quello che era un problema di ordine sociale, il centro storico divenuto “ terra di nessuno”, abbandonato, saccheggiato, umiliato, distrutto. Si trattava di un programma  ambizioso, sicuramente irto di ostacoli politici,  non potendo contare , il sindaco, del supporto di una sua maggioranza in consiglio comunale. Difficoltà che aumentavano a causa di una incomunicabilità tra  il Sindaco e  la presidenza del consiglio, che era motivo di conflittualità e reciproca insofferenza. Quale è il primo bilancio di questi due anni di amministrazione Cristaldi? E’ indubbio che grandi energie sono state indirizzate al recupero e al risanamento del centro storico con risultati lusinghieri.
Vicolo San Francesco
A fronte di modeste risorse economiche impegnate, a buona parte del  centro storico, con i suoi vicoli e i suoi caratteristici cortili, è stata ridata dignità riportandovi i servizi primari e riqualificandoli con inserimenti di scenografie in ceramica costituite da piastrelle o vasi   e realizzate da studenti, professionisti locali o dallo stesso sindaco. Il centro storico è adesso senz’altro più gradevole e accogliente, e vale la pena riscoprire una parte della città rimasta sconosciuta per decenni agli stessi cittadini. Il centro città, trasformato in isola pedonale, si mostra ordinato e arredato con equilibrio e gusto, attraente; inoltre, passeggiando per lo storico lungomare, bonificato dopo mezzo secolo di disinteresse e abbandono, e il cui arenile il sindaco vorrebbe trasformare nella “ spiaggia in città”, si può godere delle bellezze naturali che questo mare sa offrire con le sue albe e i suoi tramonti e dove si può accompagnare con lo sguardo  i pescherecci oltre i confini dell’orizzonte.
 Complesso Monumentale di Santa Veneranda
Inoltre, la restituzione alla loro funzione culturale  del restaurato Teatro Garibaldi  e del Complesso Monumentale di Santa Veneranda, consente all’amministrazione di mostrare due strutture di rilevante pregio storico -  architettonico da  inserire in un progetto culturale di eccellenza e di ampio respiro. Passa attraverso questi due nuovi nuclei culturali, insieme al restaurando Centro polivalente di cultura, l’ambizioso progetto del sindaco di riportare in città manifestazioni raffinate con  finalità e spirito che furono proprio dei trascorsi “Incontri dei popoli del mediterraneo”, attraverso i quali la città diventava centro propulsore culturale dell’intero bacino mediterraneo, cenacolo di letteratura e poesia,  di musica e arte, di  manufatti e creatività.
Teatro Garibaldi
 Realizzare tutto ciò in poco meno di due anni, con i limiti di bilancio imposti dal rispetto del patto di stabilità è come fare un piccolo miracolo. Ho definito tutto questo come “ rivoluzione Cristaldiana” e non per piaggeria. C’è un tempo per criticare e uno per apprezzare e riconoscere il lavoro svolto dal sindaco. Su come è stato gestito il recupero del centro storico, sulla validità degli interventi e sulla assenza dei piani di gestione dell’intero tessuto architettonico e urbanistico della parte antica della città lasciamo che siano gli esperti ad arzigogolare. Tutto rose e fiori allora? Non tutto; uno dei punti focali del programma del sindaco ha ricevuto uno stop molto energico da parte di tutti gli enti interessati. L’eliminazione dei passaggi a livello che strangolano in una morsa l’intera città, e il cui progetto aveva trovato l’ entusiastica adesione di gran parte della cittadinanza, è stato sonoramente bocciato proprio durante una conferenza tenuta a Mazara e fortemente voluta dal sindaco; i presidenti di RFI, di Trenitalia e lo stesso  ministro delle Infrastrutture e Trasporti  On.Matteoli  hanno dichiarato la loro contrarietà alla soppressione della ferrovia dalla città, ed invitato il sindaco a presentare progetti alternativi. Capitolo chiuso dunque? In assenza di serie opzioni e senza copertura finanziaria, il problema dei passaggi a livello sembra non avere soluzione. Mancano ancora tre anni alla fine del mandato di Cristaldi, c’è ancora tanto da fare. Dal porticciolo turistico al risanamento del porto canale per non trascurare la sicurezza nel centro storico e il rilancio del turismo. Opposizione permettendo.

martedì 14 giugno 2011

Referendum: The day after

foto gentilmente concessa da Vito Ballatore
E adesso?  Dopo che gli italiani si sono espressi in maniera chiara e incontrovertibile sui quesiti referendari sui quali il governo, più per paura che per convinzione,  li aveva invitati, attraverso l’esempio del presidente del consiglio e i suoi scodinzolanti ministri, Alfano in testa, a disertare le urne, cosa succederà? Sono convinto che un responso così  significativo non può non avere ripercussioni politiche a livello nazionale. Penso che delle riflessioni  debbano essere fatte anche a livello locale, a cominciare da Mazara. In questo blog era stata denunciata da tempo la latitanza dell’amministrazione a confrontarsi sui quesiti che investivano non solo il futuro del paese, ma soprattutto la stessa filosofia amministrativa del sindaco e della sua giunta di governo: sulle voci di un possibile sito nucleare a Mazara e sulla privatizzazione dei servizi idrici la posizione del primo cittadino è stata incomprensibilmente evanescente  e  il suo silenzio ingiustificabile. E’ venuto a mancare quel dialogo diretto con la  città  attraverso quel “ salotto in piazza” che era stata l’arma vincente dell’allora candidato sindaco. Il silenzio dell’On. Cristaldi è stato interpretato da molti  suoi concittadini come una spocchia, un modo di giudicare l’istituto referendario insignificante e inutile dal punto di vista politico. Altri hanno visto lo smarcamento  dal referendum come un atteggiamento di indifferenza rispetto alla volontà dei cittadini, convinto che il primato delle scelte spetta comunque alla politica e a chi la politica la fa per professione. Altri ancora hanno considerato questa imbarazzante posizione  pilatesca come un atto di proskynesis verso i vertici del PDL  per non compromettere le future aspettative politiche e la riconferma dello scranno in parlamento. Sono convinto, fuori da ogni pregiudizio, che il voluto disimpegno del sindaco dalle tematiche referendarie abbia disegnato una grave cesura con la sua comunità  che difficilmente potrà essere ricucita. L’avere sottovalutato le richieste di  partecipazione attiva provenienti dai cittadini ha dimostrato una incapacità del sindaco e dei suoi collaboratori a monitorare gli umori della città. Ancor più quando era necessario rassicurare la propria collettività su allarmanti notizie diffuse dai giornali e mai smentite, su probabili insediamenti di siti nucleari nel territorio  mazarese. Un errore talmente grossolano che, attraverso una maggiore attenzione alle piattaforme sociali della rete, si sarebbe potuto evitare.  Il risultato referendario dimostra anche che il PDL di Mazara, con i suoi responsabili locali e nazionali, non ha alcun legame con la città, e non è, in questo momento, capace di esprimere un progetto politico ancorato ai bisogni  e alle aspettative della gente. Significa soprattutto che molti consiglieri  e collaboratori esterni,  dei quali si circonda il sindaco, sono inidonei  a prospettare soluzioni e interventi , essendo costoro alieni ai bisogni della collettività. C’è stato oltretutto un difetto di comunicazione tra amministrazione e cittadini nonostante un eccesso di portavoci, per l’occasione afoni o rauchi, al servizio del sindaco. Il responso uscito dalle urne ha messo in evidenza, inoltre, un rapporto ormai fragile tra le posizioni del sindaco e quelle dei suoi cittadini  da non sottovalutare. E’ la stessa immagine del primo cittadino che ne esce fortemente  ridimensionata se non riuscirà a instillare alla sua gente quel pathos politico  che ha consentito a Cristaldi il  successo di due anni fa. E’ arrivato il momento di rinnovare  gli orchestrali, se questi  non sono stati in grado di leggere e interpretare correttamente lo spartito, ma soprattutto è opportuno ridisegnare, a livello locale, una dirigenza del partito che sia meno compiacente e servizievole, che abbia una visione  moderna della politica, in cui trovino finalmente spazio giovani che oltre alla passione dimostrano intelligenza politica, fantasia, ancoraggio alla realtà, che sappiano dialogare e intercettare i bisogni della gente. Tutto questo è mancato fino adesso.  Mazara ha detto no alla privatizzazione dei servizi idrici, ha detto ancora una volta no, come tutti gli italiani, alla costruzione di centrali nucleari, e soprattutto no ad un modo  di fare politica asservita agli interessi di una persona sola. Spero che da questi risultati il sindaco sappia trarne tesoro.

martedì 7 giugno 2011

Deputato e sindaco: una antinomia

Mai come in questo momento il solco tra la società civile e la politica appare così profondo, con la prima che chiede a voce alta  ai politici di restituire dignità alla democrazia. Dignità   che è stata espropriata in modo truffaldino attraverso una legge elettorale che non consente agli elettori il diritto di potere esprimere il voto di preferenza che legittima la democrazia rappresentativa. Tale contrapposizione ha raggiunto ormai un livello da “resa dei conti” con i quesiti referendari sul Nucleare, sull’affidamento della  gestione dei servizi idrici ai privati e sul legittimo impedimento. I primi tre quesiti  non hanno una  valenza politica; essi abbracciano temi di interesse pubblico, collettivo, amministrativo, ambientale. Una risposta, nell’uno o nell’altro caso, ipoteca il futuro della collettività e delle generazioni che seguiranno. Il quarto invece riguarda direttamente il principio di base della democrazia secondo  il quale di fronte alla legge tutti i cittadini sono uguali. Chi è chiamato a rappresentare e tutelare i diritti delle proprie comunità, e quindi a farsi interprete delle loro istanze se non coloro ai quali i cittadini hanno affidato il mandato amministrativo, ovvero i sindaci e le istituzioni elettive? Ebbene, sono proprio questi ultimi a venir meno ai loro doveri  di rappresentanza istituzionale. Moltissimi di costoro, soprattutto appartenenti al PDL, non hanno preso una posizione netta sui quesiti sui quali i loro amministrati sono chiamati ad esprimersi. Così non sappiamo ancora quale sia l’opinione del sindaco di Mazara sul nucleare e sulla privatizzazione dei servizi idrici, con la probabilità che i risultati delle urne dimostrino che intere collettività non vengano tutelate nei loro interessi e nelle loro aspettative da coloro che le stesse hanno eletto per amministrare. E’ come se un amministratore di un condominio tutelasse interessi estranei a quelli dei condomini dai quali è pagato. Eppure sarebbe stato  ben apprezzato, da parte della cittadinanza, se il primo cittadino mazarese avesse promosso, com’è sua abitudine, quel “salotto in piazza,”  straordinario palcoscenico che consente di tastare il polso della situazione e percepire gli umori della propria comunità, al fine anche di non farla sentire abbandonata nel momento delle grandi scelte. Questa assenza di comunicazione tra sindaco e cittadini su temi di notevole rilevanza, crea un forte disagio, ancor più se si considera che il sindaco è un parlamentare e dovrebbe rappresentare anche il  proprio territorio. Lo scollamento tra  sindaco -deputato e cittadini accentua la sensazione che forse si vuole privilegiare la funzione di parlamentare rispetto a quella di amministratore. Una volta reciso il cordone ombelicale della rappresentanza, legittimata dal voto di preferenza, il deputato che è stato nominato dal partito, ma non eletto dal popolo, non ha alcun  vincolo morale di mandato nei confronti degli elettori. Egli deve solo ossequio a chi lo ha nominato. Questa posizione è però antinomica alla sua funzione di sindaco. E gli attuali referendum ne sono la conferma.

sabato 4 giugno 2011

Predicatori di pace.


Non sono contro chi predica la pace, anzi, in un mondo in costante assetto belligerante, in cui la  pace, se mai è esistita,  ha sempre rappresentato un breve insignificante  intervallo  di tempo tra lunghi momenti di conflitto, benvenuto chi si batte per fermare i conflitti, chi si appella alla coscienza degli uomini  di governo, chi propone soluzioni alternative, chi  in modo accorato grida  di dare priorità al dialogo invece che alle armi, al bisogno di giustizia al posto delle vessazioni. C’è indubbiamente l’esigenza, oggi più che mai,  di “parole di pace “, soprattutto se queste hanno la capacità di segnare le scelte dei governi. Inoltre le parole di pace lasciano il segno a chi li ascolta, a volte sconquassano un intero sistema di pensiero, bruciano più delle fiamme, più esse  sono semplici nella loro essenza più risultano essere incisive. Ricordiamo  Gandhi e il suo messaggio sull’ “autodeterminazione dei popoli”, la sua  dottrina della “ Non violenza” incardinata sulla resistenza passiva e sulla disubbidienza civile, il suo  predicare la  tolleranza religiosa”. Ricordiamo Martin Luther King e la sua battaglia per la conquista dei diritti civili, la lotta contro la segregazione razziale, la lunga marcia per il lavoro e la libertà:”  "I have a dream".  E ancora Tarzan Tenzin Gyatso, , XIV Dalai Lama, premio Nobel per la pace, esponente della dottrina della non violenza nella lotta per la liberazione del Tibet. Si potrebbe continuare con Nelson Mandela e  Johan Galtung, il padre della “ ricerca della pace, e della dottrina della mediazione, con l’iraniana Shirin_Ebadi e la sua battaglia per i diritti delle donne e dei bambini, con  Liu_Xiaobo e la sua lotta non violenta per i diritti  umani in Cina. Da cristiani dovremmo ricordare e rileggere con animo aperto “ Il discorso della montagna”.
 Ma cosa lascia di così  profondo il messaggio di Prem Rawat?  Quale solco  esso traccia all’interno del pensiero di chi lo ascolta? Me lo sono chiesto l’altra sera durante il suo intervento tenuto a Mazara in una piazza Mokarta gremita e per l’occasione trasformata in un salotto all’aperto in cui la mondanità si mescolava alla politica. E che tipo di messaggio ha voluto lanciare? Confesso che ero incuriosito, soprattutto alla vista di tanta gente straniera ( seguaci,adepti,discepoli?) che seguono il “ loro maestro” in qualunque posto parli. Ho trovato l’intero discorso banale, insignificante, deludente,vuoto, generico,ovvio. Un’insalata di filosofia greca  e di misticismo orientale, senza alcuna connessione logica. Qual è il tema centrale  del verbo del predicatore indiano? La pace, naturalmente, considerata un dono di Dio, e come tale è dentro l’uomo al quale sfugge questa consapevolezza. La pace è innata, è dentro tutti noi . Un viaggio dentro se stessi alla ricerca della “ conoscenza”,  la pace non va cercata negli altri o con gli altri, ma in se stessi e per raggiungerla occorre intraprendere un lungo e complesso percorso di introspezione personale. Ciascuno deve conoscere se stesso;  non è forse lo stesso “ gnôthi sautón “insegnatoci da  Socrate o il monito di Sant'Agostino: “Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell'uomo che risiede la verità”? Ma dove sta la pace?  Nel cuore naturalmente: “Quello che stai cercando è dentro di te, la tua verità è dentro di te, la tua pace è dentro di te; la pace si trova nel cuore” e ancora: “ dentro di se l’uomo ha sete di pace”. Due sono i concetti chiave che martellano chi ascolta Prem Rawat: “Cuore e sete”. Due entità non definite. Delle due però è il cuore che deve giudicare: “Ascolta il cuore, lascia che sia lui a giudicare, invece degli altri. Possiamo permetterci di non ascoltare il nostro cuore?” è il tormentone del predicatore.  Il traguardo finale, il raggiungimento della serenità avviene attraverso un altro concetto misterioso:”la Conoscenza”.” –“Essa è molto semplice, essa è come il respiro - Comprendere la Conoscenza è molto, molto semplice. A volte la semplicità non è un processo di fare, ma di disfare, non è un processo di apprendere ma di disimparare, di scoprire   quello che c’è già”. Però tutto non è così semplice come si predica. Per raggiungere la conoscenza occorrono “ Le Chiavi ”, e queste il nostro Rawat non dice quali sono e come sono fatte. Se le volete dovete mettervi in contatto on line con il suo staff.
Non so cosa vi sarà chiesto in cambio. Io non ho avuto questa curiosità. Mi chiedo se i parlamentari e gli uomini di cultura presenti a questa pseudo manifestazione di pace abbiano preso sul serio “ i sermoni “ del guru indiano. Se penso poi che tra  costoro l’On. Nicola Cristaldi, l’On. Souad  Sbai, l’On.  Gennaro Malgieri, sono tra coloro che hanno votato in parlamento l’intervento bellico dell’Italia nei confronti del regime libico di Gheddafi, i dubbi mi sembrano giustificati.  

Le foto sono state gentilmente concesse da Vito Ballatore

mercoledì 1 giugno 2011

Complesso Monumentale “ Filippo Corridoni”.


Una denominazione impropria. E’ come falsificare un documento storico.
- Con decreto presidenziaIe n. 70 serv. 4°/S.G del 5 aprile 2005, l'opera pia istituzione pubblica di assistenza e beneficenza asilo infantile e scuola materna “ F. Corridoni “di Mazara del Vallo (TP) è stata estinta.
Il residuo patrimonio della predetta opera pia è devoluto al comune di Mazara del Vallo che assorbe anche il personale dipendente.-
  Il decreto regionale  pone così  fine a quella che è stata un Opera Pia comprendente l’ asilo e  una scuola materna allocata nell’ex convento benedettino  della città. Adesso è sorto,dopo i  recenti interventi di restauro e di recupero,un complesso monumentale che l’amministrazione comunale ha intenzione di trasformare in un centro di  cultura, con sala conferenze e gallerie espositive, e di allocarvi all’interno una parte della biblioteca comunale,  tutto ciò al fine di promuovere le potenziali attività culturali e turistiche della città. L’insieme del corpo degli edifici comprende una parte dell’antico monastero delle benedettine  con la chiesa di Santa Veneranda, costruita nel 1500,della quale possiamo ammirare tutt'ora la cappella con la cupola, e un ampio cortile, dove, degli scavi portati avanti dalla Soprintendenza ai BB. AA. e MM., stanno riportando alla luce le antiche strutture murarie  della primitiva chiesa di Santa Veneranda di periodo normanno, oltre ad   altri edifici  medievali di cui era costituito il monastero. Tuttavia,  ancor oggi, in maniera impropria, si continua, da parte dell’amministrazione comunale, a  definire l’insieme degli edifici con la vecchia denominazione “ Filippo Corridoni”, che fu propria  dell’asilo infantile, ma che nulla ha a che vedere con l’attuale struttura.  E’ come falsificare un documento storico. Appare chiaro che con l’estinzione dell’Opera Pia si estingue anche il suo toponimo, legato esclusivamente ad essa; pertanto tale insieme architettonico, per rigore storico, dovrebbe essere denominato più correttamente : “ Complesso Monumentale di Santa Veneranda”.