Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

sabato 4 giugno 2011

Predicatori di pace.


Non sono contro chi predica la pace, anzi, in un mondo in costante assetto belligerante, in cui la  pace, se mai è esistita,  ha sempre rappresentato un breve insignificante  intervallo  di tempo tra lunghi momenti di conflitto, benvenuto chi si batte per fermare i conflitti, chi si appella alla coscienza degli uomini  di governo, chi propone soluzioni alternative, chi  in modo accorato grida  di dare priorità al dialogo invece che alle armi, al bisogno di giustizia al posto delle vessazioni. C’è indubbiamente l’esigenza, oggi più che mai,  di “parole di pace “, soprattutto se queste hanno la capacità di segnare le scelte dei governi. Inoltre le parole di pace lasciano il segno a chi li ascolta, a volte sconquassano un intero sistema di pensiero, bruciano più delle fiamme, più esse  sono semplici nella loro essenza più risultano essere incisive. Ricordiamo  Gandhi e il suo messaggio sull’ “autodeterminazione dei popoli”, la sua  dottrina della “ Non violenza” incardinata sulla resistenza passiva e sulla disubbidienza civile, il suo  predicare la  tolleranza religiosa”. Ricordiamo Martin Luther King e la sua battaglia per la conquista dei diritti civili, la lotta contro la segregazione razziale, la lunga marcia per il lavoro e la libertà:”  "I have a dream".  E ancora Tarzan Tenzin Gyatso, , XIV Dalai Lama, premio Nobel per la pace, esponente della dottrina della non violenza nella lotta per la liberazione del Tibet. Si potrebbe continuare con Nelson Mandela e  Johan Galtung, il padre della “ ricerca della pace, e della dottrina della mediazione, con l’iraniana Shirin_Ebadi e la sua battaglia per i diritti delle donne e dei bambini, con  Liu_Xiaobo e la sua lotta non violenta per i diritti  umani in Cina. Da cristiani dovremmo ricordare e rileggere con animo aperto “ Il discorso della montagna”.
 Ma cosa lascia di così  profondo il messaggio di Prem Rawat?  Quale solco  esso traccia all’interno del pensiero di chi lo ascolta? Me lo sono chiesto l’altra sera durante il suo intervento tenuto a Mazara in una piazza Mokarta gremita e per l’occasione trasformata in un salotto all’aperto in cui la mondanità si mescolava alla politica. E che tipo di messaggio ha voluto lanciare? Confesso che ero incuriosito, soprattutto alla vista di tanta gente straniera ( seguaci,adepti,discepoli?) che seguono il “ loro maestro” in qualunque posto parli. Ho trovato l’intero discorso banale, insignificante, deludente,vuoto, generico,ovvio. Un’insalata di filosofia greca  e di misticismo orientale, senza alcuna connessione logica. Qual è il tema centrale  del verbo del predicatore indiano? La pace, naturalmente, considerata un dono di Dio, e come tale è dentro l’uomo al quale sfugge questa consapevolezza. La pace è innata, è dentro tutti noi . Un viaggio dentro se stessi alla ricerca della “ conoscenza”,  la pace non va cercata negli altri o con gli altri, ma in se stessi e per raggiungerla occorre intraprendere un lungo e complesso percorso di introspezione personale. Ciascuno deve conoscere se stesso;  non è forse lo stesso “ gnôthi sautón “insegnatoci da  Socrate o il monito di Sant'Agostino: “Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell'uomo che risiede la verità”? Ma dove sta la pace?  Nel cuore naturalmente: “Quello che stai cercando è dentro di te, la tua verità è dentro di te, la tua pace è dentro di te; la pace si trova nel cuore” e ancora: “ dentro di se l’uomo ha sete di pace”. Due sono i concetti chiave che martellano chi ascolta Prem Rawat: “Cuore e sete”. Due entità non definite. Delle due però è il cuore che deve giudicare: “Ascolta il cuore, lascia che sia lui a giudicare, invece degli altri. Possiamo permetterci di non ascoltare il nostro cuore?” è il tormentone del predicatore.  Il traguardo finale, il raggiungimento della serenità avviene attraverso un altro concetto misterioso:”la Conoscenza”.” –“Essa è molto semplice, essa è come il respiro - Comprendere la Conoscenza è molto, molto semplice. A volte la semplicità non è un processo di fare, ma di disfare, non è un processo di apprendere ma di disimparare, di scoprire   quello che c’è già”. Però tutto non è così semplice come si predica. Per raggiungere la conoscenza occorrono “ Le Chiavi ”, e queste il nostro Rawat non dice quali sono e come sono fatte. Se le volete dovete mettervi in contatto on line con il suo staff.
Non so cosa vi sarà chiesto in cambio. Io non ho avuto questa curiosità. Mi chiedo se i parlamentari e gli uomini di cultura presenti a questa pseudo manifestazione di pace abbiano preso sul serio “ i sermoni “ del guru indiano. Se penso poi che tra  costoro l’On. Nicola Cristaldi, l’On. Souad  Sbai, l’On.  Gennaro Malgieri, sono tra coloro che hanno votato in parlamento l’intervento bellico dell’Italia nei confronti del regime libico di Gheddafi, i dubbi mi sembrano giustificati.  

Le foto sono state gentilmente concesse da Vito Ballatore

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nessuno si è soffermato sull' l'innatismo, anzi su chi lo propina come mezzo di conoscenza, meglio di Corrado Guzzanti nello sketch del persoanaggio del santone 'Quelo'. Sei disorientato? Hai dubbi interiori? Ti poni delle domande? La risposta è dentro di te....Ed è SBAGLIATA!!!!

valenziano

Giuseppe M. Buffa ha detto...

Mi è piaciuto ascoltare Prem Rawat nella Piazza Mokarta. Un intervento in cui non riesco a vedere niente di indiano o di orientale anzi dalle citazioni che condivido molto dell'autore del blog vi vedo molti riferimenti alla filosofia occidentale anche cristiana, vedi sant.Agostino. Il suo messaggio che sicuramente, ma lui è il primo a riconoscere, non è nuovo è però arguto ed intelligente nel suo adattamento odierno. Gli stimoli a riflettere, a pensare con la propria testa a scegliere politici onesti, a non sentirci parte di un "gregge" da depistare ed impaurire mi sono sembrati ben espressi quella sera. Gli stimoli poi ad occuparci in maniera culturalmente efficace del sociale nei paesi del mondo in cui c'è bisogno mi hanno lasciato con una voglia di fare di più per la pace e la dignità dell'uomo.(www.tprf.org). Al di là di tutte le filosofie e religioni che chi vuole seguirà e praticherà sempre e con cui non vedo alcuna contrapposizione, anzi, (vedi il bellissimo inciso sulla preghiera lasciataci da Gesù,il Padre Nostro) ho visto un discorso dedicato all'essere umano da un altro essere umano, da cuore a cuore. Grazie, Giuseppe M. Buffa, Palermo