Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

giovedì 31 gennaio 2013

La mossa del cavallo



Il reingresso di Toni Scilla nella casa madre berlusconiana,con tanto di “ red carpet” disteso davanti alla porta principale, è destinato a rinforzare reciprocamente sia il sen.D’Alì da una parte sia lo stesso Scilla.
La neo coppia è destinata ad avere una vita in comune più duratura rispetto a quello strano menage costituito da D’Alì – Cristaldi e finito come nella “Guerra dei Roses” a darsele  e cantarsele di santa ragione.
Il motivo è semplice:una coppia politicamente paritaria,uno deputato,l’altro senatore,entrambi cocoordinatori provinciali del PDL,nata per gestire il controllo del partito in provincia,aveva come fine il prevalere di uno sull’altro.
Un accordo,al contrario, fondato sul riconoscimento, da parte di Scilla, di una leadership,quella di D’Alì,apre nuove strategie di collaborazione,rimette in gioco Toni Scilla e costruisce,a medio e lungo termine,nuovi scenari politici a livello provinciale e regionale.
Una mossa,quella di Scilla,politicamente ineccepibile;la classica “ mossa del cavallo” che saltando l’avversario lo raggira costringendolo sulla difensiva per poi spingerlo inesorabilmente ad abbandonare.
Ovviamente l’avversario è quello comune,il sindaco di Mazara Nicola Cristaldi.
L’ingresso di Scilla nel PDL rinforza senza dubbio il senatore trapanese,e indebolisce in termini di voti il partito di Miccichè;i risultati li vedremo tra qualche settimana alle imminenti elezioni. Si dovrebbe verificare,questa volta,quello che fu l’effetto Torrente nel PD con Baldo Gucciardi alle scorse regionali.
 Questa volta si aspettano risultati molto più generosi verso le liste PDL del senato. Comunque vada,il risultato della lista PDL,soprattutto a Mazara,è nelle mani di Scilla.Difficilmente,in questo intreccio di accordi possono inserirsi con autorevolezza Cristaldi e il suo gruppo,destinati ad avere una modesta parte da comprimari o a cercare l'approdo in altri lidi politici. Non per niente l’apertura della campagna elettorale del partito di Berlusconi si farà proprio a Mazara, città di Cristaldi. Un colpo da K.O per il sindaco di Mazara.
E’ la Nemesi di quello che avvenne  quattro anni fa. 
Allora a legittimare l’investitura politica di Cristaldi fu Fini,presente con l’intero stato maggiore  di AN alla presentazione del libro- “I Traditori”-.
Oggi,a festeggiare il ritorno del “Figliol prodigo” sono di scena Schifani e l’intera dirigenza regionale. Un presidente della Camera allora,un presidente del Senato adesso.
“Sode a destra uno squillo di tromba,a sinistra risponde uno squillo”
Una cosa è ormai certa:con l’imprimatur dato a Scilla direttamente da Alfano e da Schifani,dietro la regia di D’Alì, la politica del PDL  a Mazara sarà destinata a una svolta radicale rispetto a quella cristaldicentrica.
Vedremo le ripercussioni subito dopo le elezioni,anche all’interno della stessa giunta cittadina.

mercoledì 30 gennaio 2013

Mazara:Presentazione del libro " La Famiglia"



Il volume è il frutto di una ricerca di antropologia sociale condotta a Mazara del Vallo tra il 1996 e il 2001.
 Già pubblicato in Svezia quale dissertazione della tesi di dottorato presso l’Università di Uppsala, è oggi per la prima volta edito in lingua italiana a cura dell’Istituto Euro Arabo, con traduzione ad opera di Deianira Ganga.
Al centro della indagine della studiosa è la famiglia dei pescatori, la funzione della donna al suo interno, la gestione dei valori morali e culturali.
Per le questioni di estrema rilevanza su cui Eva Carlestål si interroga il libro offre un’utile riflessione critica intorno alle dinamiche antropologiche che più ampiamente investono le comunità mediterranee.
Eva Carlestål,
 Già collaboratrice negli anni Settanta del sociologo Danilo Dolci, ha insegnato all’Univesità di Uppsala ed è attualmente Director of doctoral studies presso il Dipartimento di Language&Culture in Europe nell’Università di Linköping.
 Intrattiene assidui rapporti di collaborazione scientifica con istituzioni culturali italiane, partecipando a convegni di studi e conducendo ricerche in Sardegna e nel Lazio.
Gabriella D’Agostino
 Insegna Antropologia culturale all’Università di Palermo, è autrice tra l’altro della Nota introduttiva al volume. Attenta studiosa delle dinamiche sociali e culturali, responsabile di numerosi progetti di ricerca,dirige la rivista Archivio Antropologico Mediterraneo, è direttore scientifico di Sole luna festival, prestigiosa rassegna internazionale di documenti filmati.

Ai presenti sarà offerta una copia del volume

martedì 22 gennaio 2013

Il PD lava più bianco




Mai si era sentito tanto odore di giacobinismo nel PD.
Costretto ad inseguire sia la deriva giustizialista del neo partito dei magistrati  sia la purezza idealistica vendoliana,il PD di Bersani sembra avere abbandonato i principi di garantismo proiettandosi,anima e corpo,sul candeggio delle liste elettorali.
Solo che nella lavanderia,le lavandaie non riescono a distinguere gli unti indelebili e il fetore degli abiti che li  rendono impresentabili anche dal punto di vista igienico,e pertanto destinati al macero, dai vestiti appena sbiaditi da impercettibili aloni.
Facendosi forti della saggezza derivante dalla loro esperienza altamente professionale,le sagge lavandaie,non ritenendo presentabile l’abito nel suo candore battesimale,decidono di buttarlo via,o meglio di darlo al macero.
Alle proteste del proprietario del vestito sbiadito,rispondono candidamente: “E’ vero,il vestito è pulito,ma una volta,dieci anni fa,l’hai leggermente sporcato!”,con grande gioia di Esopo.
L’esclusione in Sicilia dalla lista del senato dei senatori Papania e Crisafulli  rispecchia in pieno la mancanza di discernimento tra quello che è impresentabile e quello che invece è un leggero reato di natura amministrativa patteggiato e avvenuto molti anni fa.
Ai mafiosi pentiti,agli assassini di bambini disciolti nell’acido,la politica,sempre per una questione di opportunità,ha aperto le porte del privilegio.
La motivazione addotta dal presidente della “Commissione di Garanzia” del PD,Luigi Berlinguer è degna di essere menzionata nell’almanacco dello “Stupidario”. Poiché il PD sta soffrendo e paga le conseguenze dei reati commessi da Penati, quello del sistema delle tangenti per milioni di euro in Lombardia, e da Lusi, quello che si impossessò di milioni di euro del finanziamento pubblico della Margherita,e poiché,ancora, l’intera politica nazionale sta pagando per lo sterco generato dai consigli regionali della Lombardia e del Lazio,recentemente sciolti,allora è giusto che voi,peraltro siciliani,figli dell’Isola della Mafia,siate puniti per quel che vi è stato addebitato allora:una condanna al pagamento di 3000 euro,per abuso di ufficio, dieci anni fa per Papania; Abuso d’ufficio anche per Crisafulli.
Non si fa differenza. Questo o quello per me pari sono. Se non lo facciamo,saremo oggetto di un linciaggio mediatico da parte di organi di stampa e del partito dei giudici,sembra essere la preoccupazione del saggio Berlinguer.”Ne va dell’onorabilità del partito”.
Anche se il codice etico del PD non è stato infranto. Tale è la paura dei processi mediatici di massa,che il PD non ha il coraggio di reagire.
”Non ci lasceremo intimidire,non ci lasceremo processare dai mass media e dalla piazza”queste le parole di un accorato e passionale intervento di Aldo Moro alla camera dei deputati. Altri tempi,altra levatura morale. Altro concetto di onorabilità.
Questo PD,al contrario,è pronto a sbracarsi dinanzi ai social network o agli epigoni di Travaglio. Questione di opportunità.
Solo che appena un mese prima la  stessa questione di opportunità,per le solerti e  sagge lavandaie,non aveva motivo di esistere. Si consentiva la deroga,avendo i pretendenti candidati superato il limite delle tre legislature,purchè si sottoponessero al giudizio popolare,all’Ordalia delle primarie.
Per il PD,il giudizio del popolo è sovrano ed insindacabile nelle scelte politiche.
Il partito non poteva fare delle scelte per non apparire difensore della casta. E’ accaduto per la senatrice Finocchiaro,però blindata in un collegio sicuro della Puglia e per la onorevole Bindi,anch’essa paracadutata in collegio sicuro della Calabria; lo stesso per tanti altri,tra i quali Papania e Crisafulli compresi. Solo che questi ultimi furono costretti a sottoporsi al giudizio dei loro concittadini che avrebbero dovuto conoscerne pregi e difetti,malefatte e virtù.
 Il responso dell’Ordalia democratica è stato incontestabile:Papania e Crisafulli sono stati i candidati più votati nelle primarie,entrambi hanno ricevuto i consensi più alti, in termini di preferenze,dagli elettori del PD.
 I loro concittadini li hanno giudicati “presentabili”che poi è quel che conta in democrazia.
Nessun dubbio che anche la senatrice Finocchiaro e l’on.Bindi avrebbero superato le loro primarie se avessero dovuto gareggiare nei loro collegi in Sicilia e in Toscana. Perché allora sono stati paracadutati altrove? Forse per salvaguardare l’onore e la dignità del partito che non avrebbe potuto sopportare una eventuale loro bocciatura popolare?
“Tutti gli animali sono uguali,ma ve ne sono alcuni più uguali degli altri” ammoniva in bella evidenza il tazebao nella “Fattoria degli animali”.
Il responso della commissione di garanzia, peraltro assai discutibile anche dal punto di vista etico, appare soperchiante ed in contraddizione rispetto a quello popolare.
Da chi devono ricevere legittimità i partiti,da componenti interne da loro elette e pertanto autoreferenziate o dal consenso degli elettori?
Ma appunto, come scrive Orwell,il giudizio delle lavandaie è più uguale di quello popolare.
Sarebbe il caso che il PD incominci a riflettere su questa sua deriva giustizialista.


lunedì 21 gennaio 2013

Una adozione a distanza




Si tratta di Pamela Orrù,di origine sarde,dipendente della provincia di Trapani,città dove risiede,ma adottata a distanza dai mazaresi.
Infatti la Orrù deve la sua  prossima elezione  a senatrice della repubblica  alla generosità degli elettori di Mazara,che votandola a scatola chiusa,nessuno tra coloro che l’hanno votata la conosceva,hanno infilato nelle urne ben 751 preferenze,risultando la donna  più votata delle primarie PD in provincia.
Dopo l’esclusione dalla lista del senato del sen.Papania,la nostra Orrù si vede ulteriormente miracolata migliorando la sua posizione dal quinto al secondo posto,che vuol dire elezione sicura.
 Può benissimo andare a prendere un caffè per queste elezioni. Al suo successo ci hanno pensato i mazaresi.

domenica 13 gennaio 2013

Il Partito - Città






Potrebbe essere annoverato come la novità politica dell’anno appena iniziato,ma tutt’oggi ne osserviamo solo un abbozzo, una forma embrionale al primo stadio, non definita. Parliamo di quello che è stato annunciato con iperbole come il Partito-Città e che troverebbe il suo nucleo primordiale, dunque la sua essenza vitale,nell’attuale neo giunta varata,in quattro e quattr’otto, dall’ on.Nicola Cristaldi,sindaco di Mazara,dopo appena ventiquattro ore dal risultato delle elezioni regionali scorse.
Tutto nasce immediatamente dopo i risultati politici delle regionali in Sicilia e a seguito dello tsunami che viene fuori dalle urne:il M5S che spazza via i partiti tradizionali,Rosario Crocetta,eletto presidente della regione contro i sondaggi e che intende operare non facendosi condizionare dai partiti alleati,il PD che resiste seppur in modo sofferente tra mille contraddizioni, e un PDL,che dallo storico 61 a zero di alcuni anni fa,diventa un partiticchio che si caratterizza per la litigiosità interna tra i suoi esponenti di punta.
Le dimissioni del governatore Lombardo sanciscono da una parte la fine di quello che è stato un potentato politico sotto l’egemonia assoluta del MPA,e dall’altra, l’inizio della sua frammentazione attraverso un processo di migrazione in altre formazioni politiche.
In ogni città il canovaccio è identico:sembra che tutti i siciliani,astenuti e votanti, si siano messi d’accordo a scriverne la trama. Da questo momento ai partiti tradizionali viene chiesto una maggiore attenzione al paese reale e una mannaiata ai privilegi.
A Mazara la situazione è politicamente critica per l’amministrazione che da sempre in minoranza in consiglio comunale,viene ulteriormente bastonata nel consenso elettorale a vantaggio del movimento grillino.
Ma ad incidere il coltello nella piaga è soprattutto il successo,in termini di voti,del suo avversario nemico on. Toni Scilla,che seppur non rieletto,rimane il politico mazarese più votato in città e in provincia.
Accanto a Scilla,si fa minacciosa l’avanzata dell’assessore provinciale Vito Torrente,il quale,dopo avere abbandonato Lombardo,offre i suoi servigi ai nuovi signori della politica trapanese,Papania e Gucciardi.Viene da costoro arruolato tra le file del PD e ottiene in cambio l’investitura a candidato sindaco.
Uno sfidante molto temibile per il sindaco Cristaldi.
Ormai privo di punti di riferimento all’interno del PDL dopo la rottura con il sen. D’Alì,(anche a lui le cose non vanno poi tanto bene),quel responso elettorale a Mazara suona come un campanello d’allarme per Cristaldi,soprattutto una sua rielezione per un secondo mandato si fa più problematica. Le ultime esternazioni del sindaco di Mazara erano già il segnale che comunque avrebbe abbandonato il PDL,o quantomeno quel che di esso rimane. Non ci sta a fare la parte di comprimario in un partito fortemente ridimensionato e totalmente nelle mani, in provincia, di D’Alì e di Fazio;chi come lui ha ricoperto cariche istituzionali di prestigio non può adattarsi ad una condizione di sudditanza.
Ecco farsi forte la tentazione movimentista tanto cara ai sindaci di nuova generazione,De Magistris e il suo movimento arancione a Napoli e Pisapia a Milano.Capitale del regno delle due Sicilie la prima,della grande finanza la seconda.
Perché non fare una cosa politica a proprio uso e consumo anche nell’Inclita Urbis?
Se nell’antica Grecia sono nate le poleis ( città stato),allora nella sua Mazara,”piccola grande capitale del mediterraneo”, ossimoro divenuto cavallo di battaglia del sindaco,è possibile dare vita a un Partito-Città,” fatto da un insieme di persone e di intelligenze disposte a superare le proprie tradizionali posizioni ideologiche per dare luogo ad una entità”;solo che queste persone sono per la maggior parte fedelissimi del sindaco o che hanno perduto i loro riferimento politici.
Per costoro, non essendoci porzioni di torta da offrire,sono a disposizione, comunque,delle accoglienti poltrone liberate appositamente e sulle quali sedersi comodamente.
La strategia è sempre in funzione di “ quel bene per la città”rievocabile in tutte le salse e in tutti i colori.
Sempre per “quel bene della città” si è disposti a tutto,persino a mostrare una doppia faccia come Giano Bifronte,e se necessario anche una tripla o una quadrupla: il nostro non è forse il Paese delle maschere e dei saltimbanchi?
La ricerca di nuove forme di aggregazione politica al di fuori dei partiti canonici è legittima così come è legittima la loro finalità tendente a conservare o a raggiungere il potere attraverso forme democratiche.
Nulla di censurabile,ma non si comprende perché all’annuncio della formazione di questo Partito- Città si associ la contemporanea presenza in giunta di soggetti bocciati dall’elettorato e come tali non rappresentativi delle istanze della città venute fuori dalle elezioni.
Ancor più,a seguito dell’evaporazione di alcuni referenti politici di rilievo,molti sono tentati di ricercare dei nuovi centri di aggregazione politica sui quali riporre le proprie ambizioni e aspirazioni,al di là della coerenza del percorso politico. D’altronde cosa vi è di più incoerente della stessa politica?
Non si riesce a capire ,però,perché per un progetto di tale portata non sia stata azzerata l’intera giunta invece di dare vita ad un maquillage che si presta a critiche e obiezioni.
Non si spiega perché, e la novità è nel coinvolgimento di altre intelligenze e persone,non sia stato fatto,da parte del sindaco, un appello pubblico a tutte le forze politiche e alla società civile,nella sede opportuna,a sostegno di questo nuovo progetto di cui se ne sconoscono tuttora le linee guida programmatiche,gli obbiettivi,le strategie,i percorsi e le modalità da seguire affinché ciò possa realizzarsi.
Non si riesce a cogliere,vista l’ambizione di tale progetto,con quali criteri è stata fatta la scelta di intelligenze e personalità alcune delle quali completamente sconosciute sul piano politico:una donna in giunta è sempre ben accetta,ma quali i meriti e le competenze, visto che i collaboratori del sindaco,a suo dire sono di “riconosciuto valore professionale di carattere anche internazionale” come ebbe a vantarsi lo stesso.
Non si riesce a capire perché si ricompensi con assessorati dei candidati usciti sconfitti dalla competizione elettorale e politicamente inconciliabili tra loro.
In termini politici,questo nascituro Partito-Città sembra una operazione a perdere,tanto da indurre il gruppo consiliare Liberi,stampella di Cristaldi in consiglio comunale, a dissociarsi fortemente da una simile operazione,soprattutto per quanto riguarda la composizione assessoriale della nuova giunta,che li ha visti mortificati ed esclusi, pagando,a loro dire,la lealtà e il costante sostegno al sindaco a vantaggio di personaggi politicamente auto referenziati.
Non è una cosa da niente soprattutto in funzione della credibilità che può suscitare una simile operazione.
Più che un Partito-Città si ha l’impressione di essere di fronte ad un Partito di “Uomini soli”.


venerdì 4 gennaio 2013

Primarie PD:tutti ai piedi di Papania.



Ha un senso,oggi ,parlare del PD mazarese? Ha ancora senso incidere il coltello nella piaga?Facendolo si rischia di essere paragonati a tal Maramaldo,il quale,prima di infliggere il colpo di grazia a Francesco Ferrucci ,già mortalmente ferito,si sentì gridare dal moribondo:” Vile,tu uccidi un uomo morto!”.
Un soggetto gravemente ferito appare oggi il PD o quel che dovrebbe rappresentare il partito a Mazara;da troppo tempo catatonico,privo di riflessi,incapace di esprimere una linea politica dignitosa,dilaniato da lotte interne tra varie anime evanescenti,legate a schemi  di appartenenza e  pertanto di obbedienza,trincerate  in un guscio autoreferenziale e neanche protette da una spocchia di intellettualismo che ha sempre contraddistinto la sinistra.
Mi trovo indubbiamente in difficoltà a riparlare di questo PD,soprattutto dopo le ultime primarie farsa che hanno mostrato l’incorporeità dei dirigenti,ammesso che ve ne siano ancora che possano chiamarsi tali,e l’assoluta mancanza di dignità politica di un partito ridotto a un gregge,tale che umiliando se stesso umilia la politica nel senso nobile.
Ma si può parlare in questa città di nobiltà della politica?La politica in questo lembo di terra viene intesa  non come partecipazione ,come capacità di contribuire in maniera dialogica e propositiva alla vita della comunità,ma nel senso di obbedienza cieca,di asservimento agli interessi del potente,di totale sudditanza  al pensiero di chi il potere lo detiene.
Il mio giudizio è troppo severo? Come interpretare i risultati di queste strane primarie di fine anno,che hanno visto Mazara essere considerata ancora una volta lo zimbello della politica provinciale, una terra di conquista e i suoi cittadini che si sono recati alle urne usati come truppe cammellate,come numeri? E’ un  riportarsi indietro nei congressi democristiani dell’EUR  in cui il Mastella di turno doveva dimostrare a De Mita la sua capacità di cogliere consensi e di esprimerli in termini di voti.
Che giudizio dare di quelle ottocento persone che hanno  espresso la loro preferenza con una votazione bulgara, ad un Papania completamente estraneo agli interessi di Mazara, e sempre più padrone assoluto del PD della Sicilia occidentale, e a una  Pamela  Orrù di Trapani,di sarde origini,della quale si sconosceva l’esistenza in provincia,ma che grazie agli ordini impartiti  dal  duo Gucciardi-Papania prende a Mazara addirittura il triplo di voti di quanto  ne ha presi nella sua città?
Si ripete ,dopo decenni il miracolo della campana.Negli anni della prima repubblica,con le preferenze multiple,per dare un segnale  politico,il referente locale si accordava con il potente al quale si era sottomesso e per dimostrare il suo servilismo e la sua fedeltà  concordava di fare convogliare i voti su una coppia di nomi,il secondo dei quali indicato dal politico,la così detta “ campana”.In base ai voti raggiunti dalla campana,si misurava il potere in termine di consenso del referente. Orbene,la coppia Papania-Orrù fa man bassa di voti ottenendo 851 il primo e 750 il secondo.
Ottocento  persone  votano senza sapere nulla del candidato e determinano,tra lo stupore della stessa Orrù la sua vittoria nel collegio provinciale assicurandole così la certezza della nomina a deputato. Si dirà: è la democrazia!
 Credo che quello che è avvenuto a Mazara sia la morte della democrazia. Su questo bisognerebbe riflettere.