Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

domenica 13 gennaio 2013

Il Partito - Città






Potrebbe essere annoverato come la novità politica dell’anno appena iniziato,ma tutt’oggi ne osserviamo solo un abbozzo, una forma embrionale al primo stadio, non definita. Parliamo di quello che è stato annunciato con iperbole come il Partito-Città e che troverebbe il suo nucleo primordiale, dunque la sua essenza vitale,nell’attuale neo giunta varata,in quattro e quattr’otto, dall’ on.Nicola Cristaldi,sindaco di Mazara,dopo appena ventiquattro ore dal risultato delle elezioni regionali scorse.
Tutto nasce immediatamente dopo i risultati politici delle regionali in Sicilia e a seguito dello tsunami che viene fuori dalle urne:il M5S che spazza via i partiti tradizionali,Rosario Crocetta,eletto presidente della regione contro i sondaggi e che intende operare non facendosi condizionare dai partiti alleati,il PD che resiste seppur in modo sofferente tra mille contraddizioni, e un PDL,che dallo storico 61 a zero di alcuni anni fa,diventa un partiticchio che si caratterizza per la litigiosità interna tra i suoi esponenti di punta.
Le dimissioni del governatore Lombardo sanciscono da una parte la fine di quello che è stato un potentato politico sotto l’egemonia assoluta del MPA,e dall’altra, l’inizio della sua frammentazione attraverso un processo di migrazione in altre formazioni politiche.
In ogni città il canovaccio è identico:sembra che tutti i siciliani,astenuti e votanti, si siano messi d’accordo a scriverne la trama. Da questo momento ai partiti tradizionali viene chiesto una maggiore attenzione al paese reale e una mannaiata ai privilegi.
A Mazara la situazione è politicamente critica per l’amministrazione che da sempre in minoranza in consiglio comunale,viene ulteriormente bastonata nel consenso elettorale a vantaggio del movimento grillino.
Ma ad incidere il coltello nella piaga è soprattutto il successo,in termini di voti,del suo avversario nemico on. Toni Scilla,che seppur non rieletto,rimane il politico mazarese più votato in città e in provincia.
Accanto a Scilla,si fa minacciosa l’avanzata dell’assessore provinciale Vito Torrente,il quale,dopo avere abbandonato Lombardo,offre i suoi servigi ai nuovi signori della politica trapanese,Papania e Gucciardi.Viene da costoro arruolato tra le file del PD e ottiene in cambio l’investitura a candidato sindaco.
Uno sfidante molto temibile per il sindaco Cristaldi.
Ormai privo di punti di riferimento all’interno del PDL dopo la rottura con il sen. D’Alì,(anche a lui le cose non vanno poi tanto bene),quel responso elettorale a Mazara suona come un campanello d’allarme per Cristaldi,soprattutto una sua rielezione per un secondo mandato si fa più problematica. Le ultime esternazioni del sindaco di Mazara erano già il segnale che comunque avrebbe abbandonato il PDL,o quantomeno quel che di esso rimane. Non ci sta a fare la parte di comprimario in un partito fortemente ridimensionato e totalmente nelle mani, in provincia, di D’Alì e di Fazio;chi come lui ha ricoperto cariche istituzionali di prestigio non può adattarsi ad una condizione di sudditanza.
Ecco farsi forte la tentazione movimentista tanto cara ai sindaci di nuova generazione,De Magistris e il suo movimento arancione a Napoli e Pisapia a Milano.Capitale del regno delle due Sicilie la prima,della grande finanza la seconda.
Perché non fare una cosa politica a proprio uso e consumo anche nell’Inclita Urbis?
Se nell’antica Grecia sono nate le poleis ( città stato),allora nella sua Mazara,”piccola grande capitale del mediterraneo”, ossimoro divenuto cavallo di battaglia del sindaco,è possibile dare vita a un Partito-Città,” fatto da un insieme di persone e di intelligenze disposte a superare le proprie tradizionali posizioni ideologiche per dare luogo ad una entità”;solo che queste persone sono per la maggior parte fedelissimi del sindaco o che hanno perduto i loro riferimento politici.
Per costoro, non essendoci porzioni di torta da offrire,sono a disposizione, comunque,delle accoglienti poltrone liberate appositamente e sulle quali sedersi comodamente.
La strategia è sempre in funzione di “ quel bene per la città”rievocabile in tutte le salse e in tutti i colori.
Sempre per “quel bene della città” si è disposti a tutto,persino a mostrare una doppia faccia come Giano Bifronte,e se necessario anche una tripla o una quadrupla: il nostro non è forse il Paese delle maschere e dei saltimbanchi?
La ricerca di nuove forme di aggregazione politica al di fuori dei partiti canonici è legittima così come è legittima la loro finalità tendente a conservare o a raggiungere il potere attraverso forme democratiche.
Nulla di censurabile,ma non si comprende perché all’annuncio della formazione di questo Partito- Città si associ la contemporanea presenza in giunta di soggetti bocciati dall’elettorato e come tali non rappresentativi delle istanze della città venute fuori dalle elezioni.
Ancor più,a seguito dell’evaporazione di alcuni referenti politici di rilievo,molti sono tentati di ricercare dei nuovi centri di aggregazione politica sui quali riporre le proprie ambizioni e aspirazioni,al di là della coerenza del percorso politico. D’altronde cosa vi è di più incoerente della stessa politica?
Non si riesce a capire ,però,perché per un progetto di tale portata non sia stata azzerata l’intera giunta invece di dare vita ad un maquillage che si presta a critiche e obiezioni.
Non si spiega perché, e la novità è nel coinvolgimento di altre intelligenze e persone,non sia stato fatto,da parte del sindaco, un appello pubblico a tutte le forze politiche e alla società civile,nella sede opportuna,a sostegno di questo nuovo progetto di cui se ne sconoscono tuttora le linee guida programmatiche,gli obbiettivi,le strategie,i percorsi e le modalità da seguire affinché ciò possa realizzarsi.
Non si riesce a cogliere,vista l’ambizione di tale progetto,con quali criteri è stata fatta la scelta di intelligenze e personalità alcune delle quali completamente sconosciute sul piano politico:una donna in giunta è sempre ben accetta,ma quali i meriti e le competenze, visto che i collaboratori del sindaco,a suo dire sono di “riconosciuto valore professionale di carattere anche internazionale” come ebbe a vantarsi lo stesso.
Non si riesce a capire perché si ricompensi con assessorati dei candidati usciti sconfitti dalla competizione elettorale e politicamente inconciliabili tra loro.
In termini politici,questo nascituro Partito-Città sembra una operazione a perdere,tanto da indurre il gruppo consiliare Liberi,stampella di Cristaldi in consiglio comunale, a dissociarsi fortemente da una simile operazione,soprattutto per quanto riguarda la composizione assessoriale della nuova giunta,che li ha visti mortificati ed esclusi, pagando,a loro dire,la lealtà e il costante sostegno al sindaco a vantaggio di personaggi politicamente auto referenziati.
Non è una cosa da niente soprattutto in funzione della credibilità che può suscitare una simile operazione.
Più che un Partito-Città si ha l’impressione di essere di fronte ad un Partito di “Uomini soli”.


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