Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

martedì 22 gennaio 2013

Il PD lava più bianco




Mai si era sentito tanto odore di giacobinismo nel PD.
Costretto ad inseguire sia la deriva giustizialista del neo partito dei magistrati  sia la purezza idealistica vendoliana,il PD di Bersani sembra avere abbandonato i principi di garantismo proiettandosi,anima e corpo,sul candeggio delle liste elettorali.
Solo che nella lavanderia,le lavandaie non riescono a distinguere gli unti indelebili e il fetore degli abiti che li  rendono impresentabili anche dal punto di vista igienico,e pertanto destinati al macero, dai vestiti appena sbiaditi da impercettibili aloni.
Facendosi forti della saggezza derivante dalla loro esperienza altamente professionale,le sagge lavandaie,non ritenendo presentabile l’abito nel suo candore battesimale,decidono di buttarlo via,o meglio di darlo al macero.
Alle proteste del proprietario del vestito sbiadito,rispondono candidamente: “E’ vero,il vestito è pulito,ma una volta,dieci anni fa,l’hai leggermente sporcato!”,con grande gioia di Esopo.
L’esclusione in Sicilia dalla lista del senato dei senatori Papania e Crisafulli  rispecchia in pieno la mancanza di discernimento tra quello che è impresentabile e quello che invece è un leggero reato di natura amministrativa patteggiato e avvenuto molti anni fa.
Ai mafiosi pentiti,agli assassini di bambini disciolti nell’acido,la politica,sempre per una questione di opportunità,ha aperto le porte del privilegio.
La motivazione addotta dal presidente della “Commissione di Garanzia” del PD,Luigi Berlinguer è degna di essere menzionata nell’almanacco dello “Stupidario”. Poiché il PD sta soffrendo e paga le conseguenze dei reati commessi da Penati, quello del sistema delle tangenti per milioni di euro in Lombardia, e da Lusi, quello che si impossessò di milioni di euro del finanziamento pubblico della Margherita,e poiché,ancora, l’intera politica nazionale sta pagando per lo sterco generato dai consigli regionali della Lombardia e del Lazio,recentemente sciolti,allora è giusto che voi,peraltro siciliani,figli dell’Isola della Mafia,siate puniti per quel che vi è stato addebitato allora:una condanna al pagamento di 3000 euro,per abuso di ufficio, dieci anni fa per Papania; Abuso d’ufficio anche per Crisafulli.
Non si fa differenza. Questo o quello per me pari sono. Se non lo facciamo,saremo oggetto di un linciaggio mediatico da parte di organi di stampa e del partito dei giudici,sembra essere la preoccupazione del saggio Berlinguer.”Ne va dell’onorabilità del partito”.
Anche se il codice etico del PD non è stato infranto. Tale è la paura dei processi mediatici di massa,che il PD non ha il coraggio di reagire.
”Non ci lasceremo intimidire,non ci lasceremo processare dai mass media e dalla piazza”queste le parole di un accorato e passionale intervento di Aldo Moro alla camera dei deputati. Altri tempi,altra levatura morale. Altro concetto di onorabilità.
Questo PD,al contrario,è pronto a sbracarsi dinanzi ai social network o agli epigoni di Travaglio. Questione di opportunità.
Solo che appena un mese prima la  stessa questione di opportunità,per le solerti e  sagge lavandaie,non aveva motivo di esistere. Si consentiva la deroga,avendo i pretendenti candidati superato il limite delle tre legislature,purchè si sottoponessero al giudizio popolare,all’Ordalia delle primarie.
Per il PD,il giudizio del popolo è sovrano ed insindacabile nelle scelte politiche.
Il partito non poteva fare delle scelte per non apparire difensore della casta. E’ accaduto per la senatrice Finocchiaro,però blindata in un collegio sicuro della Puglia e per la onorevole Bindi,anch’essa paracadutata in collegio sicuro della Calabria; lo stesso per tanti altri,tra i quali Papania e Crisafulli compresi. Solo che questi ultimi furono costretti a sottoporsi al giudizio dei loro concittadini che avrebbero dovuto conoscerne pregi e difetti,malefatte e virtù.
 Il responso dell’Ordalia democratica è stato incontestabile:Papania e Crisafulli sono stati i candidati più votati nelle primarie,entrambi hanno ricevuto i consensi più alti, in termini di preferenze,dagli elettori del PD.
 I loro concittadini li hanno giudicati “presentabili”che poi è quel che conta in democrazia.
Nessun dubbio che anche la senatrice Finocchiaro e l’on.Bindi avrebbero superato le loro primarie se avessero dovuto gareggiare nei loro collegi in Sicilia e in Toscana. Perché allora sono stati paracadutati altrove? Forse per salvaguardare l’onore e la dignità del partito che non avrebbe potuto sopportare una eventuale loro bocciatura popolare?
“Tutti gli animali sono uguali,ma ve ne sono alcuni più uguali degli altri” ammoniva in bella evidenza il tazebao nella “Fattoria degli animali”.
Il responso della commissione di garanzia, peraltro assai discutibile anche dal punto di vista etico, appare soperchiante ed in contraddizione rispetto a quello popolare.
Da chi devono ricevere legittimità i partiti,da componenti interne da loro elette e pertanto autoreferenziate o dal consenso degli elettori?
Ma appunto, come scrive Orwell,il giudizio delle lavandaie è più uguale di quello popolare.
Sarebbe il caso che il PD incominci a riflettere su questa sua deriva giustizialista.


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