Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

domenica 12 ottobre 2014

Presentato il film documentario Mare Bianco



Alla presenza di un pubblico attento, difficilmente capita di vedere l’aula consiliare gremita in ogni ordine di posti nonostante i molteplici eventi che in contemporanea si svolgevano nell’intero centro storico, l’istituto Euro Arabo di Mazara, nell’ambito del Blu Sea Land, ha presentato alla città il film documentario “Mare Bianco” alla presenza dello stesso regista e autore Alessandro Renda del teatro delle Albe di Ravenna.
Si tratta di una serie di schegge, spezzoni di filmati girati dal regista a Mazara nell’arco di un anno e mezzo e messi insieme, attraverso un ordito di luci e suoni naturali, di cromatismi e primi piani di particolari, insignificanti allo sguardo non allenato all’osservazione, che rivelano, attraverso l’abilità della cinepresa, una realtà e un vissuto della città, il suo intrecciarsi con il mare dal quale dipende ancora una parte della sua economia e con l’emigrazione, problema che forse non è stato ancora affrontato in maniera asettica in tutte le sue sfaccettature, nonostante centinaia di libri e articoli che ne descrivono la sua arabicità. Con quelle schegge il regista racconta l’arabizzazione della città dei suoi genitori, la Mazara araba così come viene percepita dagli altri, con l’obbiettivo puntato contemporaneamente sul tempo trascorso all’interno dei fatiscenti cortili della casbah dai giovani tunisini e sul duro lavoro dei loro genitori sui pescherecci.
Da una parte la quotidianità di una integrazione e soprattutto di una interazione sociale che presenta delle criticità e avviene ancora con difficoltà e dall’altra la condivisione piena della fatica e dei rari momenti di serenità su uno spazio ristretto, che accomuna, quale è quello del peschereccio. E ancora l’intrecciarsi di ragazzi che dai vicoli si dirigono verso il luogo dell’appuntamento per girare le prove di uno spettacolo teatrale e il sovrapporsi di rotte e di scie schiumose in un mediterraneo affollato di giganteschi carghi e pescherecci  diventato sempre più luogo di libero scambio piuttosto che di pesca.
Il pubblico è rimasto incantato dalla raffinatezza delle immagini, vere briciole di poesia, dai rumori sonori naturali,dai bagliori della luce, dalle tinte e dalla geometria della pietra così siciliana e mediterranea. Particolarmente coinvolgenti le musiche dei fratelli Mancuso, soprattutto spontaneo è apparso nei suoi interventi il regista Alessandro Renda.

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