Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

domenica 7 aprile 2019

Quando va in onda il linguaggio da caverna.




Premetto che non ho alcun pregiudizio sulla qualità dell'informazione fatta dalle emittenti televisive locali, soprattutto durante ogni inizio di campagna elettorale. Anzi, le considero benemerite per il servizio di informazione che dovrebbero dare sulla politica locale e sulle sue dinamiche, di solito del tutto trascurate dai grandi media dell’informazione, sia nazionali sia regionali. Ben vengano dunque, purché il servizio che offrono si mantenga rispettoso e avvenga con regole chiare, trasparenti, tali da informare l’utente sul prodotto che in quel momento gli si sta proponendo.
Bisogna,però, che lo spettatore sia messo nelle condizioni di essere informato se una trasmissione è autogestita da chi ha interessi a mandare certi messaggi, o se si tratta di servizi d’inchiesta giornalistica o di interviste che abbiano carattere informativo generale e che rispettino tutte le regole della corretta informazione, in cui vi sia la possibilità di un contraddittorio. La democrazia impone tali regole.
Premetto che allo stesso modo non ho preclusione alcuna contro chiunque possa essere coinvolto in indagini. Non è mia abitudine rincorrere il giudizio della piazza, né tanto meno i processi mediatici, soprattutto sui social. Nessuno può arrogarsi il diritto di sostituirsi alla magistratura.
Tuttavia, alla luce degli ultimi eventi avvenuti in città, che considero di scarso rilievo in se stessi, quando l’opportunità e le esigenze politiche richiedano l’esclusione di un candidato o di un’intera lista a partecipare alle elezioni amministrative, il comportamento di alcune piccole emittenti private non sembra sia stato in linea con i principi elementari dell’informazione.
Intanto bisogna far rilevare l’omissione di quell’emittente nel non informare della natura dello spazio messo a disposizione di quel candidato e della sua lista esclusi dalla competizione elettorale. Si trattava di un messaggio autogestito o di una normale trasmissione di informazione? La mancanza della dicitura “spazio autogestito” vuol fare passare forse per informazione politica quello che invece non è?  E quel monologo così inquietante, nei modi e nel linguaggio, così ripetitivo e urticante, acrimonioso e insolente, cosa ha a che vedere con l’informazione politica? E cosa ha a che vedere con l’informazione politica quel delirio di onnipotenza, quell’ostentare di un ego smisurato, quella autocelebrazione di una narrazione a senso unico che non sta in terra né in cielo sotto il profilo della razionalità e su quella della tangibilità dei fatti?
Qual è il senso di fare assistere ad una improvvisazione da commedia dell’arte, funzionale ad un personale soddisfacimento della propria vanità ?
Come giustificare che uno” sfogo”, è la stessa emittente a definirlo sulla sua pagina FB, di tale natura, possa essere trasmesso con quei contenuti?
 Con quel   linguaggio che raggiunge livelli di improntitudine tali da fuoriuscire dalle regole del rispetto e della tolleranza per incanalarsi su un frasario smodato senza che qualcuno metta un freno alla deriva lessicale?
Costituisce uno spettacolo deprimente e indecoroso dovere ascoltare interventi privi di estetica lessicale, disarticolati e illogici.  Ancor più che nel far uso della parola, tutto ciò che è esteticamente inappropriato lo è anche eticamente.
E quel che è stato trasmesso, a parer mio, lo è.


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