Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

sabato 11 settembre 2010

Il viaggio pittorico di Santo Vassallo



Solo partenze nel viaggio pittorico di Santo Vassallo


E’ stata inaugurata il 10 settembre, nei locali dell’Associazione ArteSia – ex Chiesa Sant’Agnese, dal Sindaco On. Nicola Cristaldi, la Mostra d’Arte “Santo Vassallo e i suoi amici di Brera”.
La Mostra, organizzata dall’Adim, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera e con il patrocinio della Città di Mazara del Vallo, ad un anno dalla prematura scomparsa del giovane artista mazarese, oltre a presentare una corposa produzione di Santo Vassallo, ha visto la partecipazione di ben 21 artisti-allievi (Alice Agostini, Felice Ardito, Clara Camerino, Martina Campici, Gionata Carrara, Viola Ceribelli, Giulia Diani, Daniele Fabiani, Giusy Giordano, Francesco Gnecchi, Blerina Haxhagiq, Kim Hee Su, Kim Jooyeon, Max La Barbera, Elena La Loggia, Domenico Laterza, Tania Lombardo, Vittoria Parrinello, Ludovica Quaranta, Anna Russo e Silvia Spinetta) dell’Accademia di Brera (alcuni presenti fisicamente) che, con le loro opere (disegni, pitture, sculture e installazioni) hanno voluto testimoniare la loro stima e il loro apprezzamento nei confronti dell’amico scomparso e del suo lavoro; stima e apprezzamenti che sono stati confermati dagli insegnanti (artisti e critici d’arte) Filippo Scimeca, Giuseppe Sabatino, Marco Pellizzola e Rolando Bellini, presenti all’inaugurazione.
Il Dott. Giuseppe Giordano, durante la manifestazione, ha comunicato che, l’Adim e la famiglia Vassallo, dal prossimo anno, intendono istituire una Borsa di Studio intitolata a Santo e riservata all’alunno con particolari doti artistiche fra i frequentanti il quinto anno dell’Istituto Regionale d’Arte della Città.
Il Primo Cittadino, inaugurando la Mostra, ha affermato che Santo Vassallo è stato capace di “trasformarsi in amplificatore straordinario del luogo nel quale ha vissuto (…). Egli ha creato una serie di capitoli carichi di mistero tutti legati alla dicotomia della sua vita: l’arte universale nel linguaggio cammina sinergicamente con la forza delle radici della sua terra. E Vassallo l‘ha amata la sua terra sino a cercare di perfezionarla attraverso un colore in più da aggiungere a quelli già intensi della Sicilia e della sua Mazara del Vallo. Vassallo non interpreta Mazara, la integra. Lo fa accelerando i fotogrammi della sua città, mettendoli in sequenza velocemente per poi aggredirli scavandoli dentro, per scoprire che cosa nascondono e che cosa non è apparso ai suoi occhi a prima vista”.
Questa Mostra ci ha consentito di esplorare più a fondo il mondo di Santo Vassallo, attraverso i gesti, la forza e la materia della sua pittura.
La sua è un’arte di impatto (cromatico e figurativo), d’istinto, di palpiti vivi. Ciascuna tela è una mescolanza di rabbia e ironia, di linguaggio adulto e infantile, di passato e presente, di riferimenti culturali diversissimi tra loro, di realtà e fantasia ma, soprattutto, di pittura e scrittura.
Il Critico d’Arte Rolando Bellini, nel suo discorso, ha evidenziato che quelli di Santo sono “pensieri resi visibili attraverso l’appunto scrittografico esplicitato da un pitturare che mescola graffitismo ad altro di affine e di egualmente effimero (…). Vassallo riesce ad “esprimere l’incompiuto come capolavoro di compiutezza, il non detto come una dichiarazione, il raffigurato come scrittura segnica allusiva di un nuovo codice simbolico che fa della street art una via lattea contemporanea della ricerca artistica. Meglio ancora: la via maestra dell’arte oggidiana”.
Bellini, poi, si è soffermato sugli ultimi lavori del giovane artista mazarese affermando che “stava navigando (…) verso una meta (…), stava tornando alla pittura-pittura, alla forma-forma, al segno-segno per esprimere un atto selvaggiamente rivoluzionario. Santo aveva determinato il rovesciamento del proprio percorso creativo (…), della propria rappresentazione, del suo stesso linguaggio segnico, della sua stessa tavolozza, per realizzare un paradosso autoreferenziale. Dare corpo al nulla attraverso la pittura, rappresentare l’irrappresentabile, costruire il nome dell’innominabile attraverso il segno che nega se stesso”. Il viaggio di Vassallo, al di là di tutti gli “ismi“ di riferimento (Espressionismo, Informale, Pop Art, Graffitismo), data la sua giovane età e il suo percorso artistico bruscamente inter-rotto, è un viaggio senza approdi, aperto, mai conclusosi, fatto esclusivamente di partenze, un viaggio insomma senza Itaca; è un viaggio interessante, affascinante e coinvolgente che ci immerge in un universo di segni, graffi, sgocciolature, scritte (adorava i nomi e le parole, ogni tela è una composizione affollata di scritte lapidarie e solo apparentemente senza senso, che si mescolano alle immagini), un universo illuminato di luci intense ma, anche, oscurato da ombre altrettanto intense.Ci piace immaginare – pensando ad una scritta su un suo lavoro – Santo camminare silenziosamente negli spazi di Sant’Agnese, fra le sue opere e quelle dei suoi amici, con le scarpe nuove e sentirsi ancora una volta… felice.

Giacomo Cuttone

















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